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Elezioni regionali: i vescovi dell’Emilia non votano Salvini

Elezioni regionali: i vescovi dell’Emilia non votano Salvini

BOLOGNA-ADISTA. «Bene comune, legalità, giustizia, cura della nostra terra e tutela dei più deboli»: sono i punti che i vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna hanno messo in evidenza in una nota «per un discernimento sociale e per una scelta coerente» in vista delle prossime elezioni regionali del 26 gennaio. Proprio in Emilia Romangna, le elezioni regionali assumono un valore simbolico nazionale, con il leader della Lega Matteo Salvini che si gioca il tutto per tutto puntando sulla candidata leghista Lucia Borgonzoni e il Partito democratico che corre da solo invitando alla riconferma di Stefano Bonaccini. E pur senza dare indicazioni di voto precise, dai temi evidenziati sembra proprio che le preferenze dei vescovi non vadano verso destra.

«Ogni forma di corporativismo, di esclusione sociale e dalla partecipazione attiva alla vita delle nostre città, ogni discriminazione di uomini e donne, italiani o immigrati, persone o famiglie, indebolisce il cammino e lo sviluppo regionale», scrivono i vescovi emiliano-romagnoli. «La preoccupazione principale, anche nelle politiche regionali, non può che essere per le situazioni di povertà, disagio ed emarginazione, segnatamente per quanto riguarda la mancanza e la precarietà del lavoro, continuando un impegno politico che in questi anni ha portato anche buoni frutti».

Aggiungono i vescovi: «La cura degli aspetti economici deve essere accompagnata, soprattutto oggi, da una attenzione ai percorsi di integrazione, inclusione di famiglie e persone in difficoltà, mentre i nostri paesi dalla collina alla costa e le nostre città cambiano continuamente. Ma sono necessarie anche una legislazione e una regolamentazione che non penalizzino alcune categorie di persone nell’accesso alla casa, alla scuola, al lavoro, alla salute. La tutela della vita dal suo concepimento alla morte naturale, nella salute e nella malattia, nella stanzialità e nella mobilità, non può che trovare le istituzioni regionali capaci di rinnovate scelte, non riconducibili alle sole esigenze/componenti economiche e storico-sociali».

Infine l’Europa, che «è casa nostra», scrivono i vescovi: «La cura dell’Europa significa cura della nostra terra, delle possibilità di valorizzare un patrimonio umano, culturale, ambientale, religioso e lo studio e l’esperienza dei nostri giovani universitari e lavoratori. Pensare di tutelare la Regione contro l’Europa è una tragica ingenuità e fonte di povertà».

«Le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna – conclude la nota dei vescovi – sono un’occasione importante perché la Democrazia nel nostro Paese, che si realizza nei cammini e nelle scelte anche regionali, non venga umiliata e disattesa e i principi costituzionali ritrovino nelle nostre terre forme rinnovate di espressione e persone, delle diverse appartenenze politiche, impegnate a salvaguardarli, sempre. Un impegno che deve essere accompagnato nella campagna elettorale da un linguaggio, libero da offese e falsità, concreto nelle proposte, rispettoso delle persone e delle diverse idee politiche».

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