Mons. Ricchiuti (Pax Christi): «Crescono razzismo e fascismo, non possiamo tacere»
ROMA-ADISTA. La chiama «inutile strage» - le stesse parole con cui Benedetto XV nel 1917 definì la carneficina della prima guerra mondiale - l'ecatombe delle migliaia di migranti «che muoiono in mare» o «che vengono respinti e rimandati nei porti della Libia che sappiamo non sicuri». Il duro intervento porta la firma di mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi e vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti (Ba), che invita a «non tacere», perché «il nostro silenzio sarebbe complice di queste violenze e di queste stragi».
«Non possiamo negare - si legge nella nota di mons. Ricchiuti - che stia pericolosamente crescendo, nel linguaggio, nelle decisioni operative, anche istituzionali, e in alcuni comportamenti individuali una cultura violenta e razzista». Il riferimento al vicempremier Matteo Salvini è esplicito: «Stanno circolando, già da tempo e con l’appoggio plateale delle “bocche di fuoco” di moltissima stampa accondiscendente, pericolose, preoccupanti e allarmanti affermazioni del ministro degli interni “impreziosite” (!!!) da citazioni fasciste (ai limiti di “reato di apologia”, o no?) - incalza il presidente di Pax Christi -. Ci sono stati numerosi episodi di spari contro migranti, e minacce a chi li accoglie, anche ad alcuni sacerdoti. Ad ognuno di loro vada la nostra chiara ed esplicita solidarietà».
Ma la solidarietà non basta, è necessaria la denuncia e la resistenza: «Siamo chiamati - prosegue mons. Ricchiuti - non solo all’accoglienza, ovviamente doverosa e che vede le nostre comunità ecclesiali impegnate spesso in prima linea, ma anche ad opporci in ogni modo a questo clima culturale che, fomentato perfino da qualche ministro, trova terreno e cresce nel sentire comune». In queste settimane, ricorda il vescovo di Altamura, «ci sono stati tanti interventi, iniziative, digiuni, lettere, sia nella Chiesa (sarebbe auspicabile una maggiore coralità!) sia nella società civile. Tutto aiuti a tenere viva la nostra coscienza, con l’esempio dei tanti testimoni, ancora vivi in mezzo a noi e di quelli che ci hanno già preceduti: penso a Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza ucciso il 9 agosto 1943 per essersi rifiutato di arruolarsi nell’esercito nazista, e al beato Josef Mayr-Nusser, sepolto nel duomo di Bolzano, l’uomo che disse no a Hitler, morto il 24 febbraio 1945. Le sue parole ci stimolano ancora oggi a non essere indifferenti, a non tacere: “Se nessuno avrà mai il coraggio di contrastare il nazionalsocialismo, questo sistema non crollerà mai!”».
Oltre al tema immigrazione, mons. Ricchiuti affronta altre questioni, relative al disarmo. «In questi giorni, 6 e 9 agosto, ricordiamo le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, con l’impegno per noi, oggi, a chiedere l’adesione del nostro Paese al trattato per la messa al bando delle armi nucleari. Si sta discutendo anche della nuova legge sulla legittima difesa: proposta grave e inquietante, che aprirebbe strade pericolose di violenza armata. Al contrario, non viene messo minimamente in discussione il progetto degli F35».
Conclude il presidente di Pax Christi: «Siamo certi che della “notte” non resti molto, a condizione che le “sentinelle” non si addormentino, perché nascano un giorno ed un mondo migliori».
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