Nessun articolo nel carrello

USA: ANCHE TEOLOGI A SOSTEGNO DELLA NUOVA MINISTRA DELLA SANITÀ PRO-CHOICE

Tratto da: Adista Notizie n° 31 del 21/03/2009

34910. KANSAS CITY-ADISTA. Un gruppo di 26 leader, intellettuali e teologi cattolici statunitensi ha espresso pubblicamente il proprio appoggio alla nomina, avvenuta il 28 febbraio scorso, del governatore del Kansas - cattolica, ma pro-choice - Kathleen Sebelius a ministro della Sanità dell’amministrazione Obama. Lo ha fatto il primo marzo con una dichiarazione nella quale viene richiamata l’attenzione sul suo successo nel ridurre il numero degli aborti in Kansas: “Il governatore Sebelius – vi si legge – è una donna di profonda fede e con una storia familiare di servizio pubblico. Riteniamo che l’operato della Sebelius nell’edificazione del bene comune, nella riforma delle leggi sull’immigrazione, nel miglioramento delle scuole, nell’innovazione di soluzioni sanitarie e nella riduzione significativa del tasso di aborti in Kansas facciano di lei un candidato eccellente per il ministero della Sanità”.

La dichiarazione, promossa da Catholics United, organizzazione non profit con base a Washington impegnata nei temi della giustizia e della pace e della dottrina sociale della Chiesa, è stata firmata, tra gli altri, dalla teologa Lisa Sowle Cahill, dal professor Douglas Kmiec, giurista, dal teologo gesuita p. David Hollenbach, dal teologo moralista p. Thomas Massaro, anch’egli gesuita, e da p. Thomas J. Reese, ex direttore del settimanale gesuita America.

La nomina della Sebelius non è andata giù, invece alla maggior parte dei cattolici conservatori. A raccogliere la loro protesta, è stata l’associazione antiabortista Americans United for Life, secondo quanto riferisce il settimanale cattolico National Catholic Reporter: Per il presidente della Catholic League Bill Donahue, ad esempio, la Sebelius sarebbe una “estremista pro-aborto”. “I cattolici – ha detto – non si aspettano che presidenti pro-abortisti si allontanino dalla propria strada per scegliere cattolici antiabortisti nella propria amministrazione. Non si aspettano nemmeno, però, che essi si allontanino dalla propria strada per offenderli. Obama l’ha appena fatto”. Non tutti i conservatori, però, hanno attaccato la nomina della Sebelius. Due senatori del Kansas, Sam Brownback e Pat Roberts, fortemente antiabortisti, si sono infatti congratulati con la Sebelius per il nuovo incarico.

 

Guerra sulle clausole di coscienza

Negli Stati Uniti, ora, la guerra tra pro-choice e pro-life si è focalizzata sulla questione delle “clausole di coscienza” che intendono proteggere il personale sanitario che rifiuta di prendere parte a procedure come aborto e sterilizzazioni in virtù delle proprie convinzioni personali o religiose. L’amministrazione Obama, infatti, intende annullare una norma varata da George W. Bush a dicembre e pubblicata sul sito web del Ministero della Sanità a gennaio, appena due giorni prima che il nuovo presidente si insediasse alla Casa Bianca. Tale norma – che nelle intenzioni di Bush poteva arrivare al rifiuto di dare informazioni sulla contraccezione, e che codifica diverse leggi federali già esistenti sul divieto di discriminare gli obiettori di coscienza – è considerata dagli oppositori vaga ed estesa, ed è stata immediatamente impugnata da una coalizione di procuratori generali di tredici Stati guidata dal procuratore del Connecticut Richard Blumenthal, che l’ha definita “una norma oltraggiosa”.

La Conferenza dei vescovi cattolici non si è finora pronunciata perché, ha dichiarato un portavoce, attende di vedere la nuova norma prima di rispondere. Norma che, ha precisato la Casa Bianca, dovrà essere “attentamente elaborata”: il presidente Obama, infatti, “ritiene che il tema richieda un equilibrio tra i diritti del personale sanitario e la salute delle donne e delle loro famiglie, un equilibrio che la norma dell’ultima ora di Bush sembra aver ribaltato”.

Nel tentativo di trovare una soluzione, appunto, equilibrata, il 10 marzo il ministero della Sanità ha invitato tutti ad inviare, fino al 9 aprile, i propri commenti sull’intenzione di annullare la normativa dell’amministrazione Bush. Per Deirdre McQuade, responsabile del dipartimento politiche e comunicazione della commissione pro-life dell’episcopato Usa, è importante che partecipino al processo di discussione “tutti coloro che sono impegnati per la sacralità della vita umana, la libertà di coscienza e l’integrità etica delle nostre professioni sanitarie”. “I tentativi di annullare o indebolire la tutela della coscienza – ha affermato in una dichiarazione – costituiranno una minaccia per la nostra eredità nazionale di diversità e libertà religiosa, ridurrà l’accesso dei pazienti ad una sanità che affermi la vita, e metterà a repentaglio il consenso nazionale necessario per mettere in pratica l’indispensabile riforma sanitaria”.

Il commento richiesto dal Ministero riguarda quattro punti specifici della norma: “Scopo e natura dei problemi che hanno originato la normativa federale, e come la norma attuale potrebbe risolverli”; informazioni a supporto o in opposizione all’affermazione secondo cui “la norma riduce l’accesso all’informazione e ai servizi sanitari, particolarmente alle donne con basso reddito”; capacità o meno della norma di “minimizzare il potenziale di ambiguità e confusione” che potrebbe derivarne e, infine, possibilità o meno che gli obiettivi della norma possano essere raggiunti “attraverso mezzi non normativi, come le relazioni e l’istruzione”.

A sostenere la proposta di Obama di rescindere la norma varata “in fretta e furia” da Bush è Planned Parenthood of America, organismo che ha già denunciato il provvedimento dell’ex presidente. Il passo di Obama, afferma, riabiliterebbe “il diritto dei pazienti a ricevere informazioni e servizi completi ed accurati riguardanti la salute riproduttiva, senza il timore che il personale medico sottragga informazioni e servizi vitali in virtù delle proprie convinzioni personali”. (ludovica eugenio)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.