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Milano 2 giugno 2010: “Chiese strumento di pace?” Messaggio finale

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 53 del 26/06/2010

In ogni luogo e in ogni modo, stiamo violentando il mondo che è la nostra casa. Violenza nelle città, nell’economia, violenza contro le donne e le bambine, contro la natura e gli esseri viventi tutti. La violenza è diventata parte del nostro quotidiano e ci siamo abituati a considerarla inevitabile.

Ritroviamo la violenza persino dentro il racconto biblico, e certa violenza è stata anche giustificata dalle Chiese, ed è dentro le Chiese stesse. Eppure le Scritture ci parlano di uno Shalom che abbraccia tutte le creature viventi e la Terra stessa, che spinge gli esseri umani alla pace e alla giustizia, che converte il cuore umano.

Oggi noi, credenti di ogni Chiesa, vogliamo dire un no deciso ad ogni violenza in ogni parte del mondo. Vogliamo annunciare e abbracciare la grande rivelazione della nonviolenza e della pace di Dio. Per questi motivi aderiamo con tutto il nostro cuore e riponiamo grande speranza nella Convocazione ecumenica internazionale sulla Pace, che si terrà a Kingston nel maggio del prossimo anno. Siamo convinti che le Chiese impegnate insieme nel cammino della nonviolenza, riusciranno finalmente a dare una decisiva spinta alla pace nel mondo.

L’incontro del 2 giugno 2010 a Milano vuole essere un passo di questo cammino e un contributo italiano alla Convocazione per la Pace. Kingston 2011 valuterà e concluderà il decennio dedicato agli sforzi per superare la violenza, promosso dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (http://overcomingviolence.org/), aprendo così una nuova fase dell’impegno delle Chiese per la pace.

Con amarezza vediamo le violenze moltiplicarsi.

- Proprio a Kingston, luogo scelto per la Convocazione mondiale sulla Pace, pochi giorni fa sono esplosi scontri tra la polizia e le gangs legate al narcotraffico. Migliaia di persone sono state arrestate e si teme per gli abusi della polizia; molti sono i morti, sicuramente crescerà l’istinto di vendetta alimentando la spirale della violenza, con il rischio di una devastante guerra civile.

- Negli stessi giorni, non molto distante dal mare che bagna le coste della Giamaica, l’isola di cui Kingston è la capitale, si è consumato anche l’ennesimo disastro ambientale prodotto dalla filiera del petrolio. A parte fenomeni molto importanti ma marginali, sia in ambito laico che religioso, nessun programma politico né alcun programma di governo, almeno in Occidente, ha assunto il cambiamento climatico e il rispetto della vita non umana come un vincolo all’avidità della nostra specie. Milioni di persone – pur informate e con un cambiamento climatico ormai iniziato – con i loro comportamenti di produzione, di consumo, di violenza sotto varie forme, decretano ogni giorno la morte del pianeta.

- Il mondo sta vivendo un periodo di grave crisi economica. In Italia si annunciano grossi sacrifici e manovre miliardarie che riguardano riduzioni nello stato sociale. Eppure le spese militari non vengono toccate dalla crisi e dai tagli; aumenta l’attività delle forze armate italiane all’estero, e recentemente il governo italiano, coperto da grande silenzio, si è impegnato, con gli Usa, nell’acquisto di 131 cacciabombardieri da guerra per una spesa di oltre 13 miliardi di euro, che sono un insulto alla morale e ai principi fondamentali della nostra stessa Costituzione (art. 11).

Queste vicende ci interrogano fortemente. Cosa dicono, a noi credenti, questi segni dei tempi? Sono troppo poche le comunità profetiche che praticano la pace, denunciano e contrastano gli squilibri economici, riducono il consumo del pianeta promuovendo nuovi stili di vita.

Il cammino verso Kingston ci spinge a chiederci: quale Dio regnerà? Il Dio della vita e delle benedizioni condivise o il dio dell’egoismo e del profitto? Sapranno le Chiese e i credenti far spazio allo Spirito di Dio che ci libera e ci offre una speranza alternativa a questa economia che consuma il mondo e introduce violenza e sfruttamento in ogni relazione?

Con decisione, insieme, vogliamo convertire le nostre esistenze e le nostre Chiese al Dio di pace e di giustizia che ci è annunciato nell’evangelo.

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