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La vostra ferita è anche la nostra. Il mondo della nonviolenza si stringe intorno a Bruxelles

La vostra ferita è anche la nostra. Il mondo della nonviolenza si stringe intorno a Bruxelles

Una piccola rassegna delle prime reazioni agli attentati di Bruxelles.


Violenza cieca che genera tante sofferenze

Pubblichiamo di seguito il messaggio di cordoglio per le vittime degli attentati terroristici avvenuti questa mattina a Bruxelles (Belgio), che il Segretario di Stato card. Pietro Parolin ha inviato, a nome del Santo Padre, all’Arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. Jozef De Kesel:

Avendo saputo degli attentati avvenuti a Bruxelles e che coinvolgono numerose persone, Sua Santità papa Francesco affida alla misericordia di Dio le persone che hanno perso la vita e si associa attraverso la preghiera al dolore dei loro congiunti. Esprime la sua profonda vicinanza ai feriti e alle loro famiglie come a tutte le persone che partecipano ai soccorsi, domandando al Signore di portar loro conforto e consolazione in questa prova. Il Santo Padre condanna di nuovo la violenza cieca che genera tante sofferenze e, implorando a Dio il dono della pace, invoca sulle famiglie coinvolte e sul popolo belga la benedizione divina.

Vuoto d'ideali

“Questi episodi così drammatici denunciano una carenza e un vuoto culturale molto grave che la nostra Europa ha creato: vuoto d’ideali, valori autentici, alti che diano senso alla vita delle persone senza lasciarsi suggestionare da ideologie turpi, atroci e barbare come queste che in animi vuoti, fragili possono suscitare un certo influsso e una suggestione malefica”. Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Angelo Bagnasco, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000 commentando gli attentati di Bruxelles. “L’Europa – ha aggiunto il card. Bagnasco – dovrebbe riflettere molto di più su questi episodi così tragici che sembrano non terminare. Riflettere non solo in termini di difesa e prevenzione ma anche in termini culturali”.

Il terrorismo, ha sottolineato il card. Bagnasco, “porta una sfida a tutta la civiltà occidentale che deve fare le sue riflessioni nei rapporti con le altre culture e civiltà perché l’Europa non è il centro del mondo, deve rivedere il proprio modo di vivere dal punto di vista morale e spirituale. Senza un forte impianto di valori autentici anche i beni materiali non hanno nessun significato e le altre culture esterne all’Europa questo lo sentono e magari reagiscono in modo inaccettabile e barbaro”.

“Non penso che questi fatti così gravi – ha concluso il card. Bagnasco - siano strettamente legati ai processi migratori perché se guardiamo all’afflusso di questa povera gente affamata, disperata, insicura e spaventata mi sembra che questo sia un altro ‘spettacolo’. Certamente l’Europa deve essere estremamente vigile”.

Non lasciarsi sopraffare dalla paura

Appreso questa mattina la notizia degli attentati perpetrati nell’aeroporto di Bruxelles e nella metropolitana della città belga, davanti a questo nuovo atto disumano, assicuro la mia preghiera per le vittime ed esprimo la mia vicinanza alle loro famiglie.

In questo tempo tormentato, invito a non lasciarci sopraffare dalla paura e a pregare per la pace in Europa, in Medio Oriente e in tutto il mondo.

card. Péter Erdo, presidente del Consiglio Conferenze episcopali europee

Non perderemo la speranza

Pax Christi International, con il suo Segretariato internazionale a Bruxelles, in Belgio, è scioccata dagli attacchi violenti che hanno ucciso molte persone e provocato centinaia di feriti in aeroporto e nelle stazioni della metropolitana di Bruxelles, soprattutto nella metro di Maelbeek che è vicino alle istituzioni dell’Unione europea.

Pax Christi International condanna con forza questi atti terroristici e esprime profonda solidarietà alle vittime e alle loro famiglie.

Preso atto, di fronte a questa tragedia, di quanto l’essere umano sia in grado di distruggere la vita e calpestare la dignità umana, riaffermiamo il nostro impegno ad essere guidati non dalla paura e dall’odio, che sono i semi del terrore e della guerra, ma dalla carità e dalla nonviolenza.

Nonostante la tragedia e la perdita di vite umane, non perderemo la speranza. Siamo convinti che il terrore non prevarrà, e la memoria di coloro che sono stati uccisi ispirerà soluzioni efficaci in risposta alla violenza cieca.

Confermiamo la nostra determinazione a sostenere le vittime della violenza e del terrore in molti paesi del mondo; a continuare a promuovere le condizioni per la pace; e a sostenere lo sviluppo di una comunità umana che includa la giustizia sociale, lo stato di diritto e la sicurezza umana. Chiediamo il rafforzamento di metodi nonviolenti per la gestione dei conflitti e contro il terrore e che gli autori siano ritenuti responsabili.

Preghiamo per le vittime, le loro famiglie e le loro comunità, e siamo solidali con le persone e organizzazioni in tutto il mondo per cercare di affrontare le cause profonde della violenza e del terrore.

Nell’anno della misericordia, noi ci impegniamo come Movimento a promuovere la riconciliazione in questo mondo devastato.

Pax Christi International

La vostra ferita è anche la nostra

In merito agli attacchi terroristici occorsi oggi a Bruxelles, vicinanza e profonda solidarietà è stata espressa in una lettera inviata al pastore Steven Fuite, presidente della Chiesa protestante unita del Belgio (EPUB), dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

“La vostra ferita è anche la nostra. Siamo sgomenti ed inorriditi di fronte a questo ennesimo atto di terrorismo, indirizzato contro persone innocenti”, scrive il pastore Negro, sottolineando come la città di Bruxelles, colpita da questi “atroci fatti”, è anche “capitale d’Europa e simbolo di una comunità di Stati e di popoli ai quali appartiene anche l’Italia” (Nev, 22/3).

Negro condanna nella maniera più ferma “questo atto odioso che tocca i nostri cuori e le nostre coscienze”, mentre, “raccolti in preghiera in questa settimana di Passione, rivolgiamo i nostri pensieri alle vittime, alle loro famiglie, ai loro cari e ai loro amici, al popolo belga e a tutte e tutti voi, sorelle e fratelli delle chiese evangeliche”.

“Ribadiamo il nostro impegno costante per il dialogo tra i popoli, le religioni e culture, contro ogni fondamentalismo, radicalizzazione e strumentalizzazione del nome di Dio – si legge nella lettera, che così prosegue –: Insieme a voi, continueremo a testimoniare in Europa e nel mondo che è possibile costruire strade di giustizia e dialogo, nel rispetto della vita umana e della convivenza tra uomini e donne che, pur appartenendo a diverse tradizioni religiose e culturali, sentono il comune bisogno di unirsi contro la violenza e il terrore blasfemo seminato nel nome di una ideologia religiosa che rifiutiamo e condanniamo mentre testimoniamo che Dio è amore, vita e grazia”.

Un'ideologia violenta incompatibile con ogni espressione di fede autentica

In seguito ai tragici fatti di Bruxelles il moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini, ha scritto un messaggio di cordoglio e di vicinanza, a nome di valdesi e metodisti italiani, a Steven Fuite, presidente del Consiglio sinodale della Chiesa protestante unita del Belgio.

Caro Presidente, caro Fratello in Cristo,

oggi la tua città, il tuo paese e le chiese che rappresenti vivono un giorno di lutto al quale noi, valdesi e metodisti italiani, ci associamo con piena partecipazione.

Nei giorni in cui come cristiani ricordiamo la Passione e il sacrificio del nostro Signore Gesù Cristo, le forze del peccato seminano terrore e morte in Europa, distruggendo vite umane e pretendendo di costringerci ad armare i nostri cuori, le nostre menti e le nostre mani.

Ma ciò non accadrà perché noi restiamo saldi e forti nella nostra fede in Cristo che ci ha insegnato che l’agape di Dio non viene mai meno e che, anche nel momento della sofferenza e del dolore, dobbiamo resistere all’odio e allo spirito di vendetta per affermare, invece, le ragioni della giustizia, del diritto e della pace.

Oggi piangiamo le vittime di una ideologia violenta e omicida che, benché strumentalizzi il nome di Dio, resta incompatibile con ogni espressione di religiosità e di fede autentica. E per questo continuiamo a sentirci impegnati in un dialogo sincero e fraterno con quei credenti di altre tradizioni religiose che si dicono e si dimostrano pronti a camminare su una strada comune di convivenza e di condivisione.

È con questo spirito, caro fratello, che ci prepariamo a celebrare la Pasqua, addolorati dalla tragedia di oggi ma anche illuminati dalla luce del Signore che risorge e che ci dà la forza di proseguire nel nostro cammino.

Fraternamente,

pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola Valdese

Resistere al terrore

La Confederazione Islamica Italiana, dinanzi all'ennesimo attentato nel cuore dell'Europa, alla nostra civiltà e democrazia fa appello alla classe politica internazionale affinché si individui un percorso condiviso e unitario per salvare l'umanità dall'incendio che si è propagato ormai in tutto il mondo. Ieri in Costa d'Avorio, in Turchia, in Tunisia, in Francia, oggi a Bruxelles. 

Occorre cooperazione e solidarietà, volti ad integrare gli sforzi di tutti, nel richiedere l'allocazione di parte dei bilanci utilizzati per la guerra, per la promozione e il sostegno dei programmi di pace e di prevenzione al radicalismo. In questi momenti difficili per l'intera umanità si avverte il vuoto di istituzioni sovranazionali che indichino la via politica di resistenza democratica al terrore.

Il compito delle persone di fede sta nella concreta e ferma volontà di spegnere il fuoco nelle anime e nei cuori di coloro che disseminano terrore, devastazione e distruzione, attraverso l'integrità e la purezza dei testi sacri e in conformità alla solidità interpretativa derivante dalla tradizione sapienzale. L'Islam è una via della pace e per la pace.

La Confederazione Islamica Italiana piange le vittime innocenti di questo ennesimo attentato e rivolge con forza parole di condanna al terrorismo e alla sfida che è stata lanciata all'Europa, affinché si trovi presto una ferma reazione politica contro questa minaccia globale.

Moustapha Hajraoui, presidente della Confederazione Islamica Italiana

Orrore e terrore a Bruxelles: una sola risposta possibile 

La guerra è il più grande crimine contro l'umanità, che la facciano le bombe dei terroristi di Daesh o le bombe sganciate da aerei di eserciti regolari. Oggi piangiamo le vittime di Bruxelles e condanniamo i carnefici assassini. Oggi abbiamo bisogno di mezzi di soccorso per salvare i feriti dell'attentato e i profughi in fuga dall'inferno. Oggi sentiamo la mancanza di una polizia efficiente contro i criminali terroristi e di una polizia internazionale per fermare i criminali di guerra. Oggi dobbiamo difendere i diritti umani di tutti, dei turisti e cittadini innocenti come delle popolazioni che subiscono i bombardamenti indiscriminati.

Oggi e domani dev'essere il momento della nonviolenza, l'unica via per salvare l'umanità dal suo suicidio.

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento 

Fermare le stragi nell'unico modo possibile 

Le stragi che oggi hanno insanguinato Bruxelles ci colmano di orrore e di terrore, di lacrime e lutto, di un muto sgomento e di un dolore insostenibile.

Ma questo ennesimo abominevole crimine deve anche aprirci gli occhi, il cuore, la mente.

Ad esso occorre rispondere con la forza della verità, della ragione, dell'umanità.

La morte di massa che i criminali terroristi portano nel cuore dell'Europa è tragicamente la stessa morte di massa che da decenni le armate legali dei governi occidentali e dei loro sanguinari complici e sicari regionali, ed i prodotti letali dei mercanti di armi, spargono nel Vicino e nel Medio Oriente; e le organizzazioni terroristiche che ora portano nelle nostre città europee un diluvio di sangue sono state allevate dai nostri governi, dalle nostre guerre, dalle nostre armi, e la politica del terrore globale dei poteri imperiali riproducono specularmente sulla scala ad esse accessibile.

Come ci si poteva illudere che quelle guerre non avrebbero raggiunto anche le nostre case?

Come ci si poteva illudere che i terroristi colà finanziati, armati e addestrati dalle potenze occidentali e dai loro complici regionali non avrebbero prima o poi esteso il loro campo d'azione da quelle terre alle nostre?

Come ci si poteva illudere di essere in un'isola felice, in una campana di vetro, in una torre d'avorio, in una fortezza inespugnabile, quando le tecnologie hanno unificato il mondo e le armi di sterminio sono a disposizione di tutte le mafie così come dell'uomo più solo, più stolto e più disperato? Mentre milioni e milioni di esseri umani, già oggi vittime delle guerre e della fame, del terrore e delle devastazioni, delle dittature e della schiavitù, hanno perso ogni loro bene e sono costretti a fuggire attraverso deserti e mari, attraverso paesi e continenti, affrontando la morte - e sovente alla morte soccombendo quando ormai la meta agognata sembrava vicina -, perché i governi dei Paesi europei negano loro il primo di tutti i diritti: il diritto a salvare la propria vita, rifiutando ad essi l'approdo in un luogo in cui vivere in pace?

C'è un solo modo per fermare le stragi: cessare di commetterle e di favoreggiarle.

C'è un solo modo per sconfiggere il terrorismo: scegliere la nonviolenza.

Occorre una immediata politica di disarmo e di proibizione assoluta di produrre, commerciare e detenere armi.

Occorre una immediata politica di smilitarizzazione dei conflitti e di intervento umanitario non armato e nonviolento per salvare tutte le vite.

Occorre contrastare il militarismo, il razzismo e il maschilismo: che sono le reali basi ideologiche e i modelli comportamentali del terrorismo stragista e schiavista (che usa oggi strumentalmente la religione esattamente come appena ieri usava altrettanto strumentalmente le ideologie laiche otto e novecentesche - il patriottismo e il nazionalismo, ma anche il socialismo e l'anarchia).

L'Italia decida di contrastare le guerre e le stragi, con la drastica riduzione delle spese militari e l'avvio della Difesa popolare nonviolenta e dei Corpi civili di pace, con gli aiuti umanitari ovunque occorrano, con la cessazione immediata della produzione armiera, con la denuncia e l'impegno per lo scioglimento delle alleanze militari terroriste e stragiste (come la Nato), e convochi l'Unione Europea a fare altrettanto.

L'Italia decida di lottare davvero contro il razzismo, accogliendo tutti i profughi e garantendo loro un servizio di trasporto pubblico e gratuito che consenta a tutte le persone l'ingresso in Italia in modo legale e sicuro - e convochi l'Unione Europea a fare altrettanto.

L'Italia decida di lottare davvero contro il maschilismo, innanzitutto applicando pienamente la Convenzione di Istanbul e sostenendo i centri antiviolenza delle donne, e convochi l'Unione Europea a fare altrettanto.

Alla violenza occorre opporre la nonviolenza.

All'odio che uccide occorre opporre la solidarietà che salva.

Alla barbarie che disumanizza occorre opporre la civiltà che affratella e assorella.

Al male occorre opporre il bene.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi è una sola umanità.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

* Immagine di Alan Levine, tratta dal sito Flickr, licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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