
Salga a bordo, Santità!
"Salga a bordo, Santità, e che il suo grido di speranza risuoni nel cuore del mondo anestetizzato" è il titolo completo del seguente articolo, pubblicato in data di ieri, 31 agosto, da José Manuel Vidal sul suo blog in Religión Digital, qui nella traduzione di Lorenzo Tommaselli.
In un mondo che a volte sembra anestetizzato di fronte al dolore altrui, dove l’indifferenza si erge come un muro più alto di quello che circonda la Palestina, si leva un clamore crescente che non può essere messo a tacere. Questa domenica decine di navi salperanno dai porti di tutto il mondo, da Barcellona alla Tunisia, dall’Italia ad altri angoli del Mediterraneo, per una missione che è già passata alla storia: la «Global Sumud Flotilla».
Il suo obiettivo non è da poco: rompere l’assedio illegale di Gaza, aprire un corridoio umanitario e alzare la voce contro il genocidio che, giorno dopo giorno, miete vite palestinesi sotto il peso delle bombe, della fame, dell’incuria e dell’arroganza inumana di Israele e del suo alleato statunitense.
È un’impresa titanica, frutto del coraggio di attivisti, medici, giornalisti e personaggi pubblici provenienti da 44 paesi. Dalla giovane Greta Thunberg, che non esita a mettere il proprio corpo al servizio dei suoi ideali, a Susan Sarandon, che chiede solidarietà laddove i governi rimangono in silenzio, fino all’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau e al deputato Juan Bordera. Tutti incarnano la resistenza della società civile di fronte all’inazione.
Ma in questo oceano di impegno c’è un’assenza che risuona come un’eco dolorosa: quella della Chiesa cattolica. Non un vescovo, non un prete, non una suora, non un cardinale salirà a bordo di quelle navi. Nemmeno papa Leone XIV?
Finora, solo il cardinale spagnolo Cristóbal López, arcivescovo di Rabat, ha alzato la voce per benedire questa iniziativa e denunciare l’indifferenza verso l’ingiustizia. Monsignor López, che gesto il suo! Da Rabat il suo sostegno alla flottiglia è un faro nella notte, un promemoria del fatto che la Chiesa non può rimanere in disparte quando l’umanità sanguina.
Ma mi lasci sognare, cardinale: cosa succederebbe se facesse un passo in più? Se salisse a bordo di una di quelle navi in partenza dal Moll de la Fusta a Barcellona? Meglio ancora, s’immagi questo: una nave che attracca a Roma, con a bordo papa Leone XIV, insieme a lei e ad alcuni dei suoi curiali.
Sarebbe un gesto che farebbe tremare le fondamenta del mondo. Un papa che naviga verso Gaza, sfidando il blocco, portando con sé non solo aiuti umanitari, ma anche il peso morale di un’istituzione che nel corso dei secoli è stata un faro di speranza nei momenti più bui.
Israele oserebbe intercettare questa flottiglia, come ha fatto con la Madleen a giugno o con l’Handala a luglio, se il vicario di Cristo fosse a bordo? Oserebbero ripetere le azioni che Amnesty International ha definito come violazioni del diritto internazionale, con il papa come testimone? E cosa direbbe allora Donald Trump, che nel 2025, dalla Casa Bianca, ha definito il bombardamento della chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza un «grave errore», ma non ha mosso un dito per fermare la macchina da guerra?
Un papa sulla flottiglia sarebbe molto più di un simbolo: sarebbe una sfida diretta al silenzio complice del mondo, un duro colpo al tavolo della storia. Perché non inganniamoci: quello che sta accadendo a Gaza non è una guerra; è, come denuncia «Caritas Internationalis», un «annientamento». La carestia, dichiarata ufficialmente dall'ONU, ha già causato 317 vittime dall’ottobre 2023, tra cui 121 bambini. Ospedali, scuole, rifugi, persino l’unica chiesa cattolica di Gaza, sono stati rasi al suolo.
Padre Gabriel Romanelli, ferito nel bombardamento della parrocchia della Sagrada Familia, parlava quotidianamente con il defunto papa Francesco, che invocava incessantemente la pace. Oggi, Leone XIV ha l’opportunità di raccogliere questo testimone, di accogliere il grido del suo predecessore e dei Patriarchi di Terra Santa, che hanno invocato un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari.
La Global Sumud Flotilla non è solo un convoglio di imbarcazioni cariche di cibo, acqua e medicine. È un atto di resistenza morale, un promemoria del fatto che, come afferma il portavoce della missione Saif Abukeshek, «se i politici non agiscono, lo faremo noi».
E la Chiesa, la Chiesa di Cristo, la Chiesa dei poveri, la Chiesa che da sempre è chiamata a stare con gli ultimi, non può restare in disparte. Monsignor López, il suo sostegno è un primo passo, ma il mondo ha bisogno di più. Ha bisogno di vedere il papa in prima linea, come lo è stato tante volte Francesco, non solo con le parole, ma con gesti che cambiano la storia.
Si immagi, Santo Padre, l’impatto: lei, Leone XIV, che naviga verso Gaza, circondato da attivisti, medici, giornalisti, donne, veterani, tutti uniti dal comune desiderio di giustizia.
Sarebbe il gesto definitivo per fermare il genocidio, per dire al mondo che, nonostante le conquiste estremiste, le politiche della paura e il silenzio dei potenti, c’è ancora speranza. L’umanità saprebbe allora che può sempre fidarsi del papa di Roma, che la Chiesa continua ad essere madre e maestra, faro e rifugio.
Non lascino che questa flottiglia navighi da sola. Che la Chiesa, con Leone XIV come timoniere, salga a bordo. Perché, come dice il Vangelo, «nessuno accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sopra il candelabro, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt 5,15). Che la luce della Chiesa illumini il cammino verso Gaza, verso la pace, verso la giustizia. È tempo di fare la storia e fermare il genocidio!
*Foto ritagliata di Irene Grassi, tratta da Flickr
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!