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Nuova strage di migranti a largo di Lampedusa. Mons. Felicolo (Migrantes): «Servono forme legali di ingresso»

Nuova strage di migranti a largo di Lampedusa. Mons. Felicolo (Migrantes): «Servono forme legali di ingresso»

LAMPEDUSA-ADISTA. Risultano essere dieci i superstiti, tra cui quattro donne, tratti in salvo dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza e condotti all’hotspot di Lampedusa, dopo il naufragio avvenuto la scorsa notte al largo dell’isolotto di Lampione. Un gommone partito da Sfax, in Tunisia, con 56 persone a bordo, è affondato. Si contano purtroppo sei morti e circa 40 dispersi.

«Siamo qui di nuovo a piangere dei morti e a commentare un’altra tragedia che appare evitabile, una tragedia che colpisce persone che cercano soltanto un futuro dignitoso per sé e per la propria famiglia. Sono persone che incontriamo tutti i giorni nelle nostre comunità e che accompagniamo in tanti modi, proprio a partire dalla infaticabile generosità del popolo lampedusano», commenta mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes a commento dei fatti della scorsa notte. «Proprio in questo momento del mondo siamo tutti chiamati a un surplus di sensibilità ai bisogni elementari di chi cerca accoglienza, un surplus di generosità gratuita – prosegue il direttore della Migrantes –. Sarebbe auspicabile che l’Unione europea, con la sua storia e le sue radici di diritto, invece di preoccuparsi di regolamentare, ad esempio, la gestione dei rimpatri, proponesse e finanziasse subito norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso. Solo le forme legali di ingresso sono l’unica vera forma di prevenzione che possa impedire il ripetersi di simili tragedie».

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