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Usa: si allarga il fronte per l’ordinazione femminile. Ma l’inquisizione non si placa

Usa: si allarga il fronte per l’ordinazione femminile. Ma l’inquisizione non si placa

Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 03/10/2015

38271 WASHINGTON-ADISTA. Nel corso del Sinodo straordinario sulla Famiglia dello scorso autunno, papa Francesco aveva incoraggiato i vescovi a non autocensurarsi, ma a «parlare coraggiosamente e ad ascoltare con umiltà». Seguendo questo invito, mons. Francis A. Quinn, già vescovo di Sacramento dal 1980 al 1994 (quando, in anticipo sui tempi, si era dimesso spontaneamente per svolgere un lavoro pastorale in Arizona a fianco degli indiani d’America), noto e molto amato in quanto autorevole figura pastorale, ha deciso di esprimere pubblicamente il proprio appoggio alla causa dell’accesso delle donne al sacerdozio. Lo ha fatto da un grande pulpito, quello delle pagine del New York Times, e in un’intervista al settimanale gesuita America (16/9) a pochi giorni dall’inizio della visita del papa negli Stati Uniti, esponendo la sua posizione sul ministero sacerdotale, afflitto oggi da una grave carenza di risorse umane. 

Di fronte alla mancanza di preti, la Chiesa, ha scritto sul NYT, deve «accettare anche l’ordinazione di uomini di esperienza, di comprovato carattere e impegnati in matrimoni stabili», ma deve anche pensare al celibato opzionale (che «consente una scelta tra vita di astinenza, totalmente dedicata al ministero, e vita coniugale, che consente una migliore comprensione della vita dei parrocchiani») e persino al sacerdozio femminile: «Gli ultimi papi hanno dichiarato che il sacerdozio femminile non può essere preso in considerazione sulla base del Vangelo e di altri documenti che hanno sancito che Cristo ha ordinato soltanto uomini. Ma le donne – afferma Quinn – hanno mostrato grandi qualità di leadership: forza, intelligenza, preghiera, saggezza, pragmatismo, sensibilità e conoscenza della teologia e della Sacra Scrittura. Potrà un giorno la Chiesa docente tenere conto del cambiamento delle circostanze ed essere ispirata dallo Spirito Santo per studiare e reinterpretare questa tradizione biblica?». 

Quinn – che nell’articolo ha parlato anche della questione dei divorziati risposati, affermando che dovrebbero essere riammessi all’eucaristia dopo un percorso penitenziale – ha dichiarato ad America di essere convinto «che lo Spirito chiami le donne al diaconato e al sacerdozio», ma che lo Spirito non l’abbia ancora comunicato alla Chiesa docente. «Non vedo alcun motivo per cui le donne non possano essere prete», ha detto; «la Chiesa ne trarrebbe grandi benefici». Quinn ha anche rivelato di nutrire queste idee da decenni, ma di non averne mai fatto parola pubblicamente finora perché Giovanni Paolo II, con la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis del 1994, aveva chiuso la questione (e anche papa Francesco ha confermato questa come posizione della Chiesa). «Non voglio scavalcare ciò che i papi dicono, ma penso che la questione andrà in quella direzione. Non ora, ma la direzione è quella». In questa prospettiva, ha scritto il vescovo emerito sul NYT, il papa dovrebbe considerare la possibilità di convocare un Concilio Vaticano III, allo scopo di «rallentare o invertire l’emorragia di fedeli dalla Chiesa», stimolando un nuovo dibattito sulla vita spirituale del clero e dei laici, sulla moralità della politica economica, sulla pace e sulla guerra, sulla sessualità, sui poveri e i sofferenti. Non si tratta solo di risolvere problemi contingenti come la scarsità di preti, ha aggiunto, ma di «reimparare a comunicare una religione più profonda, più intelligente, più coerente che porti a una vita di accoglienza e amore». 

Una questione di giustizia

Un sondaggio condotto nel 2014 da Unipoll conferma che la maggioranza dei cattolici di Francia, Spagna, Argentina, Italia, Stati Uniti e Brasile appoggia il sacerdozio femminile. E un appello al papa in questa direzione è stato lanciato, in un incontro svoltosi a Philadelphia dal 18 al 20 settembre, dalla Women’s Conference Worldwide (Wow), coalizione di dieci organismi diffusi in dieci Paesi del mondo, che ha visto la presenza di 500 partecipanti. Nel corso della conferenza, dedicata al tema “Ordinazione delle donne cattoliche: 40 anni di successi e di sfide”, con particolare riferimento alla giustizia di genere e sociale basata sul Vangelo, si è posto l’accento sul sessismo ancora presente nella società e nella Chiesa: «La leadership delle donne è essenziale per tutti gli aspetti della Chiesa e della società e da molto tempo è necessario che la nostra Chiesa apra le porte all’ordinazione femminile», ha detto Erin Saiz Hanna, organizzatrice della conferenza.

Di notevole significato è stata la partecipazione, tra i relatori, di quattro uomini – tre preti sospesi per le loro posizioni e uno in attività – sostenitori dell’accesso delle donne al sacerdozio in virtù di una semplice necessità «di coerenza personale»: p. Tony Flannery, Roy Bourgeois, Jack McClure e Paul Collins. Il primo, redentorista irlandese e tra i fondatori dell’Association of Catholic Priests, è stato punito dal Vaticano per le affermazioni su donne prete e morale sessuale contenute nella rivista Reality (v. Adista Notizie nn. 4 e 6/13, 2/15). Roy Bourgeois, espulso dalla congregazione di Maryknoll, attivista pacifista, fondatore dell’Osservatorio sulla militarista Scuola delle Americhe, è stato scomunicato per aver concelebrato un’ordinazione femminile (v. Adista Notizie nn. 28, 30, 32 e 69/11). Paul Collins, religioso australiano, storico, dimessosi nel 2011 dal sacerdozio per il conflitto con il Vaticano su un libro riguardante il potere papale, da anni supporta la causa delle donne prete. Quanto a McClure: era l’unico ad esercitare ancora il ministero sacerdotale e aveva deciso di rompere il silenzio sulle sue convinzioni in materia di sacerdozio femminile grazie alla promozione del dialogo da parte di Francesco. Gli strali della gerarchia ecclesiastica però si sono immediatamente abbattuti sul religioso che due giorni dopo la conferenza si è visto comunicare il divieto di celebrare messa nella sua parrocchia di San Francisco, nota per il suo spirito di accoglienza delle persone Lgbt. L’arcivescovo mons. Salvatore Cordileone, tramite il suo portavoce, ha infatti comunicato al religioso la sospensione a divinis a partire dalla fine di settembre. McClure si è detto amareggiato per il provvedimento ma ha anche detto di aver avuto bisogno, in coscienza, «di rompere il silenzio». «È una cosa folle», ha commentato Miriam Duignan, del board della Wow. «Non voglio che resti senza casa. Non voglio che venga emarginato. Sono scioccata che la nostra Chiesa sia ancora capace di causare danni di questo genere, punendo un uomo di 71 anni per aver detto in pubblico cioè che migliaia di preti affermano privatamente in tutto il mondo».

La Conference ha visto la partecipazione di molte personalità di prestigio del mondo femminile cattolico e accademico: tra le altre, le teologhe femministe Elizabeth Schüssler Fiorenza, Mary Hunt, Tina Beattie e Kristina Keneally; le religiose suor Theresa Kane, già presidente della Leadership Conference of Women Religious (Lcwr) e suor Maureen Fiedler; Patricia Fresen, teologa sudafricana scomunicata dopo l’ordinazione sacerdotale celebrata con l’organizzazione Roman Catholic Women Priests; la fondatrice della Snap, la rete di vittime di abusi sessuali perpetrati da membri del clero Barbara Blaine, la rabbina Rebecca Alpert

* Immagine di baldeaglebluff, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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