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Preti contro il genocidio oggi in preghiera e in piazza

Preti contro il genocidio oggi in preghiera e in piazza

ROMA-ADISTA. A Gaza le forze armate di Israele stanno compiendo il «genocidio del popolo palestinese», nei territori occupati vige un vero e proprio «sistema di apartheid»: vanno fermati. È l’appello della rete dei “preti contro il genocidio” (v. Adista Notizie n. 22/25) che – nonostante il misterioso oscuramento dell’account da parte di Google per qualche decina di ore – in una settimana ha raccolto 1.200 firme di preti, religiosi e qualche vescovo, un centinaio dei quali lunedì 22 settembre alle 15 si ritroverà in piazza del Quirinale, prima per un momento di preghiera nella vicina chiesa di Sant’Andrea e poi per una marcia fino a piazza Sant’Ignazio, a pochi passi da Palazzo Chigi e Montecitorio, anche per chiedere a governo e Parlamento «la sospensione della vendita di armi a chi compie crimini contro i civili», ovvero Israele, e ricordare che esiste l’articolo 11 della Costituzione.

Si tratta di un’iniziativa partita dal basso, lanciata da don Rito Maresca (parroco a Sorrento) che ha avuto adesioni da preti e religiosi di oltre 30 Paesi (fra cui il cardinale salesiano Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat, e il superiore generale della congregazione dei missionari saveriani, p. Fernando Garcia Rodriguez), anche se la maggior parte sono italiani: qualche nome noto, come don Ciotti, p. Zanotelli e don Capovilla, i vescovi Nogaro, Mogavero e Ricchiuti (presidente di Pax Christi), ma soprattutto tanti parroci, viceparroci e religiosi.

I firmatari respingono preventivamente ogni accusa di antisemitismo («denunciamo la strumentalizzazione del nome di Dio», critichiamo «le scelte politiche di Israele, non il popolo ebraico») e chiariscono gli scopi della mobilitazione: pregare per «una pace disarmata e disarmante», «denunciare il genocidio in atto a Gaza, le violenze ingiustificate contro la popolazione» e «l’apartheid in vigore da oltre 70 anni in tutti i Territori palestinesi occupati, chiedere il rispetto del diritto internazionale, delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei pronunciamenti della Corte penale internazionale». L’intenzione è andare oltre la manifestazione di domani per sensibilizzare il popolo cattolico delle parrocchie, collaborando con le realtà cristiane e di altre fedi impegnate per la pace e la giustizia.

 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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