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«Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace»: il 25 gennaio dei pacifisti italiani

«Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace»: il 25 gennaio dei pacifisti italiani

Acli, Arci, Archivio Disarmo, Asgi, Associazione per la Pace, Assopace Palestina, Beati i Costruttori di Pace, Cgil, Cnca, Focsiv, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Movimento Nonviolento, Noi Siamo Chiesa, Opal Brescia, Pax Christi, Peacelink, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci, Tavola della Pace e molti altri ancora hanno indetto, per il 25 gennaio prossimo, una giornata di mobilitazione internazionale per la pace: «Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace!» è l'appello «contro le guerre e le dittature a fianco dei popoli in lotta per i propri diritti».

Sull’Iraq, teatro di «guerre per procura», e già da tempo scenario del braccio di ferro Usa-Iran, si è abbattuto l’attentato ordito da Donald Trump per eliminare il generale Quasem Soleimani, spiegano i promotori della giornata: «È un crimine di guerra compiuto in violazione della sovranità dell’Iraq». Ancora una volta, chiariscono, «nella crisi del vecchio ordine internazionale, potenze regionali e globali si contendono con la guerra aree di influenza sulla pelle delle popolazioni locali». E nel frattempo si mantengono «regimi teocratici o militari (comunque illiberali e non rispettosi dei diritti umani) con i quali si fanno affari, chiudendo occhi e orecchie su repressione, torture e corruzione».

La società civile pacifista italiana si ricompatta dopo anni per dire «no alla guerra, alla sua preparazione, a chi la provoca per giustificare la produzione e la vendita di armi. Guerre che, in ogni momento, possono fare da miccia ad un conflitto globale tanto più preoccupante per il potenziale degli armamenti nucleari oggi a disposizione dei potenti del mondo».

Accanto alla solidarietà per le «popolazioni, vere vittime delle guerre», i promotori chiedono all’Unione Europea, «nata per difendere la pace», di «assumere una forte iniziativa che, con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di sicurezza, miri ad interrompere la spirale di tensione e costruisca una soluzione politica, rispettosa dei diritti dei popoli, dell’insieme dei conflitti in corso in Medio Oriente e avviare una rapida implementazione del Piano Europeo per l’Africa (Africa Plan) accompagnandolo da un patto per una gestione condivisa dei flussi migratori».

Le associazioni chiedono anche al governo di assumersi le proprie responsabilità con gesti concreti, come:

• opporsi alla proposta di impiego della Nato in Iraq e in Medio Oriente;

• negare l’uso delle basi Usa in Italia per interventi in paesi terzi senza mandato ONU;

• bloccare l’acquisto degli F35;

• fermare la vendita di armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani come sancito dalla L. 185/90;

• ritirare i nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan, richiedendo una missione di peace-keeping a mandato ONU ed inviare corpi civili di pace;

• adoperarsi per la sicurezza del contingente italiano e internazionale in missione UNIFIL in Libano;

• aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari eliminandole dalle basi in Italia;

• sostenere in sede europea la necessità di mantenere vivo l’accordo sul nucleare iraniano implementando da parte italiana ed europea le misure di revoca dell’embargo

• porre all’interno dell’Unione europea la questione dei rapporti USA-UE nella NATO.

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