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Nuovo Capitolo, stessa storia? Parla l’ex legionario don Borgoño

Nuovo Capitolo, stessa storia? Parla l’ex legionario don Borgoño

Tratto da: Adista Notizie n° 7 del 22/02/2020

40145 ROMA-ADISTA. Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo seriale (60, ufficialmente, i minori abusati, tra cui i suoi figli), pare continuare a proiettare la sua ombra lunga e oscura sulla congregazione, a giudicare dalle decisioni prese durante il Capitolo generale, in corso dal 21 gennaio, deputato a eleggere i nuovi vertici in un momento di grave difficoltà, segnato dalla pubblicazione dei dati relativi agli abusi e da alcuni casi di pedofilia mediaticamente rilevanti (v. Adista Notizie n. 4/20 e Adista Documenti n. 5/20). All’interno di un Capitolo i cui partecipanti sono in buona misura legati ancora all’era Maciel, nonostante siano passati 12 anni dalla sua morte e in mezzo vi siano stati il commissariamento vaticano, una visita apostolica e un lavoro faticoso di “rigenerazione” spirituale (sfociato nei nuovi Statuti in vigore dal 15 settembre scorso, dopo un lavoro di nove anni, approvati dalla Santa Sede in via sperimentale per 5 anni), a essere eletto nuovo Direttore generale della congregazione per i prossimi sei anni è stato lo statunitense p. John Connor. 51 anni, dal 2014 direttore territoriale per gli Stati Uniti, laureato in amministrazione aziendale presso la Loyola University Maryland (1990), ordinato sacerdote nel 2001, fino al 2004 ha lavorato nell’ufficio per la raccolta fondi sulla costa orientale degli Stati Uniti; dal 2004 al 2010 ha coordinato e poi guidato l’apostolato a New York City e poi a livello nazionale, con una carriera decollata all’epoca del diretto successore di Maciel, p. Alvaro Corcuera. Bisognerà vedere se il fatto di essere il primo Direttore non messicano riuscirà a traghettare la Legione in un’altra epoca (anche la nuova direttrice generale delle donne consacrate di Regnum Christi è una statunitense, Nancy Nohrden, a confermare un tentativo di “ripulire” l’immagine spostando il baricentro della cupola), ma pesanti dubbi in proposito derivano dalla sua non trasparentissima gestione di un caso di abuso, denunciato nel 2017: p. Michael Sullivan, prete della congregazione, accusato nel 2017 da due donne di aver «oltrepassato i confini del comportamento che ci si attende da un prete», e poi nel 2019 da una terza, che parlò di atteggiamenti più espliciti; le prime due dissero che venne garantito loro che il prete sarebbe stato sottoposto a una valutazione psicologica; valutazione che “promosse” il prete, riammesso al ministero, a svolgere attività pastorali e direzione spirituale, ma che non lo dispensò da frequenti terapie. La terza donna si sentì dire dalle autorità locali della Congregazione, il cui superiore era Connor, che non avevano la minima idea che l’uomo avesse mai molestato sessualmente: le due prime denuncianti non avevano parlato di abusi che riguardassero la sfera fisica, ha dichiarato Gail Gore, portavoce dei Legionari, alla Catholic News Agency (CNA, 7/2). Dopo le accuse del 2019 Sullivan è stato rimosso dal ministero e il suo caso investigato. Tutto trasparente, secondo Gore, per il quale Connor ha gestito la situazione in modo pienamente trasparente, meno per le vittime, che giudicano ancora non risolti i problemi legati alla cultura stessa della Legione. Da parte sua, Connor ha affermato, in una lettera a una delle vittime, che la sua testimonianza lo aveva «aiutato a capire come avremmo potuto gestire meglio questo caso e gli ambiti in cui bisogna apportare reali cambiamenti per percepire in anticipo i segnali e evitare che ciò accada ad altre persone in futuro». Anche dopo la sua elezione, in una lettera, Connor ha insistito su questo aspetto, ma sono in molti a ritenere che ancora una volta si tratti di un’operazione cosmetica e che sia necessario, invece, sopprimere l’istituzione, che sta soffrendo una lenta, ma inesorabile, emorragia di preti.

Teso a dare una immagine positiva è invece il direttore per l’Italia, p. Manuel Alvarez Vorrath: «Abbiamo attivato un codice di condotta per la protezione dei minori che prevede anche una selezione molto più rigorosa per chi chiede di entrare in noviziato», dichiara in un’intervista a Avvenire (12/2), aggiungendo che, per i casi sospetti, ogni procedura è improntata a «garantire la massima trasparenza» con il ricorso a specialisti esterni e a un’organizzazione indipendente, la Praesidium Inc, che «impegnata nel campo della protezione dei minori, verifica con degli audit come stiamo lavorando. Vogliamo rendere sicuri i nostri ambienti e istituzioni».

Nel frattempo, al nuovo direttore generale è già giunta una lettera da parte di otto tra le prime vittime di Maciel che lo denunciarono, tutti ormai anziani: chiedono attenzione e una azione immediata del Capitolo, poiché mai, finora, sono stati ascoltati al fine di una riparazione dei danni subiti nel corso della loro vita. E nel frattempo, il 12 febbraio, la Commissione nazionale messicana dei Diritti Umani ha emesso una procedura di protezione per le donne che, recentemente, hanno denunciato gli abusi subiti da bambine nel collegio dei Legionari di Cristo di Quintana Roo, per timore di rappresaglie nei confronti loro e delle loro famiglie.

Molto poco ottimista sul futuro dell’istituzione è don Cristián Borgoño, parroco nell'arcidiocesi di Santiago del Cile, ex Legionario di Cristo, professore alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica del Cile, che sul n. 5 di Adista Documenti aveva spiegato come la “vecchia guardia” sia ancora molto potente e l’intervento vaticano sia stato tutto tranne che radicale. In occasione dell’elezione di Connor, gli abbiamo rivolto alcune domande.

A tre settimane dall'inizio dei lavori, a che punto e il Capitolo generale? E davvero un "punto e a capo" per i Legionari?

Non penso che questo capitolo rappresenti una svolta decisiva. Anche se impressiona il fatto di aver eletto il primo generale non messicano della loro storia, Connor appartiene al passato. Infatti, non solo è arrivato al Capitolo come l’uomo di Robles Gil per gli USA ma fu anche provinciale ai tempi di Corcuera e scelse la strada della fedeltà al legato di Maciel. Poi, come è apparso nei media, la sua gestione nel recentissimo caso Sullivan, piuttosto reattiva e debitrice della politica di limitare danni, non permette di farsi troppe aspettative nella gestione dell’impegno principale dichiarato dai Capitolari: la cura delle vittime. La sua nomina inclina piuttosto a pensare a che tutto rimarrà carta straccia.

Quanto hanno inciso nello svolgimento del Capitolo i fatti più recenti, come la pubblicazione del report sugli abusi e il caso del prete pedofilo Martinez Suarez?

Tantissimo. Senza di essi il Capitolo sarebbe stato soltanto la chiusura della maldestra proposta di rinnovamento di De Paolis e della vecchia guardia. In qualche modo, la situazione è tornata indietro di dieci anni, naturalmente senza la presenza di un gruppo attivo di Legionari che, dal di dentro, possa guidare il necessario rinnovamento. Penso, perciò, che questo sarà semplicemente un passo in più verso la decadenza anziché una svolta. Vedremo anche un aggravamento del salasso ininterrotto di sacerdoti che ha segnato gli ultimi anni.

L'elezione del nuovo direttore generale nella persona di p. John Connor: come si e arrivati a un accordo sul suo nome? E un personaggio credibile e "nuovo" oppure e ancora legato alla vecchia guardia dei seguaci di Maciel? Che cosa puo significare per il futuro della congregazione?

Connor è forse l’unico nome accettabile per i macielisti. Il bisogno di trasmettere un’immagine di rinnovamento quasi rendeva obbligatoria una scelta del genere: un nordamericano relativamente giovane ma già validato da una gestione accetta alla vecchia guardia. È senz’altro una nomina di compromesso.

Il nuovo direttore per l'Italia, Manuel Alvarez Vorrath, si e detto, in un'intervista, ottimista sul futuro, affermando che un carisma appartiene alla Chiesa e non al fondatore ne alla congregazione. Riuscira la Legione a sganciare il carisma dalla figura di Maciel?

Le affermazioni di Álvarez Vorrath sono più un desiderio che una verità. La Legione non vuole sganciarsi da Maciel perché piace l’opzione preferenziale per i ricchi e la finta ortodossia che la mantiene stretta ai centri di potere del Vaticano. Perdere quello è al di là dei loro desideri, non rischierebbero mai di impegnarsi, anche parzialmente, per gli ultimi nelle periferie di papa Francesco. Per questo si nascondono dietro questa affermazione, assai discutibile, che il carisma appartiene alla Chiesa. Un carisma trasmesso da uno psicopatico pederasta arricchisce la Chiesa? Per carità. 

* Escudo de la Legión de Cristo, foto di Ehenriquezc [del 2017] tratta da wikimedia commons, licenza Creative Commons

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