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"Tardivo e incompleto il rapporto dei Legionari sugli abusi". La rabbia del presidente dei vescovi messicani

CITTÀ DEL MESSICO-ADISTA. 175 casi di abusi sessuali su minori fra gli 11 e i 16 anni, almeno 60 dei quali ad opera del messicano Marcial Maciel Degollado; 33 i preti “Legionari di Cristo” abusatori. Crimini commessi dal momento della fondazione, 31 gennaio 1941, fino al 2012, data dell’ultimo crimine di cui si è a conoscenza. Tali drammatiche cifre sono contenute nel rapporto che, elaborato in sei mesi, ufficialmente sarà presentato il 20 gennaio nella riunione del Capitolo Generale dei Legionari.

Solo nel 2010 il Vaticano accusò il fondatore Maciel di comportamenti «gravissimi e obiettivamente immorali». Ma solo 4 anni dopo che gli fu vietato il ministero sacerdotale e 6 anni dopo – era il 26 novembre 2004 – il motu proprio con cui, nel 60° di sacerdozio di Maciel, Giovanni Paolo II, che elogiò Maciel come esempio per la gioventù («una guida efficace per i giovani», «un modello per la nuova evangelizzazione»), affidò alla Congregazione dei Legionari di Cristo, il Pontificio Istituto “Notre Dame of Jerusalem Center”, il più importante centro vaticano di Gerusalemme, che faceva gola a molte congregazioni religiose cattoliche. Un’amicizia imperitura e impetinente quella di Wojtyla verso Maciel, mai messa in questione, neanche dalle denunce che giungevano in Vaticano: le prime accuse al fondatore dei Legionari risalirebbero al 1948, reiterate poi nel 1956, 1978, 1989 e 1997, quando le vittime degli abusi inviarono propiro a lui, a Giovanni Paolo II, una lettera aperta di denuncia.

L’attuale rapporto riconosce che 14 de 33 sacerdoti segnalati come abusatori hanno commesso i loro crimini mentre occupavano ruoli di autorità nei Legioanri, situazione che ha reso molto difficile la denuncia da parte delle vittime. «L’abuso sessuale di minori nella Congregazione – si legge nel rapporto – era mescolato con l’abuso di potere e di coscienza da parte di alcini che approfittavano dei loro uoli per abusare».

Copertura criminale

In teoria, il “rapporto-verità” della congregazione dei Legionari avrebbe dovuto ottenere il plauso dei vescovi messicani. E invece no. Il presidente della Conferenza episcopale messicana, il vescovo di Monterrey, mons. Rogelio Cabrera López, il giorno dopo la diffusione dei dati, durante la messa domenicale dell 22/12, ha lapidariamente detto: «Arriva tardi, è incompleto, non fuga il sospetto che non dica tutto».

I Legionari, ha osservato, «sono lì da quasi 80 anni e non hanno profittato delle circostanze favorevoli per denunciare la situazione», neanche in quella «data chiave fu il 2006, quando papa Benedetto rimosse d'autorità padre Maciel». «Nessuno ha mai detto niente, preferendo difendere l’immagine del fondatore». Il rapporto, è l’osservazione di mons Cabrera, «dimostra che c’è stata una grande copertura criminale per tanto tempo e adesso arriva questo rapporto, ma sono sicuro che le vittiime non sono per niente contente, perché molti di quei delitti sono andati in prescrizione senza che le autorità siano mai state avvertite». «Gli stessi genitori – ha concluso – che hanno saputo del delitto commesso con i loro figli non hanno potuto o non hanno voluto renderli noti... È una storia molto triste che riguarda le vittime e riguarda la Chiesa, perché ha agito secondo un modello disastroso di violazione».

*Foto di Steve Buissinne, tratta da Pixabay, immagine origianle e licenza

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