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Italia servitù militare di NATO e USA. Com'è possibile che non ne discuta il Parlamento?

Italia servitù militare di NATO e USA. Com'è possibile che non ne discuta il Parlamento?

Contro il nucleare, militare o civile che sia, gli italiani si sono espressi più volte. Contro la guerra gli italiani possono vantare l’art. 11 della Costituzione. Eppure pochi Paesi europei sono pieni di armi, anche nucleari, e di basi militari come il nostro, visto che «l’Italia specie in questi ultimi anni è divenuto il “gabinetto di guerra” operativo degli Stati Uniti e della NATO».

È a partire da questa osservazione che Luca Cellini (antimilitarista, obiettore arrivista con con Greenpeace e nel Social forum, in Bosnia col progetto "Mir sada" promosso dai "Beati i costruttori di Pace") firma su Pressenza (7/1) un articolo intitolato “Il ruolo dell’Italia in caso di guerra”, a dimostrazione che, in «flagrante violazione del dettato costituzionale», siamo «di fatto complici di una nazione terza che sta operando al di fuori di ogni criterio del Diritto Internazionale, e anche al di fuori di ogni mandato delle Nazioni Unite». «Con l’ultima mossa (l’assassinio del generale iraniano Solemaini, ndr) operata dalle forze armate statunitensi, le istituzioni internazionali, a salvaguardia della pace, della cooperazione mondiale e del rispetto delle Carte universali e del Diritto, sono state sbeffeggiate e calpestate». Come «oltraggiati», «di fatto resi ridicoli» sono quei Paesi europei che «da 75 anni vengono chiamati “alleati”», e gli italiani proni a un presidente Usa, Donald Trump, che, «magari con un bel tweet», decide anche delle nostre sorti, «quelle di un Paese che, nonostante sia fondato sul ripudio assoluto della guerra, ci deve vedere costretti come nazione» a essere «in prima linea all’interno di un conflitto che va crescendo». Come va crescendo l’arsenale nucleare stockato in Italia: «cinquanta testate nucleari strategiche» sono «pronte per essere portate dalla base turca di Incirlik, in Anatolia, alla base Usaf di Aviano, in Friuli Venezia Giulia», seocnod a notizia Ansa del 30 dicembre scorso, «4 giorni prima del blitz americano che ha visto l’uccisione in Iraq del generale iraniano Soleimani».

«Tutto questo – sottolinea Cellini - sarebbe quanto meno “degno” di una interrogazione parlamentare urgente» dove il governo spieghi «perché Stati Uniti d’America e la NATO, continuino a riempire il “patrio suolo” di ordigni nucleari militari, e di armi di ogni specie e tipo, usate nel conflitto mediorientale», mettendo a grave rischio l’incolumità dei cittadini e del territorio del nostro Paese. 

Per l’articolo integrale cliccare qui

*La bomba termonucleare B53 da nove megatoni, l'arma più potente in dotazione ai B-52. Foto di pubblico dominio su Licenza US Air Force, tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza.

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