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La dura condanna di politiche e atteggiamenti governativi del Consiglio pastorale di Alba

La dura condanna di politiche e atteggiamenti governativi del Consiglio pastorale di Alba

ALBA-ADISTA.«Amarezza nel vedere come la fede cristiana venga ridotta a uno stendardo, a simbolo identitario, a strumento di disgregazione sociale»; «perplessità e contrarietà al fatto che l’immigrazione sia affrontata solo in modo strumentale per guadagnare un po’ di elettorato». Sono due dei punti emersi nella riunione dell'11 gennaio del Consigio pastorale diocesano di Alba. Il verbale che la diocesi ci ha ora fatto giungere manifesta tutta la sua reoccupazione per scelte e atteggiamenti governativi, soprattutto "salviniani", che favoriscono solo litigiosità e ricerca del tornaconto, provocando decadimento etico-culturale. Di seguito il testo, in calce al quale si legge: «Ai sensi delle norme canoniche e sinodali, il vescovo Marco Brunetti ha fatto proprio quanto deliberato dal Consiglio pastorale diocesano».

Verbale del Consiglio Pastorale Diocesano di Alba  - 11 gennaio 2019

    Venerdì 11 gennaio 2019 si è riunito il Consiglio pastorale diocesano di Alba. Fra i punti all’ordine del giorno figurava anche una breve analisi dell’attuale situazione socio-politica. Essa non è una novità del momento. Infatti il Libro sinodale, al Capitolo 9, dal significativo titolo “La Chiesa albese e la società”, traccia già la strada per una Chiesa che cammina con la gente e ama la terra albese.

    Di conseguenza, il numero 127 del Libro sinodale dà questa puntuale e concreta indicazione: «I Consigli pastorali diocesani e parrocchiali e il Consiglio presbiterale inseriscano in modo costante e metodico all’ordine del giorno temi ed argomenti attinenti la vita sociale».   

    Per evitare ogni confusione o fraintendimento, offre poi alcune coordinate che, se non fossero state scritte e stampate nel 1998 – quindi 20 anni fa –, si potrebbero ritenere scritte oggi e per l’oggi. Eccone alcune:  «Sono dannose:

- la contrapposizione alternativa tra impegno politico e volontariato;

- la lettura partitica delle indicazioni del Magistero;

- la strumentale enfatizzazione del legittimo pluralismo politico per giustificare ogni scelta e   ridurre a questione privata l’esperienza di fede;    

- l’uso a fini politico-elettorali dei simboli, dei vocaboli e delle categorie religioso-ecclesiali»

  (Libro sinodale numero 129).

 

    Venendo all’attuale situazione sociale e politica, tutta volutamente concentrata sulla questione complessa e difficile dei migranti, sono stati evidenziati comportamenti miranti a:

- dividere le comunità cristiane d’Italia, riproponendo in esse logiche partitiche;

- delegittimare i Pastori,

- creare contrapposizioni tra loro e i fedeli

    È significativo l’uso di vocaboli come “vescovoni” e “pretoni”. Il primo spesso utilizzato in un recente passato per deridere e umiliare.

    Sono tentativi che, a livello metodologico, possono qualificarsi come tendenzialmente scismatici, volti a favorire scelte e logiche di interesse partitico. È in ballo – anche se non sempre ce ne rendiamo conto – l’integrità e unicità del Corpo ecclesiale.

    Con tali premesse e in questo contesto, il Consiglio pastorale della Diocesi di Alba, unanime, ha approvato il seguente documento:

«Il Consiglio pastorale diocesano:

- esprime la propria amarezza nel vedere come la fede cristiana venga ridotta a uno stendardo, a simbolo identitario, a strumento di disgregazione sociale. Usati con inganno, e in modo consapevole e malizioso, per esclusivi fini di potere e di protagonismo;

- manifesta perplessità e contrarietà al fatto che l’immigrazione sia affrontata solo in modo strumentale per guadagnare un po’ di elettorato o per una piccola battaglia politica tra i partiti o addirittura intra partitica;

- sottolinea con delusione come su tale tema siano taciute o irrise le proposte che vengono dal ricco tessuto della società civile, delle imprese e del lavoro, delle autonomie locali, della ricerca, della scuola, ecc. e come vengano accreditate e moltiplicate ad arte le manipolazioni e le dicerie, pur consapevoli della loro oggettiva falsità;

- evidenzia con dispiacere  come tale tema sia usato, previa  ben confezionata manipolazione, come strumento subdolo e semplicistico per distogliere l’attenzione e non dare risposte ai tanti problemi degli italiani, specie del lavoro e dei giovani, delle famiglie e degli anziani, negarne l’esistenza e avere mani libere per ogni tipo di manovra;

- sostiene e ringrazia il popolo albese dei credenti: laiche e laici, religiose e religiosi, diaconi e preti, che con generosità, senza urlare o provocare, danno ogni giorno, sia a livello individuale, sia in modo organizzato e strutturato (Caritas, Migrantes, Centri o Gruppi di ascolto e volontariato, ecc.) concrete e visibili risposte ai bisogni di italiani e stranieri;

- respinge il tentativo meschino e interessato di dividere la comunità proprio sul tema dell’amore accogliente, essenza dell’identità cristiana e vero segno della sua differenza;

- si riconosce pienamente e senza riserve nella linea tracciata da papa Francesco, dall’intera Chiesa italiana e dal nostro Vescovo.

*Foto di Doyouwine tratta da Flickr immagine originale e licenza

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