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L’insegnante di religione cattolica commissario agli esami di terza media?

L’insegnante di religione cattolica commissario agli esami di terza media?

Tratto da: Adista Notizie n° 14 del 21/04/2018

39327 ROMA-ADISTA. C’è una questione, nella scuola, che è destinata ad esplodere nelle prossime settimane: riguarda la probabile presenza, a partire da quest’anno, dei docenti di Religione Cattolica come commissari nell’esame di Terza Media. C’è infatti un decreto legislativo, il 62/2017 (cui si aggiunge il Decreto Ministeriale n. 741/2017, in particolare l’art.4 comma 2; nonché la nota ministeriale 1865/2017), che cambia, nei fatti ed in maniera radicale quanto per anni disposto dal Testo Unico sulla scuola (d. l.gs. 297/1994, art. 185).

Il decreto 62/2017, all’art. 8 comma 2 recita infatti che «presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione è costituita la commissione d'esame, articolata in sottocommissioni per ciascuna classe terza, composta dai docenti del consiglio di classe». Quindi – parrebbe – anche quelli di Religione Cattolica, che sono a tutti gli effetti membri del Consiglio di Classe. E lo stesso decreto (all’art.26 comma 3 lettera “a”) dispone l’abrogazione dei commi 3 e 4 dell’art. 185 del Testo Unico 297/1994, dove si chiariva quali fossero le materie oggetto di esame e i commissari esaminatori. Tra essi, il docente di Religione Cattolica non era presente. La nuova normativa lascerebbe tra l’altro anche aperta la possibilità (probabilmente da realizzare in un secondo tempo) che la Religione Cattolica divenga essa stessa materia d’esame, poiché non sono più precisate le discipline oggetto di valutazione.

Se la volontà ministeriale fosse, come appare dall’analisi della normativa, quella di inserire in modo surrettizio la Religione Cattolica come materia d’esame e includere nella commissione d’esame anche il docente di Religione Cattolica, il governo ed il Ministero dell’Istruzione avrebbe dovuto esplicitare chiaramente questa intenzione, che doveva essere allora realizzata non con un decreto, ma attraverso una legge del Parlamento, che arrivasse alla fine di un dibattito presso l’opinione pubblica e nel Paese, perché si tratta di un’importante novità. Senza considerare che la partecipazione dei docenti di Religione Cattolica all’esame di Stato come membri effettivi della commissione d’esame, creerebbe diversi problemi di ordine organizzativo, a partire da un prevedibile rallentamento delle procedure d’esame, considerando il fatto che non di rado i docenti di Religione Cattolica hanno incarichi anche in 3 o 4 scuole diverse, ma che comunque ogni sottocommissione deve operare con la totalità dei suoi componenti.

La questione aprirebbe anche diversi interrogativi. Ad esempio, se l’Irc (insegnamento della religione cattolica) non diventa – come pare sia l’orientamento del ministero – materia d’esame, a quale fine la presenza del docente di religione? E poi: che succede agli studenti che non si avvalgono dell’IRC? Certo, a quest’ultima obiezione si potrebbe replicare che, come è presente in qualità di commissario, il docente di Religione Cattolica potrebbe anche essere nominato commissario, per quegli studenti che non si avvalgono dell’Irc, il docente di attività alternative. Resterebbero in ogni caso fuori coloro che non hanno scelto alcuna attività alternativa o decidono di uscire dalla scuola durante l’Irc. Va inoltre considerato che, nella prova d’esame (a differenza di quanto avviene nelle operazioni di scrutinio dove il docente di  IRC esprime un giudizio), i voti sono soltanto numerici. Ma se per legge il docente di Irc (e quindi anche quello di una eventuale attività alternativa) può solo formulare un giudizio, e non un voto numerico, come si procederebbe? Infine, il docente di Religione Cattolica, quando si dovrà votare per la promozione o bocciatura (si può infatti bocciare anche in sede di esame di Stato, se le prove risultano insufficienti), si comporterà come agli scrutini di ammissione all’esame, ossia come previsto nel DPR 202/1990, votando solo se il suo voto non risulta determinante? O gli sarà consentito di agire diversamente, facendo pesare il suo voto, anche se determinante?

Se ciò che ormai paventano diversi osservatori ed operatori della scuola, oltre che diverse associazioni che si battono per la laicità della scuola fosse vero, si tratterebbe dell’ultimo atto di un processo iniziato sin dalla revisione del Concordato. Da allora la Religione Cattolica, che pareva uscita dalla porta (non più materia obbligatoria, ma facoltativa), è da subito rientrata dalla finestra: anzitutto perché le ore di Religione Cattolica alla scuola dell’infanzia ed alla scuola primaria sono comunque 2 a settimana; poi perché l’Irc è sì materia facoltativa, ma è comunque curricolare, fa cioè parte del monte ore settimanale delle lezioni che si svolgono al mattino. Va inoltre aggiunto che ad una parte dei docenti di Religione – scelti dalle Curie diocesane, ma pagati dallo Stato – è stata data la possibilità (con un concorso indetto nel 2003) di essere assunti in ruolo, ferma restando la possibilità dei vescovi di revocare in ogni momento, e per qualsiasi ragione, l’idoneità all’insegnamento della disciplina, ma vincolando lo Stato a continuare comunque a pagarli, assegnando loro altre mansioni omogenee al loro inquadramento contrattuale di docenti. In anni recenti (era al governo l’Ulivo, era ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni) al docente di Religione Cattolica è stato consentito di esprimere il proprio voto anche ai fini dell’attribuzione del credito scolastico, che fa punteggio in vista dell’esame di maturità.

Insomma, nei fatti l’Irc, da materia solo sulla carta “facoltativa”, si sta nuovamente trasformando in una ”materia obbligatoria”, seppure con diritto di esonero. La presenza dell’Irc tra le materie d’esame di terza media o dei docenti di Religione in commissione d’esame costituirebbe in questo senso – se venisse realizzata – la classica chiusura del cerchio.

Se diversi indizi non fanno una prova, è però significativo che su culturacattolica.it, portale vicino a Comunione e Liberazione, nella sezione dedicata all’Irc (don Giussani fu per anni docente di Religione Cattolica) già a fine 2017 l’esperto della materia, Nicola Incampo, rispondeva risoluto: «L’IdR farà parte della commissione d’esame di terza media come membro effettivo, però la Religione Cattolica non è materia d’esame».

Un magister romano con tre allievi, bassorilievo - risalente al 180-185 a.C.- rinvenuto a Neumagen-Dhron, presso Treviri (Germania) - ©: Wikipedia / Shakko; foto del 2012 scattata al museo Puškin di Mosca. Licenza Creative Commons

 

 

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