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Famiglia “naturale” e scuola paritaria: associazioni cattoliche dell’Emilia Romagna verso le elezioni

Famiglia “naturale” e scuola paritaria: associazioni cattoliche dell’Emilia Romagna verso le elezioni

Interpreti delle istanze dei loro associati, che sono cittadini dell’Emilia Romagna chiamati alle urne il prossimo 26 gennaio 2020, undici associazioni regionali di ispirazione cattolica – Acli della provincia di Bologna, Azione Cattolica della diocesi bolognese, Compagnia delle opere Bologna, Cif comunale di Bologna, Comunità di Sant’Egidio Bologna, Confcooperative Bologna, Mcl Bologna, Mlac Bologna, Ucid Emilia Romagna, presidente della Consulta delle associazioni familiari del Comune di Bologna, Centro G. P. Dore di Bologna – hanno diffuso un “Manifesto per le elezioni regionali 2020-Il futuro dell’Emilia Romagna”, nel quale lanciano alcune proposte su sussidiarietà, famiglia, educazione, occupazione e politiche abitative.

La Regione si è già mossa bene nella direzione della sussidiarietà, riconoscono le associazioni cattoliche le quali però auspicano «che tale modalità vada consolidata e ampliata con la valorizzazione piena di tutte le forme di partecipazione e di auto-organizzazione della società civile e dei corpi intermedi, in una logica di co-progettazione e co-programmazione, oltre che di gestione, che superi la dicotomia pubblico/privato e che riconosca la natura e la finalità pubblica dell’azione del privato sociale in tutte le sue articolazioni».

«Concrete ed efficaci misure fiscali» e «altri sostegni economici (diretti e indiretti)» sono le richieste delle associazione ai futuri vertici regionali per garantire alle famiglie, sempre più ridotte ad un ruolo residuale di «ammortizzatore sociale», di poter nascere, sopravvivere e svolgere quel ruolo – costituzionalmente riconosciuto in quanto «società naturale fondata sul matrimonio» – «di nucleo primario della società». Incentivi sono fondamentali, secondo gli estensori, per garantire la costituzione di nuove famiglie, aumentare i tassi di natalità, aumentare la possibilità di conciliare tempo di lavoro e tempo dedicato alla famiglia.

Tra le cose che stanno più a cuore all’associazionismo cattolico c’è poi la scuola, e in particolare la scuola paritaria, quella «pubblica gestita da enti privati», che chiedono di «valorizzare» con politiche fiscali adeguate, per una effettiva equiparazione alla «scuola pubblica statale» e per garantire alle famiglie il «diritto di scelta dei percorsi scolastici». Il mondo cattolico chiede inoltre maggiori investimenti nei percorsi di formazione professionale e una riformulazione delle soglie Isee per gravare meno sulle famiglie costrette a sostenere spese elevate per l’educazione dei figli.

Invitano poi – facendo proprie le ansie delle destre cattoliche nei confronti di una fantomatica ideologia del gender – ad incentivare la partecipazione delle famiglie alla vita scolastica, dimostrandosi preoccupate affinché sia garantita «la libertà di scelta di genitori e studenti nel campo dell’educazione affettiva», controllando e approvando (o meno) materiali e programmi proposti.

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