
Christian Aid contro il massacro di Gaza
Christian Aid deplora «la perdita di decine di vita umane innocenti venerdì 30 marzo a Gaza sotto i colpi dei cecchini israeliani». Il bilancio è di 17 morti e di centinaia di feriti tra i manifestanti disarmati che hanno parte alla “marcia del ritorno”. William Bell, Christian Aid's Head of Middle East Policy, ha dichiarato di ritorno da Gaza: «La sparatoria contro cittadini inermi costituisce una violazione del diritto internazionale, che obbliga a distinguere tra civili e combattenti». Si aggiunga che il governo Netanyahu ha negato all’ONU la possibilità di svolgere un’indagine indipendente su quanto accaduto. A questo proposito, Bell deplora l’indifferenza dell’opinione pubblica internazionale: «Davvero – si domanda – Israele pensa che sparare contro i manifestanti sia una risposta accettabile? Non ci sarà soluzione senza un impegno per garantire eguaglianza, equità e diritti umani per tutti […] Come ha dimostrato la Banca mondiale, la disoccupazione a Gaza è una delle più alte del mondo. L’elettricità va e viene; le cure mediche essenziali sono carenti; e famiglie sono separate talvolta da decenni. Non dovrebbe davvero sorprendere che le persone stiano manifestando e che pretendano di farlo e di muoversi liberamente».
* foto tratta da Flickr, di Garry Knight, licenza
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