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MONS. ANGELELLI MARTIRE? FINALMENTE IL VATICANO METTE IN DUBBIO LA TEORIA DELL’INCIDENTE

Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 22/03/2014

37563. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. «Una costante della storia cristiana è la persecuzione e la croce, che in questo mondo e in questo tempo della Chiesa toccano molti suoi figli». Pronunciata questa frase, durante la celebrazione della messa in occasione dell’assemblea plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina (28/2), il cardinale argentino Leonardo Sandri ha fatto i nomi di tre ecclesiastici latinoamericani vittime della persecuzione. Premettendo: «Senza anticipare il giudizio della Chiesa – ha specificato – e senza dare alle parole “martirio” e “martire” un significato canonico e teologico ed evitando qualsiasi interpretazione politica», ha ricordato Juan Jesus Posadas Ocampo, arcivescovo di Guadalajara, in Messico, assassinato il 24 maggio 1993; mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, assassinato il 24 marzo 1980, e mons. Enrique Angelelli, vescovo di La Rioja, in Argentina. Di quest’ultimo non ha detto “assassinato”; ha specificato che è «morto il 4 agosto 1976 in un incidente automobilistico sospetto e in un contesto di grande coraggio episcopale».

Ma se non è chiaro che sia stato ucciso per la sua fede, perché metterlo fra i “martiri”, canonicamente riconosciuti o meno?

La Santa Sede accettò subito per buona la versione della morte per fatalità – l’omicidio fu tra l’altro testimoniato da chi era con lui nella macchina spinta fuori strada – data dalla giunta che il 24 marzo del ‘76 instaurò la dittatura in Argentina. E anche se all’epoca L’Osservatore Romano parlò di «un misterioso incidente automobilistico», Roma in tutti questi anni ha “rimosso” la tragica fine di Angelelli da qualsiasi intervento pubblico, probabilmente in attesa di un giudizio finale da parte della magistratura, anche se già nel 1986 il giudice Aldo Morales dichiarò che la morte di mons. Angelelli è stata un «omicidio freddamente premeditato».

Ma ora che al soglio pontificio c’è papa Francesco ci si può permettere anche in discorsi ufficiali di definire «sospetto» quel sinistro. Infatti Francesco, da cardinale di Buenos Aires, il 4 agosto del 2006 si recò sul luogo dell’omicidio avvenuto 30 anni prima a La Rioja e citò anche Angelelli fra quanti, «con il loro sangue versato, furono testimoni della fede».

Da parte sua, il card. Sandri nell’omelia del 28/2 ha detto che «è stata introdotta la causa di canonizzazione di mons. Enrique Angelelli». Per martirio – e a questo punto sarebbe una vera notizia – o “solo” per esercizio di virtù eroiche con miracolo post mortem? In Vaticano, alla Congregazione per la Causa dei Santi, si sono rifiutati di rispondere a qualsiasi nostra domanda di chiarimento. «Ma se è segreta!», ci hanno risposto. «Anche dopo che l’ha rivelata Sandri?», abbiamo contestato. Ne abbiamo dedotto che il cardinale potrebbe aver messo tutti in imbarazzo. (eletta cucuzza)

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