
Rapporto 2020 del Centro Astalli: la difficoltà dell'accoglienza in un Paese miope
Sono circa 20mila (11mila a Roma, gli altri distribuiti tra Catania, Palermo, Napoli, Vicenza, Trento e Padova) i rifugiati assistiti dal Centro Astalli del Jesuit Refugee Service (Jrs). Chi sono, da dove vengono, che ostacoli incontrano sul loro cammino, i percorsi di accoglienza e di integrazione predisposti per loro: a queste domande risponde il Rapporto annuale duemilaventi. Attività e servizi del Centro Astalli il quale, tra l’altro, «rivela quanto oggi sia alto il prezzo da pagare in termini di sicurezza sociale per non aver investito in protezione, accoglienza e integrazione dei migranti. E mostra come le politiche migratorie, restrittive, di chiusura (se non addirittura discriminatorie) che hanno caratterizzato l’ultimo anno, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità, rendendo l’intera società più vulnerabile».
Quella del servizio dei gesuiti, con i suoi 500 volontari, è una storia di adattamento e adeguamento, si legge nella presentazione del dossier sul sito dei gesuiti, «ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che fa fatica a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca di giungere in Italia».
121 pagine fitte di numeri, informazioni e indicazioni, arricchite dal suggestivo reportage fotografico dal titolo “Rifugiati: ai confini dell’umanità”, realizzato da Francesco Malavolta e commentato da Alessandro Bergonzoni, Melania Mazzucco e Luciano Manicardi. «Un racconto fatto di immagini di migranti lungo le rotte del Mediterraneo: salvataggi in mare, fatica, viaggi in cerca di salvezza, di uomini e donne che ci portano in dono il coraggio e la speranza in un futuro insieme».
Qui il Rapporto annuale 2020 integrale
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