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Bombe italiane sullo Yemen: appello al governo per un (vero) cambiamento

Bombe italiane sullo Yemen: appello al governo per un (vero) cambiamento

«Basta bombe, fermiamo il conflitto e la crisi umanitaria in Yemen»: ancora un appello a porre fine ai bombardamenti inflitti dalla coalizione a guida saudita, che da oltre 3 anni devastano e uccidono in Yemen. A lanciarlo, ieri, nel corso di un'audizione informale presso la Commissione Esteri della Camera dei Deputati, i rappresentanti di Amnesty International Italia, Oxfam Italia, Save The Children Italia, Medici Senza Frontiere e Rete Italiana per il Disarmo, organismi riuniti in una Coalizione “tematica” della quale fanno parte anche il Movimento dei Focolari, Rete della Pace e la Fondazione Finanza Etica.

Al centro dell'udienza le drammatiche condizioni di vita e la crisi umanitaria che colpisce la popolazione civile del Paese, ma anche la spinosa questione delle responsabilità italiane e in particolare delle bombe made in Italy utilizzate dalla coalizione a guida saudita per bombardare anche strutture civili.

Oltre ad importanti iniziative già messe in campo – si ricordano, in particolare, le mozioni parlamentari sullo stop alla fornitura militare, rigettate nel 2017, e le denunce presentate dalla società civile per la palese violazione della normativa vigente, locale e internazionale, sull'export di armi – la Coalizione della società civile italiana «ha deciso di riprendere le proprie attività collettive»: l'udienza in Commissione Esteri, si legge nel comunicato della Rete Disarmo sull'udienza, rappresenta il «primo passo di una serie di iniziative nei confronti del Parlamento, con richiesta di interlocuzione a tutti i gruppi politici. Pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha nuovamente espresso parole di condanna per i devastanti impatti che il conflitto in corso ha sulla popolazione civile chiedendo (come già fatto almeno 4 volte negli anni scorsi) la creazione di un embargo sulla vendita di armi alle parti coinvolte».

«I tre anni e mezzo di conflitto nello Yemen sono stati caratterizzati da spaventosi crimini di diritto internazionale, tra i quali decine di attacchi indiscriminati contro civili e obiettivi civili, uso di armi messe al bando a livello globale, impiego di bambini soldato, blocchi e ostacoli all'arrivo degli aiuti umanitari», ha denunciato Riccardo Noury (Amnesty International Italia).

«In Yemen oggi è il far west», ha poi aggiunto Paolo Pezzati (Oxfam Italia): «Tutti indistintamente in ogni momento della giornata possono finire nel mirino del nemico». «Quante persone devono ancora morire perché si abbia un’ammissione di complicità da parte delle potenze che alimentano questa guerra da oltre tre anni?», ha poi concluso sottolineando il fallimento della comunità internazionale.

Intanto, dopo i reiterati inviti da parte della società civile ad una interlocuzione istituzionale, il governo presieduto da Giuseppe Conte continua a non dare risposte, nonostante la sensibilità al tema dell'export dimostrata più volte dai parlamentari pentastellati, i quali solo un anno fa hanno presentato e votato una mozione «ispirata al testo proposto da Ong e Reti della società civile, nel quale si sottolineava anche la responsabilità italiana nel conflitto in virtù delle forniture di armamenti ad alcune delle parti coinvolte (in particolare all’Arabia Saudita e agli EAU). Voti in tal senso sono stati espressi dagli Europarlamentari del Movimento anche nel recente dibattito a Bruxelles».

Al sedicente “governo del cambiamento” la Coalizione chiede una rapida svolta, soprattutto sulla fornitura di ordigni ai sauditi: «Una tale e negativa complicità da parte del nostro Paese – ha dichiarato Francesco Vignarca, della Rete Disarmo – non è più accettabile, oltre che contraria alle norme nazionali ed internazionali che l’Italia dovrebbe seguire. La richiesta forte di un cambio di direzione e di uno stop alle forniture militari è anche venuta dalla recente Marcia della Pace Perugia-Assisi: oltre 70.000 persone hanno chiesto che il governo fermi le consegne, come è nelle sue facoltà».

Ha poi ricordato Maria Egizia Petroccione (Save The Children Italia) che «11,4 milioni di bambini in Yemen stanno vivendo delle esperienze atroci a cui nessuno dovrebbe essere sottoposto e che segneranno per sempre la loro salute, fisica e mentale. Si trovano sotto i bombardamenti, malnutriti e senza la possibilità di accedere a beni e servizi di prima necessità. Le loro scuole sono state distrutte, il loro futuro è stato compromesso».

* Immagine di AMISOM Public Information, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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