Il “filo robustissimo” tra Milani e Mazzolari
Tratto da: Adista Notizie n° 24 del 01/07/2017
Con la sua visita ai luoghi dove vissero Mazzolari e Milani, papa Francesco non si è limitato a rendere omaggio a due figure indigeste del cattolicesimo italiano del ‘900, nella linea di quelle riabilitazioni che diventano praticabili quando il passare del tempo le ha rese indolori, ossia innocue. Essa va interpretata come un riconoscimento sostanziale di ciò che accomuna due preti diversissimi tra loro ma allo stesso tempo legati da un filo robustissimo di testimonianza e di senso. Ciò che essi condividono, e che papa Francesco riconosce recandosi a Bozzolo e a Barbiana nella stessa giornata, si può rintracciare nella relazione tra i due, testimoniata dalle lettere che si scrissero. Adesso, il giornale fondato e diretto da Mazzolari, pubblicò, nel 1949 e poi nel 1950, due articoli a firma di Milani: «Franco (un disoccupato in cerca di lavoro, ndr), perdonaci tutti: comunisti, industriali» e preti, e «Per loro non c’era posto». Quando ricevette il primo articolo Mazzolari scrisse a Milani: «Che il Signore ci conservi nella fedeltà alla causa dei poveri! Tuo don Primo» e Milani: «Grazie d'avermelo stampato e ormai che ci sono a ringraziarla, grazie anche di “Impegno con Cristo” che lessi con passione quand'ero neofita. Da allora in poi non ho più letto nulla, ma ho seguitato a considerare lei come un amico d'infanzia. Che Dio le renda merito d'ogni cosa, suo Lorenzo Milani». «Caro don Lorenzo la “pagina natalizia”, quella che proprio occorreva, me l’ài mandata tu dietro ispirazione del Bambino […] Che il Signore ti tenga il suo cuore! A volte non se ne può proprio più. C’è una miseria murata che non si sa come prenderla. Però con l’aiuto di Lui vinceremo anche questa. Buon Natale!», scrisse Mazzolari del secondo articolo. E a proposito della chiusura di Adesso, sconfessato dall’arcivescovo di Milano cardinale Schuster, Milani non mancò di manifestare a don Primo la sua solidarietà: «Le giunga anche la mia voce costernata. Le ripeto quanto le ho detto al mio ultimo incontro: “Com’è difficile fare i cristiani”. C’è da piangere» (17 febbraio 1951). E poi, il 18 aprile 1951: «Caro don Primo, m'è dispiaciuto molto che Adesso abbia chiuso. Non tanto per lui e per lei, quanto per il pensiero della figura canina che ci facciamo noi cattolici. Si vede che il buon Dio non considera ancora matura la Chiesa per affidarle la costruzione del suo Regno». Quando uscì Esperienze pastorali, Mazzolari scrisse a Milani: «Caro don Lorenzo, sono arrivato all’ultimo capitolo delle Esperienze pastorali e non so attendere la fine, perché la voglia di buttarti le braccia al collo è incontenibile».
La visita di papa Francesco va anche colta in prosecuzione di una linea che altri suoi predecessori avevano intrapreso, sebbene non spinta fino alle dovute conseguenze. Entrambi ebbero in vita, quasi soffocata in mezzo a tante persecuzioni, la consolazione di essere riconosciuti da un papa. Dopo il colloquio sanante che aveva avuto con Giovanni XXIII a Roma, Mazzolari annotò nell’agenda il 5 febbraio 1959: «Esco contento. Ho dimenticato tutto». «Ieri è arrivata una lettera inaspettata da tutti e con una curiosa procedura. Il Papa [Paolo VI] ha scritto a Don Bensi (che mi ha fatto da padre) una lettera piena di interessamento per la mia salute, di stima e d’affetto pregandolo di portarmi l’accluso assegno di 100.000 lire per i ragazzi», scrisse Milani a Elena Pirelli il 30 marzo 1965. Papa Francesco, però, va ancora oltre i papi che l’hanno preceduto: lui stesso si mette alla scuola di queste figure: «Che anche io prenda l’esempio di questo bravo prete», ha detto a Barbiana e indica per tutta la Chiesa una ripartenza: «Prendete la fiaccola e portatela avanti»; conoscere questi due preti per ripartire da dove loro sono arrivati. Una bella sfida: chi la raccoglierà?
*Anna Carfora è docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale;
tra i curatori dell’opera omnia su don Milani pubblicata di recente nella collana Meridiani di Mondadori
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