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I CATTOLICI PACIFISTI CONTRO LA RUSSA: IL 4 NOVEMBRE RESTA UNA “INUTILE STRAGE”

Tratto da: Adista Notizie n° 79 del 15/11/2008

34685. ROMA-ADISTA. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha deciso che il 4 novembre, anniversario della fine della prima guerra mondiale, deve essere la vera festa di tutti gli italiani: ha annunciato che verrà ripristinata la festa nazionale con il giorno di vacanza, come già avviene per il 25 aprile e per il 2 giugno; si prepara a mandare in 200 scuole superiori, con il placet del ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini, centinaia di ufficiali delle Forze armate a tenere delle “lezioni di storia” sulla “grande guerra”; ha promosso, nel fine-settimana dell’8-9 novembre, un capillare (e costoso) programma di festeggiamenti in tutti i capoluoghi delle regioni d’Italia – anticipato da spot televisivi e grandi manifesti per le strade –, culminato con il mega-concerto di Andrea Bocelli a piazza del Popolo a Roma.

Ma per il mondo cattolico pacifista, la prima guerra mondiale resta una “inutile strage”, come disse papa Benedetto XV nel 1917, all’apice del conflitto (benché, come ha dimostrato lo storico Daniele Menozzi in un recente saggio su Chiesa e guerra, la Nota del papa non aveva nulla di pacifista ma serviva solo per ribadire la “suprema autorità morale” del pontefice; v. Adista n. 61/08). Dalla fine della guerra sono passati 90 anni, scrive Mosaico di Pace, mensile promosso da Pax Christi, e “il 4 novembre si ‘festeggia’ l’anniversario della ‘vittoria’. È molto forte il rischio della retorica, di definire ‘eroi’ quei poveracci mandati come carne da macello a morire per un pezzo di terra che, ci dicono gli storici, si poteva ottenere senza l’entrata in guerra dell’Italia. Una guerra che, al di là della facile retorica, ha ucciso, solo tra gli italiani, 650mila persone, più i feriti, i mutilati, ecc. Chiediamo al ministro della Difesa, on. La Russa, di non spendere milioni di euro (alla faccia della crisi e dei tagli...!!) per le celebrazioni del 4 novembre. Gli chiediamo di evitare la retorica e l’apologia della guerra, non strumentalizzando chi è morto! Il modo migliore di onorare i morti della guerra dovrebbe essere l’impegno a non prepararne altre, a non spendere miliardi per nuovi armamenti... e invece si taglia sulle spese della scuola, della sanità, della giustizia e si aumentano le spese per nuove armi, come ad esempio gli aerei da guerra F35 dal costo di 100 milioni di euro l’uno, o la nuova portaerei Cavour dal costo di circa 1 miliardo e mezzo di euro!”. Conclude il comunicato: “Vorremmo ricordare a tutti: al governo, ai politici, alle associazioni che ricordano il 4 novembre, ai sacerdoti chiamati a benedire i monumenti, a tutta la società civile, di non dimenticare che la guerra è ‘avventura senza ritorno’”.

I Beati i costruttori di pace, insieme al Movimento nonviolento e all’associazione PeaceLink, invitano a dissociarsi dalle celebrazioni del 4 novembre: “Dissociamoci in nome della pace e della Costituzione. Dissociamoci in nome di tutti quegli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti. Dissociamoci in nome di tutti i disertori che non vollero partecipare a quella che il papa definì ‘un'inutile strage’. Dissociamoci da ogni retorica celebrazione di eroismo. Dissociamoci da ogni ipocrisia. Vogliamo ricordare che chi non combatteva veniva fucilato dai carabinieri italiani. Il sentimento di pace degli italiani venne violentato da un militarismo che avrebbe poi portato l'Italia al fascismo. Occorre ricordare che la prima guerra mondiale fu uno spaventoso massacro”.

Novanta anni dopo il 4 novembre, “disgusta la retorica patriottarda, ignobile se gestita da un ministro della difesa ex-fascista”, dice Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale della sezione italiana del movimento internazionale Noi Siamo Chiesa. “La nostra linea è quella della lettera ai cappellani militari di don Milani: ‘la Patria andò in mano ad un pugno di criminali che violò ogni legge umana e divina e, riempiendosi la bocca della parola Patria, condusse la Patria allo sfacelo’. Preghiamo per quei morti mandati al massacro e ricordiamoci del papa dell' ‘inutile strage’, un papa dimenticato, Benedetto XV”.

E Lisa Clark, dei Beati i costruttori di pace, suggerisce al ministro La Russa, invece di mandare oggi i soldati nelle scuole a fare lezioni di storia sulla prima guerra mondiale, di far leggere una lettera di un soldato di ieri, semianalfabeta, che dal fronte inviò questo testo al re, poco prima di morire in trincea: “Maestà, inviamo a V.M. questa lettera per dirvi che finite questo macello inutile. Avete ben da dire voi, che è glorioso il morire per la Patria. E a noi sembra invece che siccome voi e i vostri porchi ministri che avete voluto la guerra che in prima linea potevate andarci voi e loro. Ma invece voi e i vostri mascalzoni ministri, restate indietro e ci mandate avanti noi poveri diavoli, con moglie e figli a casa, che ormai causa questa orribile guerra da voi voluta soffrono i poverini la fame!”. “Andateci voi o vigliacchi col vostro corpo a difendere la vostra patria, e poi quando la vostra vita la vedete in pericolo, allora o porchi che siete tutti concluderete certamente la pace ad ogni costo”. (l. k.)

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