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Diritto al suicidio? Fa discutere la sentenza della Corte costituzionale tedesca

Diritto al suicidio? Fa discutere la sentenza della Corte costituzionale tedesca

«L'autodeterminazione alla fine della propria vita rientra nell'area della personalità umana». Che non si può coartare. E dunque il diritto a togliersi la vita non è limitato alle persone anziane o gravemente malate, ma «esiste in ogni fase dell'esistenza umana». Stabilito questo in sentenza, la Corte Costituzionale della Germania ha deciso di annullare l'articolo 217 del Codice penale, che vietava la possibilità alle associazioni per l'assistenza al suicidio e per le cure palliative di fornire al paziente un sostegno nel portare a termine la vita.

La sentenza impegna ora a scrivere una legge sull'eutanasia che ne rispetti la sostanza. Il ministro della salute, Jens Spahn, ha annunciato una serie di colloqui per rivedere le regole attuali, sottolineando tuttavia la necessità di erigere dei paletti perché non si sviluppi «un'abitudine» o «l'aspettativa di un obbligo sociale» nel rivendicare il suicidio assistito.

Nel dare notizia della decisione giurisprudenziale, l’agenzia dell'episcopato italiano Sir riferisce di una dichiarazione congiunta delle Chiese cattolica ed evangelica di Germania che criticano la nuova sentenza. «Temiamo – scrivono – che si possa esercitare una pressione sulle persone anziane o malate affinché si avvalgano delle offerte di suicidio». Firmata dal presidente della Conferenza episcopale tedesca card. Reinhard Marx e dal presidente della Chiesa evangelica Heinrich Bedford-Strohm, la nota getta l’allarme: «Le opzioni per aiutare le persone a suicidarsi più diventano naturali e accessibili, più è grande il rischio che le persone in una situazione di vita estremamente stressante si trovino sotto pressione e dall’esterno colgano tale opzione da sfruttare per porre fine alle loro stesse vite». Le Chiese perciò continueranno a lavorare perché il suicidio «non diventi norma accettata».

Contattato da VaticanNews (27/2), mons. Karl Justen, rappresentante della Chiesa cattolica presso le istituzioni del Paese, ha sottolineato che «per la prima volta una sentenza stabilisce che la protezione della vita non è più una priorità assoluta», piuttosto lo diventa «il diritto dell'individuo di decidere di suicidarsi». «Questo è il vero cambio di paradigma – ha osservato – e, secondo me, il vero problema di questa sentenza».

*Immagine Gerd Altmann in Pixabay, immagine originale e licenza

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