
Europee 2019, mons. Delpini: «Non facciamoci abbagliare dal sovranismo»
Forse «questa esasperazione del sovranismo» rappresenta più un “abbaglio” o una montatura a fini elettorali che il reale sentire del popolo europeo. A sollevare il dubbio è l'arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, in un'intervista pubblicata sul numero di Famiglia Cristiana da oggi in edicola. L'arcivescovo è infatti convinto che tra gli elettori del vecchio continente, che fra circa una settimana si recheranno alle urne per rinnovare il Parlamento Europeo, «in questi anni, è cresciuto il senso di appartenenza all'Unione». Il settimanale dei paolini ricorda che «negli ultimi mesi gran parte dell’agenda dell’arcivescovo è stata dedicata alla “questione europea”, quasi che il pastore della città forse più internazionale d’Italia sentisse il bisogno di richiamare tutti a quella che definisce “l’appartenenza ordinaria, quasi naturale” all’Unione».
A gravare sul voto del 26 maggio insiste la grande questione delle migrazioni, che costituisce ormai parte preponderante di campagne elettorali “permanenti” non solo in Italia. Un argomento che, negli anni, ha minato fortemente la credibilità delle stesse istituzioni europee, provocando disaffezione nel corpo elettorale: «Sicuramente questo è un problema affrontato e regolato male ed è stato ridotto a un insieme di slogan a fini elettorali», sottolinea mons. Delpini. «Il fenomeno è molto più complesso, più interessante e promettente, anche se contiene tante insidie e difficoltà».
L'argomento crea scalpore anche quando ne parla papa Francesco il quale, secondo Delpini, seppur osteggiato in Curia, è amato dal popolo dei fedeli: «Certo – aggiunge – se nel magistero del Pontefice si isola la frase “dobbiamo accogliere i migranti”, ecco che anche alcuni cattolici dicono che il papa è ossessionato dall’accoglienza e se quest’accoglienza dei migranti viene dipinta da alcune forze politiche come un pericolo per la civiltà, allora viene spontaneo dire che questo Papa non vuole il bene dell’Italia e dell’Europa perché è ossessionato dell’idea di accoglienza. È un cortocircuito. A me sembra che papa Francesco abbia invece una visione più ampia dell’accoglienza e che la sua idea di ecologia integrale sia molto più promettente di certe espressioni meschine ed emotivamente caricate».
Sul processo di integrazione comunitaria, l'arcivescovo dimostra ottimismo quando parla dei giovani, abituati molto presto a sentirsi cittadini europei, a studiare le lingue, a viaggiare nelle Capitali, a partecipare a progetti universitari all'estero come l'Erasmus. A questi giovani, che vivono l'Europa come la loro patria di fatto, mons. Delpini suggerisce di andare a votare «perché questo significa prendere a cuore una causa e di votare persone che vogliono costruire l’Europa dei popoli e non persone che vogliono disfarla o ridurla a un comitato d’affari». Ai giovani, poi, consiglia calorosamente «di studiare approfonditamente la storia perché non ci si può limitare ai titoli dei giornali. Non dimentichiamo che cento anni fa i popoli europei si ammazzavano in guerra tra di loro. Oggi si discute anche animatamente. Il patrimonio culturale è stato salvaguardato dalla pace mentre la guerra ha distrutto tutto».
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