
Centrafrica: l'Onu ascolta la denuncia del vescovo e riapre l'indagine sui Caschi Blu
BANGUI-ADISTA. Pubblicate dal quotidiano spagnolo ABC domenica 3 marzo, le parole del vescovo di Bangassou (Repubblica Centrafricana), mons. Juan José Aguirre, hanno trovato ascolto. Il prelato aveva denunciato che donne e ragazze rifugiate da maggio 2017 nel comprensorio del seminario di Bangassou si prostituiscono, per ottenere cibo, con i Caschi Blu dell’ONU che presidiano il perimetro del centro di accoglienza (v. Adista online di ieri 8/3 ). L’Onu ha reso noto, in un comunicato del 7 marzo, che «prende molto sul serio le denunce di abuso sessuale commesso dalla sue truppe avanzate da mons. Aguirre» e avvierà un’indagine.
«La Missione Onu nella Repubblica Centrafricana (Minusca)», comunica infatti l’Onu, si «impegna a garantire che si investigherà sulle nuove denunce di sfruttamento e abuso» e che gli eventuali colpevoli «saranno debitamente sanzionati in conformità con la politica di tolleranza zero del Segretario Generale».
Un’indagine era stata già svolta dalla Minusca, ma era terminata con un “non luogo a procedere” perché «nessuna prova tangibile» supportava «le accuse».
Nel campo del seminario sono accolti circa 2.000 musulmani costretti alla fuga dalle milizie anti-balaka. Di credenze animiste, gli anti-balaka commettono contro i musulmani orripilanti violenze, spesso decapitando e smembrando corpi.
*Foto di Ibexxebi tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza
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