Nessun articolo nel carrello

Funzione religiosa inaugurale della presidenza USA: la vescova episcopale critica Trump

Funzione religiosa inaugurale della presidenza USA: la vescova episcopale critica Trump

Fresco fresco di insediamento, Donald Trump, alla funzione di preghiera inaugurale martedì mattina (21 gennaio) presso la Cattedrale nazionale di Washington, ha ricevuto una signorile lavata di capo per i primi decreti emanati e per le conseguenze che questi avrebbero comportato.

Due, nell’occasione, le deliberazioni trumpiane prese di mira alla cerimonia. La prima: non sarà automaticamente rilasciata la cittadinanza ai figli di persone prive di documenti (malgrado il 14° Emendamento della Costituzione degli USA detti: «Ogni persona nata o naturalizzata negli Stati Uniti, e soggetta alla sua giurisdizione, è cittadina degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiede»); La seconda: «La politica degli Stati Uniti prevede il riconoscimento di due sessi, maschile e femminile. (…). Sotto la mia direzione, il ramo esecutivo applicherà tutte le leggi che proteggono il sesso per promuovere questa realtà, e le seguenti definizioni regoleranno l'interpretazione e l'applicazione da parte dell'Esecutivo delle leggi federali e della politica amministrativa» (virgolettato tratto dall’Ordine esecutivo “Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica al governo federale”).

I rimbrotti gli sono venuti dalla reverenda Mariann Budde, vescova episcopale di Washington, che presiedeva la cerimonia. Ha iniziato la sua omelia esplorando la difficoltà di forgiare un «tipo di unità che promuova la comunità attraverso diversità e divisioni, un'unità che serva il bene comune», individuando tre principi fondamentali per avviarsi sulla strada indicata: onorare la dignità intrinseca di ogni essere umano, onestà e umiltà.

Evidentemente a proposito di umiltà, verso la fine del suo sermone, Budde, rivolgendosi a Trump, là in prima file, ha ricordato che nel discorso inaugurale aveva affermato di essere stato «salvato da Dio per rendere l'America di nuovo grande». Visto tanto autorevole fieling, la reverenda ha proseguito, esprimendo con tutto garbo un primo dissenso dalla politica del neo-eletto: «Milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in te. Come hai detto alla nazione ieri, hai sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole. Nel nome del nostro Dio, ti chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora sono spaventate. Ci sono ragazzi gay, lesbiche e transgender sia nelle famiglie democratiche, repubblicane che in quelle indipendenti che temono per la loro vita». Una realtà, insomma, che non si può cancellare per decreto.

Con altrettanto garbo, la vescova Budde ha spezzato una lancia in favore degli immigrati, che sono sotto attacco da parte della politica di Trump: tra loro, ha detto, ci sono persone che «raccolgono i nostri raccolti», che «lavorano di notte negli ospedali», o ricoprono altri ruoli essenziali. «Potrebbero non essere cittadini o non avere la documentazione appropriata, ma la stragrande maggioranza degli immigrati non sono criminali», ha seguitato. «Pagano le tasse e sono buoni vicini. Sono membri fedeli delle nostre chiese, moschee e sinagoghe, gurdwara (luogo di culto dei Sikh, ndr) e templi». Budde ha poi implorato il presidente di «avere pietà... per coloro che nelle nostre comunità hanno figli che temono che i loro genitori vengano portati via. Aiutate coloro che fuggono dalle zone di guerra e dalle persecuzioni nelle loro terre a trovare compassione e accoglienza qui».

Non sembra che Trump abbia preso bene il “sermone” (qui in senso metaforico): riferisce Religion News Service (21(1), che, quando Budde lasciando la funzione è passata accanto al presidente, Trump ha mantenuto lo sguardo fisso davanti a sé.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.