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Regolarizzazione lavoratori stranieri: porte chiuse del governo alle proposte della società civile

Regolarizzazione lavoratori stranieri: porte chiuse del governo alle proposte della società civile

Rulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri si è molto discusso in tempo di pandemia. Dopo il pressing delle associazioni per far sì che l’emersione riguardasse tutti i lavoratori e non solo agricoli e collaboratori domestici (v. le proposte di modifica al “Decreto Rilancio” dalla campagna “Ero Straniero”), il governo alla fine ha deciso di non estendere la platea dei beneficiari.

Il Tavolo Asilo Nazionale – del quale fanno parte A buon diritto, Acli, Action Aid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Avvocato di Strada Onlus, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cir, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII, Emergency, Europasilo, Fcei, Focus-Casa dei Diritti Sociali, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medecins du Monde-Missione Italia, Medici per i diritti umani, Msf Italia, Oxfam Italia, Save the children, Senza confine, Simm-Società Italiana di Medicina delle Migrazioni – ha diffuso oggi la seguente nota, dal titolo “Regolarizzazione: la maggioranza respinge gli emendamenti elaborati dalla Campagna Ero straniero e sostenuti anche dal Tavolo Asilo nazionale”.

«Il Tavolo Asilo, che aveva sostenuto gli emendamenti proposti dalla Campagna Ero Straniero per migliorare le misure relative alla regolarizzazione (art. 103 del decreto “Rilancio”), ampliandone la platea dei beneficiari e contrastando in modo efficace il lavoro nero, condivide la delusione e l’amarezza espressi dalla Campagna. Nonostante i numerosi appelli da parte della società civile e delle categorie produttive per un esteso provvedimento di regolarizzazione, nonostante i segnali di apertura da parte di parlamentari della maggioranza e di governo, la scelta di non intervenire per migliorare il testo appare inspiegabile. Insieme alla Campagna Ero straniero facciamo appello ai partiti di maggioranza perché nel corso della discussione e votazione in Aula intervengano sui limiti del provvedimento, per garantire una maggiore sicurezza sociale e sanitaria e per una reale tutela dei diritti di tutte e tutti».

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