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FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEI MEDICI: DENUNCIARE GLI IMMIGRATI VIOLA IL CODICE DEONTOLOGICO

Tratto da: Adista Notizie n° 25 del 07/03/2009

34882. ROMA-ADISTA. Il medico che denuncia gli immigrati irregolari viola il codice deontologico e per questo potrà incorrere in sanzioni da parte dell’Ordine di appartenenza. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) interviene nuovamente, dopo le aspre critiche rivolte al governo nei mesi scorsi, nel dibattito sul Pacchetto Sicurezza, approvato dal Senato il 5 febbraio e ora al vaglio della Camera. A destare preoccupazione è in particolare l’emendamento che abolisce il divieto per i medici di denunciare gli immigrati clandestini in occasione di prestazioni sanitarie (v. Adista nn. 16/09, 81 e 77/08).

Con un documento votato all’unanimità dal Consiglio nazionale riunitosi a Roma il 20 e 21 febbraio, la Fnomceo ha infatti espresso “viva preoccupazione e forte dissenso per i contenuti del disegno di legge” ed ha evidenziato “come tale procedura sia in netto contrasto con i principi della deontologia medica” che “impongono ai medici di curare ogni individuo senza discriminazioni legate all’etnia, alla religione, al genere, all’ideologia, di mantenere il segreto professionale e di seguire le leggi quando non siano in contrasto con gli scopi della professione”.

Il Consiglio nazionale della Fnomceo - evidenziando che “la possibilità di denuncia creerà percorsi clandestini di cura, sottraendo al controllo della sanità pubblica le patologie diffusive emergenti che rappresentano un grave pericolo per ogni individuo e per la società tutta e che oggi sono monitorate e controllate” - sottolinea che “le infrazioni del codice deontologico sono sanzionabili dagli ordini di appartenenza” e che il Consiglio stesso “sarà vicino ai colleghi che dovessero incorrere in procedimenti sanzionatori per aver ottemperato agli obblighi deontologici”. Il Consiglio nazionale, nel chiedere al Parlamento che l’emendamento, “contrastante con i principi fondanti del rapporto persona malata e medico”, non sia approvato e sollecitando un’audizione presso le sedi istituzionali allo scopo di motivare la propria posizione, si è appellato alle “superiori esigenze di tutela della salute oltre che agli imprescindibili principi di solidarietà, patrimonio storico della nostra nazione”.

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