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Cancellazione del debito, eliminazione della pena di morte, riduzione spese militari: il messaggio del papa per la Giornata mondiale della pace

Cancellazione del debito, eliminazione della pena di morte, riduzione spese militari: il messaggio del papa per la Giornata mondiale della pace

CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Cancellazione del debito estero ai Paesi impoveriti, eliminazione della pena di morte, creazione di un fondo mondiale contro la fame usando il denaro speso per le armi. Sono le tre azioni di «giustizia» proposte agli Stati per il 2025 da papa Francesco nel messaggio per la 58ma Giornata mondiale della pace di domani primo gennaio.

Il punto di partenza è l’anno giubilare che, annunciato ogni 50 anni dal suono del corno di ariete (in ebraico yobel), chiedeva di ristabilire la giustizia, facendo riposare la terra sfruttata, liberando gli schiavi, condonando i debiti. «Al posto del corno», scrive Bergoglio, dobbiamo «metterci in ascolto del “grido disperato di aiuto” che si leva da più parti della terra», da tutte le persone oppresse da «strutture di peccato» che non sono dovute «all’iniquità di alcuni» ma fanno parte di un sistema economico che «genera ingiustizie» globali. Il papa le elenca: «disparità di ogni sorta», «trattamento disumano riservato ai migranti», «degrado ambientale», «confusione colpevolmente generata dalla disinformazione», «rigetto di ogni tipo di dialogo» – il riferimento è alle guerre –, «cospicui finanziamenti dell’industria militare». Costituiscono «una concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità». Per neutralizzarle o ridurle non basta «qualche episodico atto di filantropia», ma servono «cambiamenti culturali e strutturali». Sono tre, appunto, le azioni suggerite dal pontefice. Una «consistente riduzione» o un «totale condono» del «debito internazionale che pesa sul destino di molte Nazioni» (campagna già del Giubileo del 2000), da rendere strutturale con «una Carta finanziaria globale fondata sulla solidarietà e l’armonia fra i popoli». Il debito infatti – aggiunge – è «uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie private dei Paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei Paesi più poveri, pur di soddisfare le esigenze dei propri mercati», a cui si aggiunge anche «il peso del debito ecologico dei Paesi più sviluppati» del nord del mondo. Poi l’«eliminazione della pena di morte in tutte le Nazioni». Infine «la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame» e promuova «lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico», da finanziare sottraendo «almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti». Perché «i beni della terra sono destinati non solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti».

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