
Vicofaro: chi ha davvero «tradito il Vangelo»?
PISTOIA-ADISTA. L’accoglienza dei migranti messa in atto per dieci anni da don Massimo Biancalani e dai volontari nella parrocchia di Vicofaro non è stata vera accoglienza ma «tradimento del Vangelo», per questo il centro «è stato chiuso». Ad affermarlo è la Curia di Pistoia, guidata dal vescovo Fausto Tardelli, in una lettera bollata dalla cancelleria vescovile e inviata alle decine di associazioni, comunità, gruppi e singole persone – cattoliche e non credenti – che a loro volta avevano scritto a mons. Tardelli, e per conoscenza ai vescovi della Toscana e al cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi, chiedendo la riapertura del centro di accoglienza di Vicofaro, sgomberato dalle forze dell’ordine con un’azione congiunta fra sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia) e prefetta Licia Donatella Messina (anzi ex, visto che stata appena trasferita a Caltanissetta e sostituita dal nuovo prefetto Angelo Gallo Carrabba), in accordo con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la benedizione dello stesso vescovo Tardelli (v. Adista Notizie nn. 24, 27 e 28/25).
«Vicofaro è stato chiuso per il momento semplicemente perché gli ospiti erano in costante, imminente e accertato pericolo, a motivo di inaccettabili carenze di sicurezza degli ambienti, di indegne condizioni igienico-sanitarie e di rischio grave e persistente di tubercolosi ed altre malattie», si legge nella lettera della Curia di Pistoia, che Adista ha potuto leggere. «Nessuno avrebbe fatto vivere i propri figli in quella situazione. Farci vivere i poveri, dicendo che visto che son poveri, è meglio di niente, questo sì, è tradire il Vangelo – si legge ancora nella lettera della Curia di Pistoia –. Oggi, gli oltre 140 ospiti di Vicofaro sono stati tutti accolti in strutture adeguate e sono seguiti con amore e competenza in percorsi di integrazione e autonomia (ad Adista risulta invece che diversi migranti prima accolti a Vicofaro ora vivono in strada, n.d.r.). Raccontare un’altra storia vuol dire mistificare la realtà, cosa molto facile purtroppo nella società delle false verità mediatiche».
La lettera – questa sì indegna – della Curia afferma che i migranti accolti a Vicofaro sono stati volutamente lasciati in condizioni di vita inaccettabili e che solo ora vengono seguiti «con amore e competenza», cancellando con un burocratico e cinico tratto di penna l’impegno, la cura e il lavoro del parroco, don Biancalani, e dei volontari che per dieci anni hanno operato nel centro di accoglienza di Vicofaro, senza alcun tipo di sostegno né da parte della diocesi né da parte dell’amministrazione comunale. Bisognerebbe allora chiedere alla Curia di Pistoia come mai, se la situazione era veramente quella descritta, in questi dieci anni non abbia fatto nulla, configurandosi quindi perlomeno come complice del «tradimento del Vangelo» di cui ora vengono accusati don Biancalani e i volontari da parte della stessa Curia. Ma non solo: come si spiega il fatto che non più di sei mesi fa, lo stesso vescovo Tardelli, in una lettera aperta alla diocesi abbia definito l’esperienza di accoglienza dei migranti portata avanti da don Biancalani nella parrocchia di Vicofaro un esempio che «arricchisce di carità la nostra Chiesa»? (v. Adista Notizie n. 6/25).
Alla Curia di Pistoia rispondono direttamente i volontari e le volontarie che per anni hanno lavorato insieme a don Biancalani per accogliere i migranti nella parrocchia di Vicofaro.
«Egregio Vescovo Tardelli – si legge nella lettera (datata 27 luglio) che Adista può pubblicare integralmente –, abbiamo letto la risposta inviata dalla Sua cancelleria alle numerose persone ed associazioni che le avevano scritto riguardo a quanto successo a Vicofaro.
Pensiamo che Lei condivida quanto scritto nella mail non firmata, ma ci permetta alcune considerazioni che, per chiarezza, elencheremo per punti:
- da molti anni conosciamo e cerchiamo di aiutare il lavoro portato avanti da don Massimo Biancalani. Molte volte ci siamo recati nei locali della parrocchia e conosciamo bene le difficoltà che quotidianamente don Massimo e i ragazzi ospiti dovevano affrontare. Sappiamo bene anche quante volte da Vicofaro siano giunte richieste di aiuto alla pubblica amministrazione ed al mondo ecclesiastico. Appelli, come anche il Suo di pochi mesi fa, rimasti come Lei sa bene, senza risposta. Come poteva e sapeva fare, don Massimo ha risposto all'invito di Papa Francesco di aprire le Chiese ai poveri ed ai migranti. E non é stata solo accoglienza, ma anche un percorso di integrazione che ha permesso a tanti ragazzi di trovare un'occupazione e di tornare la sera in un posto dove si sentivano accolti;
- aver avuto più "Vicofaro" sul territorio, avrebbe permesso di non arrivare a numeri consistenti di ragazzi ospitati con i problemi che ne conseguivano;
- ci permetta una domanda: se la situazione di sicurezza e igieniche presentavano carenze gravi, si doveva aspettare l'ordinanza del sindaco per trovare una sistemazione ai ragazzi? Non si sarebbe potuto trovare prima quelle soluzioni che in così breve tempo, sono state messe in campo? Non possiamo credere che Lei non abbia mai constatato le difficoltà presenti e così evidenti a chiunque si fosse recato a Vicofaro;
- perché chiudere Vicofaro? Imbullettarla? Poteva rimanere un presidio? Magari per i più fragili?;
- perché togliere la rappresentanza legale a don Massimo? A quale scopo?;
- perché non si sono mai ricordate le centinaia di persone salvate da Vicofaro? Mai una parola è stata spesa per ringraziare il sacrificio fatto da tanti volontari che hanno speso tempo e risorse per i ragazzi!;
- non ritiene che l'irruzione della polizia in tenuta antisommossa, sia stata dettata da un mero calcolo di convenienza elettorale, di cui anche Lei - non sappiamo quanto consapevolmente - si è reso responsabile? I sei ragazzi rimasti in canonica dopo il trasferimento della grande maggioranza dei presenti e che presentavano notevoli fragilità, anziché essere prelevati con la forza nei locali della canonica, avevano necessità di un aiuto invece che di un'azione di polizia;
- il modo con cui Lei ha trattato don Massimo, noi lo viviamo come una punizione ingiustificata che colpisce una persona che in dieci anni ha messo tutto se stesso per stare dalla parte dei più deboli;
- non riusciamo ad accettare la Sua affermazione "Farci vivere i poveri, dicendo che visto che son poveri, è meglio di niente, questo si, è tradire il Vangelo". Noi crediamo che lasciare persone in difficoltà senza un tetto, senza cibo, senza alcuna tutela legale, sanitaria, senza un aiuto per imparare la lingua italiana (tutti servizi che a Vicofaro erano garantiti da don Massimo e dai volontari) e - non ultimo - senza sentirsi rifiutati ma accettati ed amati, sia rispondere oltre che al Vangelo anche ad un minimo di umanità;
- nessuno può negare che l'attuale situazione di accoglienza dei ragazzi sia decisamente migliore rispetto a quella che per lunghi anni hanno vissuto a Vicofaro e di questo non possiamo che compiacercene, ma Lei è sicuro che la nuova accoglienza sia stata rivolta a tutti i ragazzi anche a quelli che leggi come le attuali hanno riportato in una situazione di invisibilità? È stato tenuto in conto delle possibilità di integrazione nel mondo del lavoro e della possibilità di mezzi per raggiungere il luogo dove diversi di loro sono occupati? E quanti dei 140 mancano all'appello finiti per strada o rinchiusi nei Cpr?;
- che ne sarà di quei ragazzi che, finiti in carcere per piccoli reati commessi per cercare mezzi di sopravvivenza e che, finita di scontare la pena, non sapranno più a chi rivolgersi per tentare di ricostruire una nuova vita? Resteranno fuori dalla porta del carcere per essere di nuovo riassorbiti nel mondo della criminalità?;
- non crede che aver escluso don Massimo da qualsiasi ruolo nel rapporto con i ragazzi, rinunciando alla sua conoscenza delle persone ospitate ed al carisma che gli deriva da anni di sacrificio ed impegno sia la dimostrazione di voler affossare e rinnegare quanto è stato fatto in questi anni a Vicofaro?;
- sappiamo anche che il progetto di ristrutturazione è presso il Comune. Che tempi ci sono per le autorizzazioni e per l'inizio dei lavori? E non le sembra strano che don Massimo, i parrocchiani e altri cittadini che sono vicini all'esperienza di Vicofaro non possano vedere tale progetto e sapere quando inizierà?
Per quel che ci riguarda, continueremo a seguire e ad aiutare e sorveglieremo la gestione dei migranti e la loro sorte. Speriamo vivamente che, come da Lei più volte affermato, l'esperienza di accoglienza di Vicofaro possa continuare e che non si perda questa testimonianza di umanità di cui abbiamo sempre più bisogno»
foto dal profilo Facebook di don Massimo Biancalani
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