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“Sacerdoti sposati? Mai”.  Per un vescovo olandese il Sinodo sull’Amazzonia è stato un «inganno»

“Sacerdoti sposati? Mai”. Per un vescovo olandese il Sinodo sull’Amazzonia è stato un «inganno»

MILANO-ADISTA. Sulla questione dell’ordinazione degli uomini sposati, mons. Rob Mutsaerts, vescovo ausiliare di s'Hertogenbosch in Olanda, è ancora più tranchant del card. Robert Sarah, che, nel libro Des profondeurs de nos coeurs - scritto con Joseph Ratzinger, già Benedetto XVI - in cui difende il celibato obbligatorio per i sacerdoti. La necessità di ordinare viri probati per assicurare la celebrazione dell’eucarestia alle comunità di fedeli isolate e lontane è emersa con forza durante il Sinodo sulll’Amazzonia dello scorso ottobre. Il suggerimento di ordinare uomini sposati di provata fede è contenuto nel documento finale, che papa Francesco potrebbe tener presente nell’elaborazione dell’esortazione apostolica che, di prassi, segue i lavori sinodali.

«Speriamo che Papa Francesco distrugga il documento finale», ha detto il vescovo olandese intervistato da ll Giornale (15/1), perché «il tema vero è la mancanza di fede e non si risolve accettando i preti sposati. Basta vedere quanto avviene nella chiesa anglicana; la crisi nelle altre chiese è ancora più grande di quella cattolica: il crollo della fede è drammatico». D’altronde, «l'80 per cento della popolazione amazzonica vive nelle grandi città, e il problema della mancanza di sacerdoti non è diverso da quello di molte altre zone del mondo».

«Le parole chiave del documento finale del Sinodo – deplora mons. Mutsaerts – non sono state Madre Terra ed ecosistema, ma viri probati, diaconesse e rito amazzonico. È stato il cardinale Hummes a spingere il risultato in tal senso. Naturalmente ora i risultati non saranno limitati alla regione amazzonica. Il vaso di Pandora è aperto e ci saranno implicazioni per l'intera Chiesa. I vescovi locali, a cominciare dalla Germania, chiederanno la stessa cosa. È stato un sinodo che ha ingannato i fedeli, questa è la triste conclusione, una beffa della nostra fede gloriosa, una rottura della tradizione».

«Il sinodo sull'Amazzonia – affonda ancora il vescovo olandese ­– non ha offerto soluzioni chiare, che invece rappresentano lo scopo dei sinodi. È stato piuttosto un mix di confusione e controversie. Non c'entra nulla con la rivelazione, la redenzione o con qualcosa di lontanamente connesso a ciò che è essenziale nell'insegnamento cattolico. Anche Gesù è appena menzionato. Tutto è iniziato con l'Instrumentum Laboris che menziona i popoli religiosi e la loro visione del cosmo. Non dovremmo portare Cristo in Amazzonia? Sembra piuttosto che il sinodo abbia portato l'idolatria amazzonica a Roma».

«Un sinodo già scritto», è la convinzione di mons. Mutsaerts, «con un esito già predeterminato. I 180 padri sinodali sono stati accuratamente selezionati da papa Francesco e coloro che si erano opposti alle proposte non sono mai stati invitati. Tutti i discorsi sull'ambiente, il cambiamento climatico, l'ecologia e la Madre Terra hanno rappresentato una copertura alle proposte finali, sui preti sposati e sulle donne diaconesse».

*Villaggio Yanomami. Foto di Ras1193, tratta da Commons Wikipedia immagine originale e licenza

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