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La Costituzione si fa strada

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 19 del 25/05/2013

Non ci si è mai tanto appellati ai valori della Costituzione, non si sono mai tanto citati i suoi articoli, addirittura prevedendo un insegnamento specifico (“Cittadinanza e Costituzione”) tra le materie scolastiche (lo ha fatto Gelmini, nella sua “riforma” della scuola) quanto in questi anni, nei quali pure – paradossalmente – lo spirito, oltre che la lettera, della nostra Carta fondamentale è stato ignorato, mistificato, stravolto. Di più. Le riforme costituzionali – che nei Paesi “normali”, avvengono (e non così spesso) solo dopo un ampio dibattito politico che esce fuori dai palazzi degli addetti ai lavori per coinvolgere l’opinione pubblica – sono state oggetto di scambio politico, laboratorio di alleanze poco confessabili (la Bicamerale presieduta da D’Alema), strumenti per garantire la stabilità di esecutivi precari (la cosiddetta “Convenzione” ipotizzata da Letta per puntellare il suo governo e naufragata prima ancora di vedere la luce).
Una contraddizione che si spiega forse con l’inconscio senso di colpa della nostra classe politica, che rende formalmente onore ai propri “padri” (costituenti) mentre tenta in tutti i modi di ucciderli per sostituirsi a loro. Oppure un modo per occultare attraverso un’abile regia propagandistica un disegno politico autoritario, che parte dalla fine degli anni ’70 (la “Grande Riforma” invocata da Bettino Craxi sin dal 1979) e che cerca di cancellare il lungo percorso di lotte, di dialogo e mediazioni tra culture politiche diverse, che dopo la Resistenza al nazifascismo avevano trovato nella nostra Carta una delle sintesi più avanzate di tutto il mondo occidentale.
In un contesto del genere, la lettura di un libro come Da sudditi a cittadini. Il percorso della democrazia, appena uscito per i tipi del gruppo Abele (pp. 240, euro 16, con un cd allegato curato da Laura De Romanis contenente preziosi materiali e documenti; il libro – con o senza cd – può essere richiesto ad Adista, tel. 06/6868692; email: abbonamenti@adista.it; oppure acquistato online sul sito www.adista.it), è quanto mai utile e preziosa. Utile a capire quanto la Costituzione costituisca il terreno di valori comuni che ha consentito al popolo italiano negli ultimi cinquant’anni di affrontare la temperie delle vicende storico-politiche che hanno attraversato il dopoguerra, salvaguardando, nell’essenziale, la pace, la libertà, i diritti fondamentali degli individui e quelli delle comunità. Preziosa perché nel libro la Costituzione non è osservata staticamente, ma raccontata attraverso le forme con cui le parole della nostra Carta si sono incarnate nella dinamica dei processi reali della società italiana – dalle istituzioni al lavoro, dalle Forze armate alla salute – attraverso un processo che non solo non è stato sempre lineare, ma è stato spesso puntellato da misteri e periodi bui, stragi e disegni eversivi, involuzioni autoritarie e leggi “speciali”, che si sono manifestati in maniera più evidente e violenta proprio in quei passaggi storici in cui i principi del 1948 assurgevano a movimento reale di emancipazione per tante donne e uomini in marcia dalla condizione di sudditi a quella di cittadini.
A scrivere il libro è Domenico Gallo, magistrato attualmente in servizio presso la Corte di Cassazione, da sempre impegnato nel movimento per la pace, attivo nei comitati per la difesa della Costituzione, già senatore di Rifondazione Comunista (aderì poi ai Comunisti Unitari all’epoca della scissione del Prc seguita alla nascita del governo Dini) dal 1994 al 1996. Non è il primo libro che Gallo dedica alla nostra Carta fondamentale: anni fa pubblicò con Franco Ippolito un altro prezioso volumetto sullo stesso tema, Salviamo la Costituzione, che fu per molti democratici strumento prezioso per leggere criticamente il progetto di sostanziale demolizione dell’edificio costituzionale approntato dal centrodestra nel 2005 (sulla scia delle riflessioni dei “saggi di Lorenzago”), poi naufragato nel referendum popolare del 2006.
Nel suo nuovo libro, Gallo, per rendere più chiaro il percorso che ha portato gli italiani dalla condizione di sudditi a quella di cittadini, ripercorre le tappe che in un secolo (1848-1948) hanno traghettato il Paese dalla monarchia alla Repubblica, dallo Statuto albertino (che concedeva il diritto di voto a meno del 2% della popolazione) alla Costituzione italiana. Ricostruisce poi lo sfondo storico e politico nel quale si inserisce il dibattito dell’Assemblea Costituente, le culture che si confrontarono in quella sede, per poi ripercorrere la “vita della Costituzione nell’esperienza storica”, anche attraverso quelle leggi (divorzio, obiezione di coscienza, diritto di famiglia, aborto, chiusura dei manicomi, ecc.) che hanno realizzato concretamente i principi sanciti dalla nostra Carta.
A corredo del libro, anche diversi materiali storici, documenti, filmati raccolti in un cd allegato al testo, particolarmente utile per chi, studenti o insegnanti, intende utilizzare il lavoro di Gallo in ambito scolastico.

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