
Le vittime di Karadima: grazie no, nessuna conciliazione con l'arcivescovo "insabbiatore"
SANTIAGO DEL CILE-ADISTA. Fallita la conciliazione fra le tre più note vittime dell’abusatore seriale Fernando Karadima e l’arcivescovato di Santiago, oggi retto dal card. Ricardo Ezzati. L’udienza era stata fissata per il 20 novembre dal giudice nel processo intentato dai tre – James Hamilton, José Murillo e Juan Carlos Cruz – contro l’arcivescovo di allora, card. Francisco Javier Errázuriz, accusandolo di aver coperto Karadima, per ottenere un risarcimento (chiedono 450 milioni di pesos).
Le vittime avevano già dichiarato che non avrebbero accettato una simile conclusione del procedimento giudiziario: «la verità non si negozia per denaro», era stata la loro dichiarazione, preferendo che il dibattimento segua il suo corso.
Tanto più perché avevano presentato come nuova prova dell’insabbiamento agito dall’arcivescovo una lettera che Errázuriz aveva inviato nel 2009 al nunzio dell’epoca, mons. Giuseppe Pinto (2002-2011), in cui comunicava che «per rispetto a padre Karadima non ho chiesto al Promotore di giustizia [il Procuratore della diocesi] che lo interrogasse. (…). Trattandosi di fatti prescritti ho chiuso l’indagine».
Due affermazioni, queste, che il cardinale emerito aveva sempre negato e che gli sono valse una nuova denuncia delle tre vittime per «falsa testimonianza» e il coinvolgimento in un nuovo processo. La Corte non aveva ammesso la lettera come prova, stabilendo invece l’udienza di conciliazione ora fallita.
*Foto di Template:Rev. Christopher W. Cox, C.S.C, tratta da Wikimedia Commons immaginie originale e licenza
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