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Si è riunito a Ginevra il Comitato Esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese

Si è riunito a Ginevra il Comitato Esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese

Il Comitato Esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (l’Organo di governo che svolge attività essenziali per il Cec ed è formato dal Comitato centrale che elegge 20 dei suoi membri insieme al moderatore del comitato centrale, due vice-moderatori e il segretario generale, nonché i moderatori del programma Cec e dei comitati finanziari), si è riunito dal 20 al 26 novembre presso l’Ecumenical Institute di Bossey a Ginevra. Oltre l'approvazione dei progetti e il bilancio 2020 sono state discusse questioni più generali. Al termine dell’incontro è stata diramata una dichiarazione finale suddivisa in sette punti programmatici.

Queste la sintesi delle sette dichiarazioni 

1) Adottando la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia del 20 novembre 1989 i leader mondiali promisero a tutti i bambini di proteggere e di rispettare i loro diritti. «Il Cec partendo da questa base proseguirà la sua opera a favore dell’infanzia».

2) La crisi climatica oggi è evidente. «Bambine, bambini, giovani e comuni cittadini stanno pubblicamente denunciando l’inadeguata risposta dei governi mondiali e la gravità di questa crisi globale. Il tempo per il dibattito e la contestazione di dati scientifici è finito. Ora è il tempo di agire in fretta perché saremo chiamati a rendere conto della nostra inazione, della nostra disastrosa gestione di questo pianeta, prezioso, unico». 

3) Porre fine al conflitto in Siria è la terza priorità del Cec. 

4) Il Cec si dice «preoccupato per il continuo e deleterio impatto umanitario che il conflitto sta imponendo a tutta la Regione» e non può dimenticare, inoltre, ciò che sta accadendo in America Latina. Tra le situazioni difficili preoccupa il Brasile che sta affrontando una complessa crisi «di polarizzazione politica e sociale e che colpisce lo stato di diritto, i diritti umani e la protezione ambientale e diminuisce lo spazio dei diritti della società civile. Mentre in Cile, Bolivia, Ecuador, Venezuela, Paraguay, Perù e Argentina si stanno vivendo difficoltà politiche, economiche e democratiche con proteste di massa che finiscono in violenti scontri e morti». 

5) «L’apolidia dev’essere sradicata per far sì che le persone non debbano vivere in una situazione di “limbo”». I bambini, ricorda il Cec, costituiscono oltre un terzo della popolazione apolide globale; ogni anno nascono circa 70.000 bambini apolidi. I rischi di apolidia aumentano esponenzialmente nei luoghi dove si vivono fenomeni di sfollamento forzato e di migrazioni.

6) Il Cec esprime profondo rammarico «per la posizione degli Usa nei confronti degli insediamenti in Cisgiordania», ribadendo l’opposizione del Cec «all’espansione degli insediamenti israeliani nel territori palestinesi: incompatibili con il diritto internazionale».

7) Il Cec denuncia «le implicazioni etiche dei sistemi di automatizzazione delle armi. Tali armi se sviluppate per essere completamente automatizzate potrebbero in futuro poter prendere decisioni su chi tenere in vita e chi uccidere. Il controllo umano sarebbe in questo modo completamente eliminato. Così lo sarebbero anche la responsabilità legale, etica e morale».

Il Comitato Esecutivo ha infine esaminato documenti relativi alla diaconia, al pellegrinaggio per la giustizia e la pace; e ancora, razzismo, xenofobia, comunicazione,  salute, ambiente e sessualità. 

 

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