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Sul "foglietto" della Messa dell'Assunta, un testo dell'abusatore Marie-Dominique Philippe

ROMA-ADISTA. Il 15 agosto scorso, giorno della festa dell'Assunzione di Maria, sul "foglietto" La Domenica, pubblicato da Periodici San Paolo - comunemente messo a disposizione dei fedeli durante le celebrazioni liturgiche domenicali nelle parrocchie - è stato riportato a pagina 4 un testo del domenicano francese, abusatore seriale, Marie-Dominique Philippe, nella piccola rubrica "Scintille", che riporta brevi testi di grandi figure del cattolicesimo. Un testo centrato ovviamente sulla figura di Maria, «unica creatura assolutamente perfetta che rallegra suo Padre in modo unico». 

Gli abusi perpetrati dai fratelli domenicani Thomas e Marie-Dominique Philippe (quest’ultimo fondatore della Comunità Saint-Jean) sono stati oggetto di ben tre rapporti, pubblicati in Francia per un totale di migliaia di pagine, insieme a quelli di Jean Vanier, figlio spirituale di Thomas Philippe, cofondatore con questi de "L’Arche". I fratelli Philippe, condannati da Roma nel 1956 e nel 1957, riuscirono a continuare a perpetrare i loro abusi spirituali e sessuali per più di mezzo secolo, e di dare vita a quella che la rivista cattolica francese La Vie definisce «una vera e propria nebulosa settaria». Una storia di perversione, mistificazione della spiritualità per interesse personale, abusi psicologici e sessuali. Ma anche una storia di grave deviazione teologica, di creazione di una setta gnostica, nel cuore stesso della Chiesa, sotto gli occhi compiacenti dell’istituzione ecclesiastica. Thomas Philippe sosteneva l'esistenza di un rapporto mistico-sessuale tra Gesù e Maria, basandosi su una presunta visione avuta in tal senso nel 1938. L'idea dell'adesione al solo Spirito Santo, superiore a qualsiasi legge umana, ha delineato per i due fratelli una strada senza più confini tra bene e male. 

Mente brillante, fine intellettuale, docente a Friburgo, Marie-Dominique, spinto dai suoi studenti a fondare una comunità nel 1975, come detto era già stato condannato da Roma per violenze sessuali su giovani donne e suore; ciò non gli impedì di continuare a svolgere le sue attività e a macchiarsi di nuovi abusi, basandosi sul suo sviluppo di una teologia dell'“amore d'amicizia” che giustificava, grazie a una mistificazione teologica, rapporti sessuali abusanti. Sul piano dottrinale, gli studi pubblicati hanno mostrato una teologia deviante, molto lontana dal magistero e dalla tradizione, che modifica la dottrina aristotelica o tomistica per farne la base teoretica degli abusi, dando alla comunità un'identità gnosticheggiante. Tale impianto, che ha creato un sistema di plagio all'interno della comunità, si è diffuso a ogni livello.

Insomma, i fratelli Philippe e Jean Vanier, personaggi considerati nel XX secolo la punta di diamante del cattolicesimo francese, sono ormai screditati e il loro caso ha provocato un autentico shock nel mondo cattolico. Come è possibile che la loro teologia sia ancora proposta come spunto di riflessione per i fedeli, spesso ignari di questi sviluppi? Pur concedendo che si sia trattato di una svista, di un errore, di un testo già presente nel numero di La Domenica di passate edizioni e ora ripubblicato, questa incuria si inserisce nello stesso contesto delle riproduzioni delle opere, onnipresenti su copertine di libri, locandine, dell'ex gesuita Marko Rupnik, accusato di abusi psicologici e sessuali da decine di donne.

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