Nessun articolo nel carrello

CASO TAMAYO: DALLA STAMPA SPAGNOLA, STOP ALL’“INVASIONE DI CAMPO” DELLA CHIESA

Tratto da: Adista Notizie n° 12 del 31/03/2012

36605. PALENCIA-ADISTA. La conferenza del teologo Juan José Tamayo, invitato dall’Università Popolare di Palencia ad illustrare il suo libro “Un’altra teologia è possibile”, «non è stata promossa da questo episcopato, né da nessuna associazione o movimento appartenente alla Chiesa cattolica»; e per chi lo avesse dimenticato, «in una nota della Commissione episcopale per la Dottrina della Fede» del 10 gennaio del 2003 in merito al libro “Dio e Gesù” di Tamayo «si informa che “l’autore, negli ultimi anni, ha seguìto nelle sue pubblicazioni teologiche e manifestazioni pubbliche una traiettoria che lo separa dalla comunione ecclesiale, la qual cosa è incompatibile con la condizione di teologo cattolico”». Di tanto l’Ufficio della Comunicazione della diocesi di Palencia, retta da mons. Esteban Escudero Torre, «si vede in obbligo di avvertire i cattolici».

Il comunicato, del 9 marzo scorso, presenta alcune incongruenze: l’Università Popolare organizzatrice dell’evento non è un’università cattolica; Tamayo insegna all’Università Carlos III di Madrid, non cattolica, come responsabile della Cattedra di Teologia e Scienze delle Religioni; si dichiara cittadino laico, libero, in nessun modo legato a qualsiasi istituzione ecclesiastica e non gli è mai stata recapitata una lettera con la stampigliatura “eretico!”. E allora, chiede l’editoriale del 12 marzo del quotidiano spagnolo El País, «di che si immischia l’episcopato? Quale tipo di etica porta la gerarchia a stigmatizzare un professore con il pretesto che è fuori della “comunione ecclesiale”?». E ci va giù pesante: «La Chiesa cattolica – afferma – è incapace di articolare un discorso coerente sulla società. Non sa definire il suo ruolo in tempi di depressione, né capisce cosa muova i giovani, al di là di inondarli con slogan propri della pubblicità dei detersivi, né ha una presenza etica per affrontare le “ingiustizie sociali”. Ma c’è una cosa che fa alla perfezione: impedire che altri suggeriscano gli obiettivi teologici di una “comunità ecclesiale” in epoca di tribolazioni. Il vescovo di Palencia ha dimostrato, con questo comunicato fra autoritarismo risentito e delazione, come si intralci il libero pensiero».

Il teologo non si è peritato di commentare l’iniziativa di mons. Escudero: «Il vescovo è disorientato. Confonde lo spazio religioso con lo spazio pubblico e interviene come si faceva nel Medio Evo, quando il vescovo era signore feudale. Nello spazio pubblico può esprimersi come qualsiasi cittadino, ma non può imporre la sua ideologia e la sua mentalità dogmatica, meno ancora porre limiti alla libertà di espressione come coartare i cattolici che sono liberi di decidere per proprio conto. Episcopato e teologia si muovono su piani differenti. Io non posso sottomettere le mie ricerche teologiche agli ordini dei vescovi».

È piuttosto ricorrente, da parte della Chiesa gerarchica spagnola, imporre la censura sulle conferenze di Juan José Tamayo. L’ultima è avvenuta a novembre dell’anno passato: il cardinale di Barcellona, Luis Martínez Sistach ha posto il veto ad un intervento sulla situazione della donna nella Chiesa che il teologo doveva tenere in una parrocchia di Sant Medir. Tamayo ha parlato ugualmente, in un locale affittato dalla stessa parrocchia una via più in là. Ma era la terza ingiunzione al silenzio nel giro di due mesi, essendo le due precedenti intimate dal cardinale di Madrid Antonio María Rouco.

Rileva su El País del 19 marzo Juan J. Bedoya che sono decine, dopo il Vaticano II, i teologi censurati dalla gerarchia. Ne ricorda qualcuno: i claretiani José María Vigil, Benjamin Forcano e Evaristo Villar; il francescano José Arregi, il redentorista Marciano Vidal, i gesuiti José María Diez Alegría, Juan Antonio Estrada e José María Castillo. E va sicuramente citato il caso emblematico di José Antonio Pagola, già vicario della diocesi di San Sebastián, il cui famosissimo libro (oltre 100mila copie vendute), Gesù, un approccio storico, è stato censurato dalla Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza episcopale spagnola.

Di fronte a tanto, il teologo e biblista Carlos Escudero Freire (Redes Cristianas, 20/3), solidarizzando con Tamayo, scrive che «è urgente demistificare la gerarchia ecclesiastica». Secondo la sua analisi, «il problema fondamentale della gerarchia» è nel fatto che «sta vivendo nel giudaismo», mentre «Il Vangelo è profano» (come recita il titolo di un suo libro). «Pietro e gli apostolici – spiega – non riuscivano a capire che Gesù non si presentava come Messia agguerrito, con forza e potere, ma come Messia servitore di tutti e solidale con i più poveri; la gerarchia ecclesiastica, al contrario, ha fatto e continua a fare del potere sacro il suo baluardo. Da queste strutture di potere e di dominio non può capire adeguatamente il vangelo, che si offre all’umanità come regalo inestimabile». E allora la gerarchia «impone il “suo Vangelo” con tutti i mezzi: scomunicando, coartando in mille modi e cercando di mettere a tacere i teologi che la criticano e che però sono in comunione con i cristiani “dal basso”, con uomini e donne di altre religioni, con agnostici e atei che, senza saperlo, del Vangelo praticano i punti essenziali».

E c’è un’altra stimmate della gerarchia ecclesiastica: «Il potere sacro. Il mondo del sacro genera potere e dominio sugli altri esseri umani. Gesù, che è stato sempre sotto l’influsso dello Spirito, ha rifiutato questo potere» e ha passato il testimone, lo Spirito, agli apostoli. «Lo Spirito – è la deduzione di Freire – crea fraternità e uguaglianza nella comunità cristiana; il potere sacro divide, discrimina e sottomette». (eletta cucuzza)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.