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SOLO VOCI DI GUERRA AL CONVEGNO DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO SULLA NATO

Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 14/03/2009

34892. MILANO-ADISTA. L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano celebra il sessantesimo anniversario della fondazione della Nato con un grande convegno, il prossimo 12 e 13 marzo: i massimi vertici della Forze Armate, diversi studiosi italiani e stranieri e alcuni politici del centro-destra si incontreranno in largo Agostino Gemelli per ripercorrere sei decenni di storia della Alleanza Atlantica e per discuterne le prospettive future.

Il convegno, si legge nella presentazione, “si inserisce in una tradizione consolidata di studi sulla sicurezza internazionale condotti dal Dipartimento di Scienze politiche e di collaborazione con gli organismi della Nato” e delle Forze Armate italiane. E infatti all’iniziativa – il cui titolo è “1949-2009: Sessant’anni di Alleanza Atlantica fra continuità e trasformazione” –, organizzata principalmente dalla facoltà presieduta da Alberto Quadrio Curzio, partecipano anche la Divisione Diplomazia Pubblica della Nato e il Centro Alti Studi per la Difesa.

“Il convegno si apre con un’analisi storica sulle ragioni di lunga durata che giustificano la permanenza, l’evoluzione e la trasformazione dell’Alleanza Atlantica dopo la fine della Guerra Fredda”, si legge ancora nella presentazione dell’evento. “L’attualità e il futuro dell’Alleanza saranno esaminati considerando la solidità e l’importanza della Nato per Europa e Stati Uniti, le relazioni tra Nato ed Unione Europea, il problema della ‘Nato globale’ nelle sue diverse possibili articolazioni, il rapporto con la Russia e l’allargamento ad altri Stati un tempo appartenenti all’Urss, la questione dei compiti, strettamente legata a quella della trasformazione delle forze militari, con riferimento anche alle missioni in corso ed alla possibile approvazione di un nuovo Concetto Strategico”, dopo quello già approvato esattamente dieci anni fa, il 25 aprile 1999, quando la Nato, fino ad allora formalmente un’alleanza di autodifesa, modificò il proprio statuto e si trasformò in un’organizzazione offensiva, ratificando così quanto già compiuto sul campo con il bombardamento ‘a freddo’ della Serbia iniziato il mese prima, nella notte del 24 marzo 1999. Il convegno, si spiega ancora nella presentazione, prevede anche “una riflessione sul ruolo dell’Italia, che, oggi come ieri, vede nell’Alleanza Atlantica il pilastro della sua politica estera e di difesa e svolge nella Nato un ruolo di primo piano”.

Dalle aule della Cattolica, dunque, non arriverà alcun rilievo nemmeno lontanamente critico nei confronti della Nato. Anche perché, scorrendo l’elenco dei relatori, si nota l’assenza non solo di qualsivoglia voce del pacifismo militante – magari di matrice cattolica – ma anche di studiosi o di politici in grado di introdurre visioni diverse dall’esaltazione acritica dell’Alleanza Atlantica: parleranno infatti i massimi vertici delle Forze Armate, come l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato militare della Nato, il generale Vincenzo Camporini, Capo di Stato Maggiore della Difesa, e l’ammiraglio Marcantonio Trevisani, presidente del Centro Alti Studi Difesa Civile; fra gli studiosi, Francesco Perfetti, storico di destra già allievo di Renzo De Felice, attualmente docente di storia contemporanea alla Luiss di Roma – dopo diversi anni trascorsi alla Libera Università San Pio V, ateneo privato vicino all’Opus Dei e alla Compagnia delle Opere, il braccio economico di Comunione e Liberazione – e componente dei comitati scientifici di diverse fondazioni di area conservatrice, da Liberal a Ideazione fino a Magna Carta; e due politici di centro-destra, il forzista Enrico La Loggia, presidente del Comitato Atlantico Italiano, e Sergio De Gregorio, già presidente nel 2006-2008 della Commissione Difesa del Senato grazie ad un voto trasversale che scippò la carica alla pacifista e femminista cattolica Lidia Menapace, e attualmente presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato.

Si tratta quindi di un evento apparentemente in contraddizione con lo statuto dell’ateneo, in cui si dichiara che la missione educativa della Cattolica di Milano si ispira “ai principi del cristianesimo secondo una concezione della scienza posta al servizio della persona umana e della convivenza civile”, ma assolutamente non nuovo visto che già nel maggio 2008 - come ricorda Antonio Mazzeo, analista di questioni geopolitiche che per primo ha parlato del convegno della Cattolica - l’università milanese promosse una due giorni su “L’Italia, la Nato e le Peace Support Operations”, dedicata in buona parte alle missioni realizzate dal nostro Paese in alcuni teatri di guerra (Libano, Somalia, Kosovo, Afghanistan, ecc.) in cui, anche allora, molte relazioni furono affidate ai vertici delle Forze Armate. “Il quinto dei 10 comandamenti divini impone di ‘non uccidere’” scrive Mazzeo. “Encicliche bandiscono la guerra, le spese militari e l’utilizzo di strumenti di morte come l’arma nucleare. Profeti e santi hanno predicato la pace e la non violenza. Ma la storia della Chiesa è anche fatta di guerre ‘sante’ e di crociate promosse da papi e cardinali. Il cuore della Cattolica batte certamente per queste ultime”. (luca kocci)

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