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Vescovi di Terra Santa: da eliminare la legge discriminatoria sullo Stato ebraico

Vescovi di Terra Santa: da eliminare la legge discriminatoria sullo Stato ebraico

GERUSALEMME-ADISTA.  «Noi, come leader religiosi delle Chiese cattoliche, chiediamo alle autorità di abrogare questa Legge fondamentale e rassicurare che lo Stato di Israele è impegnato a promuovere e proteggere il benessere e la sicurezza di tutti i suoi cittadini». La legge fondamentale cui si riferisce il virgolettato è quella riforma costituzionale con la quale, il 19 luglio scorso, la Knesset ha definito Israele  Stato-Nazione degli ebrei. I leader religiosi sono i 25 ordinari cattolici delle comunità dei fedeli di vari riti (fra gli altri, gli arcivescovi Georges Bacouni, melchita; Moussa Al-Hage, maronita; Pierbattista Pizzaballa, latino; e Youssef Soueif, a capo della comunità maronita di Cipro. Ad essi si aggiungono, precisa il sito terrasanta.net, anche fra Francesco Patton, custode di Terra Santa, e suor Bruna Fasan, presidente della conferenza delle superiore degli istituti religiosi femminili). Prima di loro – ben prima di loro, il 30 luglio – aveva espresso irritazione e condanna il Patriarcato Latino di Gerusalemme , con una dichiarazione in cui rilevava che il provvedimento «non offre nessuna garanzia costituzionale per i diritti degli autoctoni e delle altre minoranze che vivono nel Paese. I cittadini palestinesi di Israele, che costituiscono il 20% della popolazione, restano totalmente ignorati da questa legge» .

Nella loro argomentata Dichiarazione che hanno firmato il 2 novembre, i vescovi di Terra Santa osservano che «con questa legge, lo Stato di Israele ha legiferato che sono unicamente i cittadini ebrei le persone il cui "benessere e sicurezza" è interessato a promuovere e proteggere. Dobbiamo attirare l'attenzione delle autorità su un semplice fatto: i nostri fedeli, i cristiani, i nostri concittadini musulmani, drusi e baha'i, quanti fra noi sono arabi, non sono meno cittadini di questo Paese dei nostri fratelli e sorelle ebrei».

La legge del 19 luglio 2018 ora «fornisce una base costituzionale e legale per la discriminazione tra i cittadini israeliani – constatano i vescovi di Terra Santa –, stabilendo chiaramente i principi in base ai quali i cittadini ebrei devono essere privilegiati rispetto agli altri. Nello statuire che “lo sviluppo dell’insediamento ebraico è un valore nazionale e (che si) agirà per incoraggiare e promuovere la sua istituzione e consolidamento”, la legge propugna una prospettiva intrinsecamente discriminatoria. In effetti, oltre che declassare seriamente lo status della lingua araba rispetto a quello della lingua ebraica, la legge ignora totalmente il fatto che ci sia un altro popolo, gli arabi palestinesi, e altre importanti comunità religiose, cristiani e musulmani, nonché drusi e baha'i, che sono profondamente radicati in questa terra».

«Cristiani, musulmani, drusi, baha'i ed ebrei, chiedono di essere trattati come cittadini uguali. Questa uguaglianza – rimarca la Dichiarazione – deve implicare il rispettoso riconoscimento della nostra identità civile (israeliana), etnica (araba palestinese) e religiosa (cristiana), sia come individui che come comunità. Come israeliani e come arabi palestinesi, cerchiamo di essere parte di uno Stato che promuova la giustizia e la pace, la sicurezza e la prosperità per tutti i suoi cittadini. Come cristiani, siamo orgogliosi che la Chiesa universale sia stata fondata a Gerusalemme e i suoi primi fedeli fossero figli di questa terra e del suo popolo. Riconosciamo che Gerusalemme e tutta questa Terra Santa sono un'eredità che condividiamo con ebrei e musulmani, drusi e baha'i; un'eredità che siamo chiamati a proteggere dalla divisione e dalle lotte intestine».

«Questa Legge fondamentale – concludono i vescovi – contraddice le componenti umanistiche e democratiche presenti nella legislazione israeliana, nonché nelle leggi e convenzioni internazionali di cui Israele è firmatario, e che hanno come obiettivo la promozione dei diritti umani, il rispetto della diversità e il rafforzamento della giustizia, dell'uguaglianza e della pace. Noi, come leader religiosi delle Chiese cattoliche, chiediamo alle autorità di abrogare questa Legge fondamentale e rassicurare che lo Stato di Israele è impegnato a promuovere e proteggere il benessere e la sicurezza di tutti i suoi cittadini».

*Foto tratta da Creative Commons immagine originale e licenza

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