
4 anni fa entrava in vigore il TPNW. Ma il cammino è ancora lungo e tortuoso
Oggi la comunità internazionale celebra una ricorrenza storica, resa possibile grazie al duro lavoro dell’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN, Nobel per la Pace 2017) e delle sue “ramificazioni” locali (per l’Italia la Rete italiana Pace e Disarmo e la campagna Senzatomica promossa dall’Istituto buddista italiano Soka Gakkai): il quarto anniversario dell'entrata in vigore, il 22 gennaio 2021, del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017. Si tratta della prima norma internazionale legalmente vincolante che mette al bando le armi nucleari e, in particolare, ne vieta l’uso, lo sviluppo, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, lo stoccaggio, il trasferimento e persino la minaccia d’uso.
Il Trattato, a quattro anni dall’entrata in vigore, è cresciuto in consensi, raccogliendo l’adesione non solo delle società civili ma anche di una nutrita schiera di Paesi (98 firme e 73 ratifiche). Ad oggi, l’Italia ancora non intende firmare il TPNW, in ossequio all’alleato d’oltreoceano, del quale ospita ancora oltre 100 ordigni nucleari nelle basi militari di Ghedi e Aviano. L’Italia non ha voluto partecipare, nemmeno in qualità di “osservatore”, alle Conferenze degli Stati Parti del TPNW, tappe fondamentali di applicazione del Trattato verso il disarmo nucleare globale. Né alla prima a Vienna nel giugno 2022 (che ha prodotto la nota “Dichiarazione di Vienna”) né alla seconda a New York nel 2023. La Terza Conferenza degli Stati Parti del TPNW è prevista all’ONU a New York dal 3 al 7 marzo prossimi. E molto probabilmente il governo italiano diserterà anche quell’appuntamento.
In una nota diramata nel quarto anniversario, la Rete italiana Pace e Disarmo (RiPD) scrive che «la data del 22 gennaio assume un grande valore anche per “Italia, ripensaci”», mobilitazione della società civile italiana promossa da RiPD e Senzatomica per spingere il governo italiano ad affrontare un cammino di avvicinamento al TPNW, come già fatto da altri membri NATO, per informare l’opinione pubblica sui pericoli legati alle armi nucleari e sulle vie percorribili per il disarmo. Questo anniversario, spiega infatti la Rete, «testimonia i passi concreti già realizzati verso un disarmo nucleare completo, a 80 anni dai bombardamenti atomici sul Giappone. Per 8 decenni il mondo ha vissuto all’ombra delle armi nucleari. È il momento di ricordare queste importanti date per trasformare l’attenzione mediatica, culturale e politica che accompagna questi momenti in azioni concrete per il disarmo nucleare».
Ricorda la Rete Pace e Disarmo che la mancata adesione al Trattato è un fatto, come prevedibile, che riguarda tutti gli Stati detentori di armi nucleari e i loro alleati. Per questa ragione, ribadisce la nota, «è cruciale in questo anniversario rilanciare un’azione capace di richiamare l’attenzione sui pericoli della guerra nucleare e sull’impatto umanitario delle armi nucleari. Rafforzare un movimento globale affinché le potenze nucleari si disarmino congiuntamente è il chiaro e cruciale obiettivo di ICAN e di “Italia, ripensaci”».
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