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LIBRI E RIVISTE

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 3 del 03/01/2009

Alceste Santini, La Chiesa dopo la Chiesa. Credenti e non credenti nell’epoca del pluralismo, Rubbettino, pag 198, 14 euro

Alceste Santini, storico vaticanista dell’Unità ed ora al Mattino, autore di molti libri sulla vita della Chiesa e specialmente sull’Ostpolitik, propone un itinerario attraverso le novità, le trasformazioni e le restaurazioni in corso oggi nella Chiesa. Ne viene un panorama assai ricco e frastagliato, dove si vede concretamente che cosa vuol dire “pluralismo”. Sembra di guardare un mosaico estremamente policromo e non sempre ordinato, tanti dettagli interessanti mentre non è chiaro il disegno d’insieme. Ma questa è proprio la realtà delle religioni nel nostro tempo e il libro, pur in sole duecento pagine, la rende assai bene. La serietà e la bravura giornalistica di Santini  rendono il libro di lettura gradevole e permettono di scoprire volti, fatti e problemi poco noti.

 

Knut Wenzel (ed), Le religioni e la ragione. Il dibattito sul discorso del Papa a Ratisbona. Testi di Flash, Habermas, Huber, Kasper, Nayed, Striet, Wenzel, Queriniana 2008, pagg 158, 13 euro.

Il dibattito che si è sviluppato non solo in Europa dopo il discorso di Papa Ratzinger a Ratisbona conserva, al di là dei dati di cronaca, un interesse notevole e non passeggero per l’importanza dei temi trattati. Opportunamente il “Giornale di teologia” – la bella collana della Queriniana dedicata ai temi più attuali della teologia – ha raccolto i testi principali della polemica e degli approfondimenti che sono seguiti alla “lezione”. Fra i temi affrontati: il rapporto tra potere civile e religione, tra fede e ragione, tra “essere” e conoscenza, tra coscienza, dialogo e verità…

La domanda di sicurezza avvertita dalla gente è un’esigenza reale. Ma la crisi mondiale del liberismo e la svolta economica e politica, che sono all’origine anche della coraggiosa scelta compiuta dagli Stati uniti con l’elezione di Barak Obama, avvertono che occorre ormai una strategia nuova, una nuova cultura politica. Lo afferma padre Bartolomeo Sorge nell’editoriale su Aggiornamento sociali di dicembre. Secondo l’autorevole gesuita e politologo l’intera società si trova davanti a un bivio: reclamare la “tolleranza zero” oppure impegnarsi per una “cittadinanza attiva” in cui ciascuno lavori per realizzare un po’ più di giustizia, di efficienza e di partecipazione nella solidarietà. Affrontare il tema della sicurezza o dei rifiuti (come quelli dell’istruzione, dell’economia, della moralità pubblica) con proclami altisonanti e leggi drastiche quanto inapplicate è un modo poco civile e per nulla efficace. Molto meglio risvegliare le energie dei cittadini e dei gruppi sociali affinché diventino consapevoli che il bene della casa comune è il bene di ciascuno. La democrazia partecipativa è molto meglio di quel vago autoritarismo paternalistico (e televisivo) che addormenta e corrode nel profondo la coscienza dei cittadini. Perciò la nuova politica dovrà nascere dal territorio e non può esaurirsi nei partiti, tantomeno nella loro “forma” attuale. E gli stessi partiti sono chiamati a scegliere tra due tipi di politica incompatibili tra loro. La prima è quella per cui governare è sinonimo di comandare: chiunque obbietta o dissente va messo fuori gioco perché intralcia il lavoro (o gli affari). E per avere il consenso si abusa dei mass media usandoli per dare un’immagine diversa dalla realtà. L’altra politica è quella di guidare la società raccogliendone e indirizzandone le risorse e le attese migliori verso grandi e condivisi obbiettivi di bene comune e di sviluppo delle persone, delle comunità e di tutta la famiglia umana (anche quella che sta fuori dei “confini”).

Sullo stesso numero (12/2008) di Aggiornamenti sociali da segnalare un saggio di Valerio Onida su “Coscienza cristiana e coscienza democratica” e un’intervista a don Luigi Ciotti sulle misure adatte per contrastare la prostituzione (che non sono quelle predisposte dai ministri Carfagna e Alfano).

Al mistero e alla bellezza della contemplazione è dedicato il numero di Presbyteri (ottobre), la bella rivista curata da un gruppo di religiosi e laici, uomini e donne, anche se prevalentemente rivolta a sacerdoti. Nell’editoriale Felice Scalia ricorda con grande efficacia che preghiera e contemplazione nascono dall’amore e cambiano il mondo…

Severino Saccardi cura su Testimonianze (n 460, quanta emozione per chi ricorda i numeri venti e trenta della bellissima rivista rossa di Ernesto Balducci!) un bel dossier sulla domanda “uno spazio pubblico per le religioni?”. Voci anche molto diverse (da Carlo Bernardini a Pietro de Marco) s’intrecciano, allargano e approfondiscono il tema che, nel nostro Paese, è anche influenzato dal fatto della fine del “partito dei cattolici”. In ogni caso è un fatto che “il pluriverso culturale della nostra società impone alle diverse religioni il dialogo scambievole e il comune confronto con le sfide del nostro tempo, nel riferimento condiviso alla dimensione della laicità”.

 

 

 

 

 

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