FUORIROTTA
1985
04/06/2007, 11:35
Per il cattolicesimo democratico è l’anno della Caporetto: giunge infatti al suo culmine la battaglia tra l’ala restauratrice della Chiesa italiana (guidata da Wojtyla, ma che trova nell’astro nascente di mons. Camillo Ruini il suo stratega e in Comunione e Liberazione le sue truppe più agguerrite) e l’ala “conciliare”, che aveva la sua avanguardia teorica (oltre che uno strumento di formazione del laicato, di presenza e animazione territoriale) nell'Azione Cattolica di Alberto Monticone, fortemente segnata dalla “scelta religiosa”. Quando tra il 9 e il 13 aprile si svolge a Loreto il II Convegno della Chiesa italiana il papa, intervenendo l’11 con un discorso ai delegati rimasto celebre, mise in riga ogni fermento ecclesiale. Parlò di una società scristianizzata in cui la Chiesa doveva recuperare “un ruolo guida”, necessario ad una nuova “implantatio evangelica”, esaltò la “carica” la “varietà e vivacità” dei movimenti definiti “un canale privilegiato per la formazione e la promozione di un laicato attivo e consapevole”, sottolineò l’importanza di una “cultura della presenza” (proprio quella che Cl andava contrapponendo alla “cultura della mediazione” portata avanti dall’Ac di Monticone), cioè l'idea di una Chiesa “forza sociale”, impegnata in tutte le sue articolazioni a riaffermare il “dogma” dell’unità dei cattolici nella Dc. Alla vigilia delle elezioni amministrative, l’appello del papa dà qualche frutto: il 12 e 13 maggio le urne (dopo che alle politiche dell’‘83 c’era stato il crollo della Dc ed alle europee dell’‘84 il sorpasso del Pci), segnano la sconfitta dei comunisti, un lieve recupero della Dc, un positivo risultato del Psi. Se in politica interna la gerarchia incassa un indubbio successo con la ratifica (l’8 giugno) dell'accordo di modifica dei Patti Lateranensi fra Italia e Città del Vaticano, a livello globale, la battaglia restauratrice di Wojtyla si combatte soprattutto sul fronte della lotta senza quartiere al comunismo ed alla Teologia della Liberazione. E al Concilio. Dando ascolto a minoritari gruppi di suore 'conservatrici', in gennaio il Vaticano blocca il rinnovamento conciliare delle suore Carmelitane Scalze, intervenendo pesantemente nel delicato aggiornamento delle Costituzioni dell’Ordine. L’11 marzo, con una Notificazione, il card. Ratzinger dichiara che i contenuti del libro Chiesa, carisma e potere di Leonardo Boff “sono tali da mettere in pericolo la sana dottrina della fede”. In giugno, la Congregazione per la Dottrina della Fede attacca gli scritti di Padre Gyorgy Bulanyi, sacerdote ungherese ispiratore delle comunità di base e sostenitore dell'obiezione di coscienza. Ma c’è ancora, nonostante tutto, una Chiesa che riflette dibatte, lotta. Per il terzo anno consecutivo, centinaia di cristiani si ritrovano nella via crucis di Comiso per opporsi all’istallazione dei missili Nato. Il divieto del Vescovo di Ragusa, mons. Angelo Rizzo, ad utilizzare le chiese della città per l’iniziativa costrinse - come già nell’‘84 - a svolgere l’intera manifestazione all’aperto. Intenso il dibattito, dentro e fuori l’episcopato, che accompagna il Sinodo straordinario dei Vescovi a 20 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II (25 novembre-8 dicembre).A sinistra, il risultato negativo delle elezioni apre la crisi in alcune giunte comunali. Specie nelle grandi città, dove i socialisti rompono le alleanze con Il Pci per farne delle altre con la Dc. A Roma, dove dopo 9 anni di giunte di sinistra, la città passa al democristiano Signorello; a Torino, dopo 10 anni, Diego Novelli (Pci) lascia il posto a Giorgio Cardetti (Psi). Il 9 e 10 giugno si svolge il referendum sulla Scala Mobile voluto dalla Cgil e dal Pci per contrastare il decreto craxiano di S. Valentino. Vincono i no: gli stipendi non saranno più collegati all'aumento del costo della vita. Alle sconfitte politiche, la sinistra aggiunge anche clamorosi autogol: il 29 giugno Sandro Pertini si dimette con qualche mese di anticipo dalla presidenza della Repubblica. Al suo posto, già al primo scrutinio, la Dc piazza sullo scranno più alto Francesco Cossiga. Sorprendentemente, sul suo nome convergono non solo i voti di Pli, Pri, Psdi, Psi, ma anche quelli di Pci e Sinistra Indipendente. Quell’anno, anche uno tra gli ultimi colpi di coda di una lotta armata sempre più lontana dai conflitti reali: il 27 marzo, a Roma, le Br uccidono l'economista Ezio Tarantelli. Pochi giorni dopo, il 2 aprile, anche un ennesimo attentato di mafia: a Pizzolungo (Tp) un'autobomba uccide una madre e due gemelli; ma il bersaglio il giudice Carlo Palermo (protagonista di importanti inchieste, dal traffico d'armi e droga a quelle di mafia e corruzione), seppure ferito, uscì vivo dall’attentato. Un disastro per cause niente affatto naturali avviene il 19 luglio, in Val di Stava (TN): il crollo delle discariche della miniera di Prestavel provoca una frana che uccide 268 persone. I processi penali porteranno, nel giugno ‘92, alla condanna di 10 persone per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo.Sulla scena internazionale, il 1985 è l’anno dell’elezione alla guida del Pcus e come capo di Stato di Michail Gorbaciov. Appena eletto, Gorbaciov rilancia il dialogo Est-Ovest imperniandolo sul disarmo strategico e incontra in un summit a Ginevra (19 novembre), il presidente Usa Ronald Reagan. In Sudafrica, Paese in cui vige da anni un regime segregazionista, si aggrava la crisi politica e sociale: il 21 luglio, il governo proclama lo stato d'emergenza dopo la repressione sanguinosa da parte della polizia di una manifestazione contro l’apartheid. (v. g.)
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