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Agrica: l'aiuto della Conferenza episcopale italiana contro la pandemia

Agrica: l'aiuto della Conferenza episcopale italiana contro la pandemia

In una conferenza stampa online è stata presentata la strategia d’azione contro la pandemia da Covid-19 che la Fondazione Soleterre svilupperà nei prossimi 4 mesi nell’Africa Occidentale grazie ai fondi elargiti dalla Conferenza episcopale Italiana: di 9 milioni di euro, nell’ambito di una campagna per il sostegno di 541 progetti, in ambito sanitario e in ambito formativo, in 65 Pesi del mondo destinato all’emergenza coronavirus.

L’Africa è stata finora sostanzialmente risparmiata dalla pandemia: in base agli ultimi dati sono oltre 308 mila e i morti almeno 8 mila e 600 mila. Ma nulla assicura che il contagio non possa avere una diffusione molto alta nel continente data la difficile situazione economica e informativa in cui versano le popolazioni di vari Stati. In Burkina Faso, per esempio, «il problema principale che abbiamo avuto – ha riferito Parfait Tiemtore, responsabile locale dal 2019 del Programma Salute di Soleterre nel Paese – «è stato quello di convincere la popolazione del fatto che il coronavirus esiste e può uccidere. C’era anche il problema di sensibilizzazione della popolazione nelle periferie rurali, dove non c’è accesso all’informazione. Poi sono circolate fake news sui social e c’è stata disinformazione. Poi, per quanto riguarda il lockdown, ci sono stati problemi a livello economico. La maggior parte della popolazione svolge attività legate al commercio. Dopo i primi casi, sono stati chiusi mercati e i confini del Paese e delle città. Ma in Burkina Faso non c’è una mentalità che porta le persone a pensare di risparmiare. La maggior parte dei commercianti vive alla giornata, con guadagni giornalieri. Questo ha causato un problema. La popolazione ad un certo punto ha fatto capire che non poteva morire di fame. Quindi era meglio riaprire i mercati. E poco a poco sono state riaperte le città. I mercati e anche le scuole. Tutto è ricominciato». In tanta precarietà, la sofferenza delle persone è molto alta. Con i progetti della Cei, ha detto Tiemotore, si possono attivare nel Paese progetti in ambito psicologico.

Imane Benlekbir, responsabile locale dal 2016 del Programma Salute di Soleterre in Marocco, psicologa e volontaria in ospedale a Rabat, ha sottolineato – come sintetizza Vatcan News (25/6) – che se nel Paese nordafricano sarà confermata lo stato di lockdown in vigore dalla fine di marzo, si creeranno problemi di natura sociale, soprattutto per quanto riguarda i migranti. In Marocco, in particolare, la Fondazione Soleterre, in questo periodo funestato dalla pandemia, può sostenere, grazie al contributo della Cei, attività di formazione di psicologi locali e acquistare dispositivi medici.

Per la Costa d’Avorio ha preso la parola Jean Marie Djessouan, responsabile locale dal 2010 del Programma Salute di Soleterre. Con il fondo ricevuto dalla Cei, ha riferito, è possibile acquistare materiale sanitario da destinare all’ospedale centrale di Abijian, ma anche ad altre strutture sanitarie dislocate in altre zone del Paese.

Damiano Rizzi, presidente della Fondazione Soleterre e psicologo clinico, ha sottolineato che a causa del coronavirus si devono affrontare anche potenziali traumi di natura psicologica legati al lockdown. E ha espresso gratitudine alla Cei per l’impegno in Africa. «Quello dato dai vescovi italiani - ha detto - è un segnale in controtendenza». «Mentre la Cei si muove finanziando progetti che prevedono aiuti e sostegno psicologico, c’è una parte di mondo – ha affermato – che non si cura dell’Africa. Mi riferisco in modo particolare a chi sta studiando dei vaccini. E si stanno facendo degli accordi per avere i vaccini nel mondo occidentale a partire dall’Europa. Non si sta certamente considerando di distribuirli, cosa che invece aveva chiesto l’Oms proprio perché c’è una pandemia. Quindi, c’è una parte di mondo che si preoccupa dell’Africa e un’altra che non se ne preoccupa proprio. E addirittura si sta premurando di realizzare un vaccino per una parte di mondo, non per tutto il mondo».

*Foto di MONUSCO tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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