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LA NOSTRA AFRICA: DA NAIROBI IL RILANCIO DEL FORUM SOCIALE MONDIALE

Tratto da: Adista Notizie n° 55 del 22/07/2006

33494. ROMA-ADISTA. C'è chi ne parla come dell'"evento più importante nella storia sociale recente dell'Africa": sul Forum Sociale Mondiale in programma a Nairobi, in Kenya, dal 20 al 25 gennaio prossimo si sono già accesi i riflettori internazionali. C'è stato, è vero, nel Continente africano, il precedente del Forum di Bamako, in Mali, del gennaio scorso (v. Adista n. 10/06), ma quello era solo il "capitolo africano" di un Forum policentrico (accanto ai capitoli latinoamericano, a Caracas, e asiatico, a Karachi). E, nella percezione comune, era servito proprio da prova generale (una prova superata con discreto successo, ma certo non senza grandi difficoltà) del Forum Sociale che si terrà a Nairobi. A spiegare come sarà, questo Forum, e cosa avrà di nuovo, è stato, durante una visita in Italia dal 6 all'11 luglio, lo stesso Comitato organizzatore africano, accolto unitariamente da organizzazioni, reti, movimenti, sindacati, enti locali impegnati nel processo preparatorio del Fsm, e ricevuto ufficialmente dal governo e dai parlamentari italiani. Un'accoglienza che non è sfuggita alla delegazione africana, sorpresa di aver trovato in Italia, e solo in Italia, "un mondo tanto dinamico, vivo e amichevole". "Non era mai accaduto – ha sottolineato Marco Baccin, il capo della segreteria del viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli, nella conferenza stampa svoltasi a Roma l'11 luglio – che il governo offrisse un riconoscimento formale al processo del Fsm". Tanto più che alla richiesta di sostegno politico alla realizzazione del Forum in Africa si è aggiunta anche – ha spiegato Raffaella Bolini dell'Arci – quella di un concreto contributo economico, per far sì che la società civile africana possa recarsi il più massicciamente possibile a Nairobi".

La raccolta di fondi - una vera priorità nel processo preparatorio dell'evento africano, in quanto condizione necessaria per la sua riuscita - vedrà impegnati anche il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, che raccoglie ad oggi 647 Comuni, Province e Regioni, e l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), il cui scopo sarà in particolare quello di promuovere la partecipazione a Nairobi di cittadini africani residenti in Italia.

E se la Commissione Metodologia e Contenuti del Consiglio Internazionale del Fsm, riunitasi proprio in Italia durante la visita della delegazione africana, sta continuando a mettere a punto il programma, già si sa che, di sicuro, quello di Nairobi (120mila i partecipanti attesi) non sarà un Forum di africani che parlano al mondo dei propri problemi (anche se la cultura africana non sarà certamente assente), ma un'occasione straordinaria per affrontare, tutti insieme, le contraddizioni mondiali proprio lì dove il fallimento delle politiche globali risulta più evidente, e più pressante si rivela la necessità di trovare risposte adeguate. Il Forum di Nairobi - hanno spiegato Taoufik Ben Abdallah e Demba Moussa Dembele del Senegal - "non sarà un Forum della carità; non vogliamo che i movimenti sociali vadano a Nairobi per aiutare gli africani: siamo convinti che dobbiamo confrontarci con un mondo che è lo stesso per tutti e che abbiamo l'opportunità di farlo nel luogo che è lo specchio del mondo".

Il processo preparatorio di Nairobi mostra chiaramente anche il segno lasciato dal dibattito che ha attraversato i Forum precedenti in relazione al nodo delicato dei rapporti tra movimenti, partiti e governi, in particolare dopo l'invito del presidente venezuelano Hugo Chávez, al Forum di Caracas, a stabilire un'alleanza tra movimenti sociali, governi e forze politiche "per costruire un grande fronte antimperialista e dare battaglia nel mondo intero" (un invito che tante reazioni aveva suscitato, a favore e contro; v. Adista n. 14/06). Così, al Forum di Nairobi, il dibattito con parlamentari, partiti e governi acquisterà uno spazio centrale, perché – ha spiegato ancora Ben Abdallah – "essi sono una parte fondamentale del gioco politico e noi non possiamo non interagire con i rappresentanti del popolo (o almeno con coloro che dicono di rappresentarlo) se vogliamo tentare di uscire dalle idee classiche della democrazia e del dibattito politico generale".

E in Kenya si cercherà di muovere qualche passo in avanti anche sulla strada di una, più volte invocata, maggiore concretezza, al di là delle sia pur utili analisi sullo stato del mondo: "la novità fondamentale - ha sottolineato Ben Abdallah - deve essere quella della costruzione di azioni comuni capaci di incidere sulla realtà mondiale nel dopo-Nairobi". Un'esigenza, quella di una più efficace capacità di intervento, avvertita in maniera crescente nel corso degli anni, anche per scongiurare il rischio di un "appannamento" del processo dei Forum Mondiali che da noi si avverte già da qualche tempo, ma che, ha affermato la Bolini, viene smentito dal moltiplicarsi di Forum locali in Africa, Asia, America Latina. "Anche quello – ha concluso - che all'inizio sembrava solo un sogno, un Forum Sociale Mondiale nel Continente africano, oggi sta diventando realtà". (claudia fanti)

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