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Primo naufragio del 2018: la denuncia e la proposta del Centro Astalli

Primo naufragio del 2018: la denuncia e la proposta del Centro Astalli

È il primo naufragio di migranti del 2018: il giorno dell'Epifania, stando alle testimonianze dei sopravvissuti, 64 migranti, provenienti per lo più dall'Africa Occidentale, sono annegati nelle acque del Mediterraneo a 40 miglia dalle coste libiche ad est di Tripoli. Dei 150 presunti passeggeri, che attraversavano il Mediterraneo a bordo di un malandato gommone, 86 sono stati invece tratti in salvo dalla guardia costiera italiana. «In questa traversata c’erano interi nuclei familiari – ha riferito Carlotta Sami dell'Unhcr – molti hanno perso parenti e chi è sopravvissuto, e tra loro ci sono trenta minori non accompagnati, è sotto choc». Il giorno prima, inoltre, la guardia costiera del Paese nordafricano aveva recuperato altri due gommoni, salpati con 270 migranti a bordo, rinvenendo anche i corpi di due donne che non ce l'hanno fatta.

«Dal 1° gennaio sono stati recuperati in mare e indirizzati in Italia 417 migranti», si legge in una nota del Centro Astalli l'8 gennaio, mentre «nel 2017 almeno 3.116 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo» su un totale di 119.369 rifugiati in quell'anno. Si tratta del «34,24% in meno rispetto al 2016», sottolineano i gesuiti nella nota, ricordando che il calo significativo degli sbarchi «è iniziato a luglio, dopo gli accordi siglati con Tripoli: da allora la guardia costiera libica ha iniziato a pattugliare le acque, riportando indietro chi tentava la traversata per rinchiuderli in centri di detenzione gestiti dal governo o dalle milizie». Per il Centro Astalli «la situazione nel Mediterraneo e in Libia continua ad essere particolarmente grave. Non si può ravvisare certamente un miglioramento nel calo degli arrivi in Italia rispetto al 2016 o nella diminuzione dei decessi in mare che comunque superano le 3mila vittime. Le persone che non riescono ad attraversare il mare vengono rinchiuse in carceri libiche dove sono esposti a violenze e gravi violazioni di diritti umani». Insieme alla denuncia per una situazione affatto migliorata in seguito agli accordi Italia-Libia, il Centro Astalli chiede a gran voce al governo italiano e alle istituzioni europee che vengano presto attivate «vie legali che consentano a chi scappa da guerre e persecuzioni di giungere in Europa per chiedere protezione»; che si rinunci alla prassi di stringere accordi «con Paesi terzi in cui non vengono rispettati i diritti umani e in cui non sia pienamente assicurato il rispetto del diritto d’asilo» e che venga potenziato «lo sforzo di ricerca e soccorso delle imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo».

* Foto di Noborder Network, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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