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Il grido della Terra è dei poveri: a Bari don Ciotti attacca chi «sventola» il Vangelo

Il grido della Terra è dei poveri: a Bari don Ciotti attacca chi «sventola» il Vangelo

Ieri a Bari, presso l’Oratorio dell’Istituto Salesiano Redentore nel quartiere “caldo” Libertà, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha partecipato alla presentazione del progetto “Cantì, Cantieri ANTimafia Innovativi”, progetto sulla legalità finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Puglia che coinvolgerà una ventina di giovani tra i 16 e i 21 anni. Obiettivo del progetto è educare i giovani all’antimafia nelle periferie urbane più degradate sociale, rafforzare la coesione sociale, promuovere la responsabilità civile e la legalità come via per la sicurezza e lo sviluppo dei territori. «Lo scopo ultimo – si legge su Bari Today – è quello di incidere sui modelli culturali, sui valori di riferimento e sugli stili di vita dei quartieri a rischio di devianza attraverso esperienze alternative, per attivare condizioni favorevoli a scelte di cambiamento e legalità»

Nel corso del suo intervento all’Istituto Salesiano, don Ciotti ha puntato il dito contro Matteo Salvini, il ministro leghista vincitore italiano delle elezioni europee, mettendo a confronto la sua campagna elettorale con la vita concreta nella periferia barese, in particolar modo connotata dalla convivenza tra italiani e stranieri migranti: «Qui non si esibiscono rosari – ha sottolineato –, non si esibiscono madonne, non si sventolano vangeli. Qui non sventoliamo nulla, il Vangelo si vive». «Mai come in questo momento – ha aggiunto – un papa ci ha indicato la strada: Dio ama tutti ed è di tutti. E quindi dobbiamo accogliere tutti. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi». Accanto alla povertà economica diffusa in città, prosegue Ciotti a margine dell’incontro, «abbiamo la povertà dell’altro, dello straniero, del diverso, che viene alimentata con ricadute estreme. Siamo attraversati da paure, ma dobbiamo fare in modo che le paure non diventino il modo per liquidare problemi, bensì l’impegno di fare la nostra parte».

La nuova Europa, secondo don Ciotti, deve farsi carico di un duplice problema epocale: «Il grido della terra è il grido dei poveri», i diritti umani e i diritti del pianeta, che sono inscindibili. «I disastri ambientali e sociali non sono cose diverse ma rappresentano un’unica crisi socio-ambientale. Cogliamo la fragilità di questo momento, che è di smarrimento e di fatica, però non stiamo zitti e inerti».

E poi c’è l’Italia, Paese in cui dilagano rassegnazione, diffidenza e odio: «La prima grande riforma da fare nel nostro Paese – ha detto ai giornalisti il fondatore di Libera – è la riforma delle nostre coscienze. C'è troppa neutralità, ci sono troppi mormoranti, c'è troppa delega, a volte c'è anche troppa rassegnazione. In Italia ci vuole uno scatto da parte di tutti, oggi più che mai».

* Foto di Jaqen (Niccolò Caranti), tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza. L'immagine è stata ritagliata

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