
L'Italia che dice no: tante adesioni al digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza
Dal 29 aprile al 30 maggio un gruppo di organizzazioni della società civile italiana – A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione e Ristretti Orizzonti – ha promosso un «digiuno a staffetta» per chiedere che il Decreto Sicurezza del governo Meloni non sia convertito in Legge dal Parlamento. Il provvedimento del governo, affermano i promotori dell’iniziativa, «mette in discussione principi fondamentali della democrazia, criminalizzando il dissenso pacifico, la povertà e restringendo drasticamente lo spazio civico». (v. Il Resto del Carlino, 30 aprile). Alle organizzazioni, che nel frattempo stanno raccogliendo l’adesione di attivisti e associazioni lungo tutto lo Stivale, non piace in particolare la decisione di scavalcare il dibattito parlamentare trasformando il Disegno di Legge originario in Decreto Legge, giustificato da un’urgenza e una necessità che di fatto non esistono. Preoccupa poi la «repressione delle manifestazioni pacifiche, anche in carcere e nei Cpr; la reclusione di donne incinte o con figli piccoli negli Icam (carceri a tutti gli effetti), con la possibilità di separarli dai figli come sanzione; il divieto delle infiorescenze di canapa industriale; l’aumento dei poteri dei servizi di sicurezza, fino a consentire la creazione e gestione di associazioni sovversive o terroristiche; l’introduzione di nuovi reati per colpire la protesta sociale».
Nel modulo Google da compilare per segnalare la propria adesione al digiuno, messo a disposizione dei promotori a questo link, si chiarisce il senso dell’iniziativa: «Vogliamo aggiungere un altra forma di denuncia contro l'illegalità costituzionale, la prepotenza e la violenza istituzionale del Decreto Legge Sicurezza approvato dal governo con un bliz l'11 aprile 2025: il digiuno a staffetta. Digiunare è un modo per richiamare l’attenzione degli altri mettendo in gioco il proprio corpo. È una forma di protesta, ma anche una forma di condivisione, per questo il nome e cognome di chi partecipa a questa staffetta sarà pubblicato sul web e sui canali social di diverse organizzazioni».
Anche il Forum Disuguaglianze Diversità aderisce al digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza, un provvedimento che ritiene «illiberale» giacché «criminalizza il dissenso, le proteste pacifiche di chi lotta per i diritti, anche in carcere e nei Cpr; intimidisce le libertà civili; colpevolizza i differenti e i poveri; permette la reclusione di donne incinte o con figli minori negli Istituti a custodia attenuata; crea un ulteriore squilibrio costituzionale ampliando i poteri di polizia e servizi segreti». Il governo evita il confronto parlamentare, accusa ancora il ForumDD, «strumentalizza la parola “sicurezza” senza affrontare l’insicurezza fisica delle persone fuori e dentro casa e senza dare risposte ad altre insicurezze come il lavoro, la casa, la crisi climatica, l’accesso alle cure sanitarie. Finendo per ottenere un altro risultato: scoraggiare ulteriormente l’impegno politico delle persone».
* Immagine generata con IA
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