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«IL VANGELO NON È BUONISMO, MA DENUNCIA DELLE INGIUSTIZIE». INTERVISTA A DON BIANCALANI

«IL VANGELO NON È BUONISMO, MA DENUNCIA DELLE INGIUSTIZIE». INTERVISTA A DON BIANCALANI

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 09/09/2017

39057 PISTOIA-ADISTA. Una messa domenicale con una grandissima partecipazione; il vicario generale della diocesi – inviato dal vescovo in segno di sostegno al parroco – sull’altare a concelebrare l’eucaristia; un gruppetto di una decina di neofascisti di Forza nuova, venuto a «controllare la cattolicità del parroco», entra in chiesa scortato dalla polizia ed esce alla chetichella da una porta secondaria. Si è conclusa così la vicenda di don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro, periferia di Pistoia, insultato su Facebook per aver pubblicato sul proprio profilo alcune foto di una giornata trascorsa in piscina insieme ad alcuni ragazzi immigrati che ospita in parrocchia.

La vicenda esplode nei giorni di Ferragosto, quando don Biancalani pubblica le foto dei ragazzi – giovanissimi richiedenti asilo provenienti da Senegal, Gambia, Mali, Togo, Nigeria, Ciad e Costa d’Avorio – sorridenti in piscina, accompagnate da un messaggio: «E oggi… piscina!!! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!» (che parafrasa don Lorenzo Milani nella lettera ai cappellani militari: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri»).

Arrivano le prime reazioni positive e i primi commenti razzisti («Un ettolitro di acido muriatico in piscina»), fascisti («E gli italiani muoiono di fame… Viva il Dux») e sessisti («Ti piace la mazza nera»), fra cui – su Twitter – quello del leader leghista Matteo Salvini: «Questo Massimo Biancalani, prete anti-leghista, anti-fascista e anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake! Buon bagnetto», che dà la stura a migliaia di commenti che insultano gli immigrati e attaccano don Biancalani.

Nei giorni successivi i soliti ignoti tagliano le gomme delle biciclette degli immigrati e, il 24 agosto, all’indomani della pubblicazione del messaggio di papa Francesco per la Giornata del migrante nel quale appoggia lo Ius soli, davanti al vescovado di Pistoia compare uno striscione anonimo: «Bergoglio facile fare lo Ius con i soli degli altri» (evidentemente ispirato dal «facile fare il frocio con il culo degli altri», tipico dello stile del sottobosco fascista che mescola volgarità, omofobia e razzismo). Quindi il coordinatore di Forza Toscana, Leonardo Cabras, e il segretario di Fn Pistoia, Claudio Cardillo, annunciano che la domenica successiva «i militanti forzanovisti» andranno a messa a Vicofaro «per vigilare sull’effettiva dottrina di don Biancalani».

A questo punto il vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli – tutt’altro che un «cattocomunista» – interviene in difesa del suo parroco: «Da quello che leggo si vorrebbe profanare l’Eucaristia con l’assurda motivazione di andare a controllare l’operato di un prete addirittura mentre celebra un Sacramento e facendo diventare la celebrazione eucaristica teatro di contese e di lotta», scrive in una nota, in cui annuncia anche la presenza del proprio vicario a messa accanto a don Biancalani.

A messa, domenica 27 agosto, ci sono centinaia di persone, molte arrivate anche da fuori parrocchia per mostrare la propria solidarietà a don Biancalani, oltre alle associazioni antirazziste e antifasciste e ai partiti della sinistra che, all’esterno, incoraggiano il parroco e fischiano i militanti di Forza nuova quando si presentano, in formazione militare, ma scortati dalla polizia. Don Biancalani li accoglie con una stretta di mano e poi, insieme al vicario generale della diocesi, celebra l’eucaristia. «È stato un modo per rasserenare gli animi, anche se il fatto mi sembra molto grave», spiega don Massimo ad Adista

Qual è stata, secondo te, la miccia che ha fatto esplodere tutto?

«La fotografia dei ragazzi in piscina che sorridevano e apparivano felici. Una immagine che ha avuto una grandissima potenza, sebbene involontaria, perché ha rotto il luogo comune del migrante che deve essere straccione, poveraccio e anche delinquente. Invece quei ragazzi erano belli e sorridenti, e questo infastidisce, perché ormai l’immigrato è stato trasformato nel il capro espiatorio di tutti i mali sociali».

Poi c’è stato il tuo messaggio «loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!». Anche questo ha dato fastidio.

«Certo! Ha dato noia al “cattolico della domenica”, al cattolico benpensante, che vive la fede e il cattolicesimo all’insegna del “volemose bene”. Ma il Vangelo non è questo, non è una melassa indistinta in cui tutto e tutti stanno bene. Chiede il riconoscimento dell’ingiustizia. E fascismo e razzismo sono la negazione del Vangelo e dell’essere umano. Del resto l’arcivescovo di Los Angeles, monsignor José Gomez, dopo i fatti di Charlottesville, ha detto che “nella Chiesa non c’è posto per il razzismo”. È stato più duro di me: io ai militanti di Forza nuova le porte della parrocchia le ho aperte!».

Hai ricevuto insulti ma anche una grande solidarietà, da parte delle persone e di molti uomini di Chiesa…

«Innanzitutto dal mio vescovo, che non mi ha lasciato solo, e da tutti i vescovi della Toscana, che hanno emesso una dichiarazione comune. Mi hanno contattato direttamente il cardinal Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas italiana, e mons. Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, da sempre in prima fila per i diritti dei migranti. Poi mons. Virginio Colmegna, della Casa della carità di Milano, don Alessandro Santoro della Comunità delle Piagge di Firenze, don Andrea Bigalli di Libera Toscana e altri ancora. Poi molti miei parrocchiani, cattolici di base e tantissimi non credenti che mi hanno detto di essere atei ma di aver apprezzato molto la mia testimonianza».

Però i militanti di Forza nuova che sono venuti a messa a controllare la tua «ortodossia» si dicono cattolici?

«Sì, ed è una cosa che mi fa riflettere, anche se non è una stranezza, perché credo che ci siano dei legami più o meno organici fra cattolicesimo conservatore ed estrema destra politica. Ma questa è la negazione del Vangelo».

Oltre agli insulti dei “leoni da tastiera” di Facebook hai ricevuto minacce più serie?

«Sì, più di una. E infatti andrò a sporgere regolare denuncia. Anche per salvaguardare i ragazzi che, anche per mia responsabilità, sono stati investiti da questo ciclone. Ecco di questo un po’ mi pento, ma è anche vero che ho agito con grande semplicità e naturalezza».

E ora, passata la tempesta?

«E ora si va avanti, con ancora più forza e convinzione, grazie alla solidarietà dei tanti che mi infonde e ci infonde molto coraggio». 

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