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Qualche domanda per il futuro

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 12 del 31/01/2009

Sono due temi serissimi. Ma sono fondati? Li sostengono argomenti validi o lanciano un allarme eccessivo? Il dibattito ormai è aperto.

Un tema lo ha posto Gad Lerner sulla Repubblica del 18 gennaio.

“Non possiamo tollerare come un dettaglio marginale – né tantomeno come un’innocente forma di devozione – il rituale della preghiera islamica posto a sigillo delle manifestazioni indette con finalità politica. Il dispositivo replicato ieri a Roma di fronte al Colosseo… denota un ben più concreto progetto egemonico: la conquista della leadership sulle comunità immigrate.

La religione che inneggia alla guerra e santifica le povere vittime come martiri offerti ad Allah, prende così il sopravvento sulla politica. Le impone il riconoscimento di un nemico assoluto cui oggi si deve resistere con le armi. Per annientarlo un domani. I pacifisti e la sinistra radicale vengono retrocessi a comparse di una sfida tra civiltà contrapposte, come prevede il copione fondamentalista”.

 

Il secondo tema lo ha proposto lo stesso giorno Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera.

 

Sarebbe un errore non vedere che nei dintorni di una certa sinistra stanno tornano a galla, sia pure arginati da una specie di pudore, sentimenti ‘anti-sionisti’ dietro i quali s’intravede l’ombra della solita bestia razzista. Sono segnali, capiamoci: solo segnali. Facilmente da spacciare come casi isolatissimi all’interno di una reazione corale sobria e saggia”. Stella però cita Gadi Luzzatto Voghera, docente di Storia dell’ebraismo a Venezia “e certo estraneo alla destra”. Ha scritto il libro “Antisemitismo a sinistra” per dimostrare che “sinistra e antisemitismo non sono incompatibili”.

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