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Una bomba sociale: ecco come il “Decreto Insicurezza” colpisce italiani e stranieri

Una bomba sociale: ecco come il “Decreto Insicurezza” colpisce italiani e stranieri

Disoccupazione e precarietà esistenziale, lavoro nero e nuove schiavitù, nuove povertà ed emarginazione: ecco gli effetti del decreto targato Matteo Salvini, al quale il governo ha voluto attribuire il controverso nome di “Sicurezza”. Il giornalista di Redattore Sociale Francesco Floris ha pubblicato ieri un interessante servizio che racconta, prendendo ad esempio alcuni casi concreti nella città di Milano, le sofferenze che questo decreto ha provocato in tante persone, italiane e straniere.

Un giovane ragazzo del Camerun, con permesso di soggiorno per motivi umanitari, aveva da poco trovato un buon lavoro a Milano grazie ad un progetto di inserimento promosso dei sindacati: contratto e casa, tutto in regola, per lui ed altri 25 migranti, 10 con permesso umanitario e altri con richiesta di protezione avviata perché provenienti da Paesi non ritenuti sicuri. Il lieto fine di una buona integrazione è stato spazzato via dal decreto ed ora il giovane camerunense e i suoi “colleghi” di progetto finiranno in strada.

Francis Shemisi, mediatore culturale originario del Congo, è vicedirettore di un Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) milanese che presto diventerà un Cpr (Centro per il Rimpatrio) in grado di “accogliere” 145 persone «in uno stato molto simile alla detenzione, ma senza aver mai commesso reati e paradossalmente senza le tutele giuridiche dei detenuti, e per un periodo fino a 180 giorni». Francis e gli altri 70 lavoratori del Cas perderanno il lavoro, mentre gli ospiti del Centro, trasferiti forzatamente per adeguare la struttura alla nuova normativa, vedranno interrotti i loro percorsi di studio e di integrazione. In totale, dice Francis al Redattore Sociale, «su 36mila operatori nel mondo dell'accoglienza, circa la metà rimarranno senza un mestiere».

Insomma, il decreto Salvini mette in mezzo alla strada gli stranieri inseriti in percorsi di integrazione anche di successo, nonché numerosi operatori dell'assistenza che ora si ritrovano senza lavoro. E il governo la chiama Sicurezza...

La situazione a Milano potrebbe diventare socialmente esplosiva: saranno 900 i nuovi senza dimora, provocati "per decreto", secondo le previsioni l'assessore alle politiche sociali di Milano, Pierfrancesco Majorino; 3mila invece nel calcolo meno ottimistico di Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca, colosso dell'accoglienza in Italia. «Per Sinigallia – conclude Floris – infatti il problema non riguarderà solo chi ha il permesso umanitario, ma tutta la filiera che porta a riduzione e smembramento del sistema di accoglienza Sprar, ai dinieghi ricevuti dai richiedenti asilo con annessa cancellazione di un grado di giudizio per i ricorsi e alla maggiore celerità con cui le Commissioni territoriali per la protezione internazionale evadono oggi le domande». 

Come dimostra il caso di Milano presentato da Redattore Sociale, a pagare il prezzo più alto del Decreto Salvini saranno migranti e lavoratori italiani, ma gli effetti nefasti ricadranno pesantemente anche sugli enti locali (e sulle loro casse), chiamati a far fronte all'emergenza sociale che il dispositivo a innescato. Non è un caso se diversi Comuni, non solo di centro-sinistra, hanno predisposto e votato mozioni per mettere in stand by il Decreto Sicurezza e Immigrazione e ritardare così l'esplosione della bomba.

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