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Riflettori sulle guerre dimenticate, sulle stragi di civili ignorate da media e politica globale

Riflettori sulle guerre dimenticate, sulle stragi di civili ignorate da media e politica globale

«Continuano a giungere notizie dolorose di scontri e massacri compiuti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Rivolgo il mio appello alle Autorità nazionali e alla Comunità internazionale, affinché si faccia il possibile per la cessazione delle violenze e per la salvaguardia della vita dei civili. Tra le vittime, molti sono cristiani uccisi in odium fidei. Sono martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto, e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza. Non cessiamo di pregare per la pace in Ucraina, in Terra Santa, in Sudan, Myanmar e dovunque si soffre per la guerra». Queste le parole pronunciate da papa Francesco in coda all’Angelus del 16 giugno scorso, con le quali il pontefice ha voluto accendere i riflettori sulle tante “guerre dimenticate” – anche per via di un panorama mediatico occidentale concentrato quasi esclusivamente sulle crisi in Ucraina e Palestina –, tasselli di un mosaico che ha più volte definito «Terza guerra mondiale a pezzi».

In un editoriale pubblicato ieri sul sito di Avvenire, il giornalista esperto di Africa Fabio Carminati ha recuperato i dati sulle «inutili stragi» nel mondo, sottolineando che sempre più le vittime designate dei conflitti sono le popolazioni civili. Scrive: «Il doppio delle donne uccise, il triplo dei bambini: il 72 per cento di vittime civili in più, lo scorso anno, rispetto al 2022. La guerra ha portato in ogni epoca morte, ma da tempo la porta sempre più a chi non si può difendere». Dalla Seconda guerra mondiale – «con le bombe notturne sulle città britanniche e la risposta della Raf su Dresda» – «in più di ottant’anni è stato un continuo crescendo di numeri e nefandezze, di genocidi e di coscienze che lavano sé stesse davanti a una giustizia internazionale in grado solo di registrare, mai di punire e tanto meno impedire l’inutile strage».

Carminati ricorda che «la maggior parte delle vittime militari e soprattutto civili, anche lo scorso anno, sono state “dimenticate”» (Kivu, Myanmar, Darfur, Sudan...). Decine di guerre che continuano a essere combattute e che producono violenze, povertà, migrazioni, e non risparmiano donne, bambini, anziani. «Di fronte a quel che succede a Gaza e in Ucraina, quando persino in questi casi nell’opinione pubblica si inizia ad avvertire un clima di assuefazione, potrebbe quasi apparire qualunquistico allargare il discorso a realtà più nascoste, meno illuminate o del tutto dimenticate, ma altrettanto drammatiche. Una sola persona lo fa: papa Francesco. Senza stancarsi di ricordare al mondo le tante, inutili stragi in corso».


* Foto di Annett_Klingner da Pixabay

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